Capitolo 6

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La figura e immagine calda, nel freddo e nero e buio.
Amedeo, trepidante cammina lungo la statale, calpesta un preservativo, un paio di foglie, uno straccio e l'ago di una siringa. Salta su un muretto e ci cammina sopra, tirandosi il capello sugli occhi e improvvisandosi equilibrista.
Poi scende, corre e scappa verso l'ignoto.
Urla nella notte
《E CHI MI AMMAZZA A ME?!?
NON MI AMMAZZA NESSUNO!!!
PROVATECIPROVATECI》
sussurra poi al vento
《Qualcuno almeno ci provi》
E poi di nuovo
《AH SE LISA FOSSE QUI A GUARDARMI!!》
Ci voleva un altro caffè

Quattro di notte, tutto chiuso, ma il cielo, che si stava rischiarando, dava speranza.
Un nuovo giorno, a vagare nel nulla, aspettando che Lisa mandasse una limousine o almeno qualche fottuto diavolo o suo scagnozzo a prenderlo.
Che vita intensa la sua, se era andato tutto bene, beh lo avrebbe scoperto presto, altrimenti si sarebbe dovuto improvvisare Orfeo.

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Matriciana senza spatola

Quella fottuta rana

Bruhhh

Da brivido.

Ora attraversava la stada, camminando all'indietro.
Una macchina credeva di stare per investirlo, non fece in tempo a frenare.

Lo avrebbe preso in pieno.
Invece si trasformò in una nuvola di fumo e riapparve lì sulle strisce bianche e nere poco dopo.
Un ghigno triste e maniacale percorse il suo volto.
Non era ancora il momento.
Quanto avrebbe voluto morire.
Continuò a camminare in cerca di un bar aperto.

La rana sborrata a mezzanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora