Capitolo 3

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Era il suo quaderno.
Nessuno poteva toglierglielo dalle mani.
Lisa ci dormiva, ci mangiava, ci faceva la doccia coprendolo con una busta di plastica, insomma ci viveva.
Tutto ciò che contava nella sua vita era scritto su quel quaderno.
Così quando la sua automobile scivolò sulla brina di quella strada di collina e la vettura finì in un fosso ponendo fine alla vita della ragazza ( con un immediato colpo alla testa garantito dalla cintura slacciata) il quaderno scivolò fuori dal finestrino all'interno della sua busta di sicurezza, e galleggiando nel rigagnolo che scorreva nel fosso raggiunse prima il torrente, poi il fiume ed infine il mare.
Fu raccolto integro sulla spiaggia di Cesenatico da Mario, un bagnino ventiseienne che provvedette a riciclarlo buttandolo nel bidone del vetro.
Tre giorni dopo il cassonetto fu svuotato da Samir, pattumiere di zona, che portò il carico di vetro al centro di riciclaggio, dove il pattume venne sottoposto al controllo di chirurgiche ed esperte macchine che provvedettero ad eliminare il rifiuto inadatto e rismistarlo nell'indifferenziata.
Venne smaltito e totalmente distrutto dal meccanismo.
Sti cazzi.
Il taccuino era vuoto.

Satana sorrise e si stappò una birra, appoggiando il foglio sopra la busta contenente i dati di Lisa.
Schioccò le dita.

Un campanello suonò, le porte dell'ascensore si aprirono e Lisa entrò all'inferno.

La rana sborrata a mezzanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora