Capitolo 2

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La rana si stava masturbando sul bordo della cima di un grattacielo di New York City.
Quando ebbe finito guardò con i suoi ampi occhi freddi da anfibio la strada trafficata sotto di lei, ormai sporca di una minuscola pozzanghera bianca che veniva calpestata a dalle ruote di un taxi sfrecciante, giallo, intenso.
Poi alzò le braccia, fissò il sole fisso e accecante del cielo di mezzogiorno e fece un passo in avanti, come per scendere un gradino di una scalinata.
E mentre raggiungeva lo scalino volando un centimaio di metri sotto di lei, una lacrima abbandonava i suoi occhi umidii.
Prese fiato, chiuse la bocca, un ultimo respiro, poi prese una sigaretta, la ingoiò e aspettò il momento.
Un marciapiede grigio si colorò di un rosso intenso.
La morte aveva prevalso, restava solo il ricordo.
Amen.

Grissini e filadelfia, blu e mare di cemento, aragoste nere e altre schifezze indemoniate.
Suonò il campanello.
Satana aprì la porta.

La rana sborrata a mezzanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora