Tributi per il patibolo e Suicidi in presidenza Pt. 2

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Petrarca's POV

Stavo per lasciar volare la mia mente, dato che la conversazione non era più affar mio, peccato che con la frase del professore non potevo far finta di niente.

Il mio cognome e la presidenza non erano mai state nella stessa frase, se non quando mi chiedevano di andare a fare delle fotocopie, per questo decisi di preoccuparmi.

-Cosa scusi?-

Virgilio spostò lo sguardo verso di me, ripetendo la stessa frase.

-Ho detto che dovete venire in presidenza con me. Vi devo parlare.-

"Okay, ora sono leggermente spaventato."

Mi girai verso gli altri tre futuri cadaveri.

Boccaccio si era già alzato, pronto a rispondere ad un'altra delle sue marachelle.

Non potevo dire lo stesso di Alessandro, che era rimasto completamente paralizzato.

Infine, Dante era più che tranquillo, ma non dava l'impressione di volersi alzare, semplicemente guardava in cagnesco l'unica persona che era riuscito a sfotterlo davanti tutta la classe.

-Veloci.-

Dopo questa semplice parola mi sbloccai dallo stato di trans in cui ero rimasto e, per quanto poco volessi, mi avvicinai al biondo assieme agli altri tre.

Il viaggio verso l'ufficio del preside fu tutto in completo silenzio.

Tutto...nella prima parte Giovanni si era messo a canticchiare qualcosa, ma dopo l'occhiataccia del corvino si cucì subito la bocca.

Davanti alla presidenza iniziarono a tremarmi le gambe.

"Perchè devo sempre seguire Giovanni?"

Ma perchè ho deciso di aiutarlo ad aprire quella macchinetta?!

Ovviamente non potevo farmi i cazzi miei, nossignore.

Che migliore amico di merda che mi sono scelto...

-Avanti.- Disse la profonda voce del preside.

Girandosi verso di noi Virgilio pose fine alla nostra vita.

-Entrare.-

Semplice, diretto e spaventoso.

Il primo a superare la soglia fu il castano, tranquillo e rilassato, che si mise a chiacchierare con il preside.

Mi domandai quante altre volte era entrato lì dentro.

A volte invidiavo il suo modo di essere rilassato e tranquillo, era il mio esatto opposto.

Dante fu il secondo a passare.

Con le mani in tasca ed il suo volto strafottente camminò tranquillo e si sedette sulla prima poltrona che si trovava davanti alla scrivania.

Infine entrammo io ed Alessandro.

Io andai in un angolo, dove si trovava una sedia logora.

Storsi il naso, ma mi sedetti comunque, mentre il bruno rimase in piedi a tamburellare con la punta del piede, facendo riecheggiare il rumore per la stanza.

Mi guardai intorno, anche se non era un luogo tanto particolare.

Vi stava un enorme finestra alle spalle del preside, l'unica in realtà, che illuminava tutta la stanza, mentre ai lati stavano due enormi librerie.

L'uomo dietro la scrivania era un anziano signore, sulla cinquantina supposi.

Aveva la fronte piena di rughe ed un terribile cipiglio sulle sopracciglia.

💢𝕙𝕚𝕘𝕙 𝕤𝕔𝕙𝕠𝕠𝕝 𝕤𝕨𝕖𝕖𝕥𝕙𝕖𝕒𝕣𝕥 - ㄥєттєяαтυяα ¢ℓαѕѕι¢αDove le storie prendono vita. Scoprilo ora