Cori scolastici, Proposte di convivenza e Gavettoni adolescenziali in faccia

215 11 116
                                    

Francesco's POV

La campanella suonò e io venni travolto da un'orda di adolescenti pronti a uccidere pur di uscire dalla porta che avevano davanti agli occhi.

Per dieci minuti avevamo dovuto subire il discorso di fine anno del preside che, con la sua solita gioia e allegria, ci ricordava di fare i compiti come i bravi bambini.

Quando Giovanni scappò un veloce vaffanculo  i ragazzi più vicini a lui si misero a ridere sotto lo sguardo confuso dell'adulto.

Ci venne anche ricordato che, alla fine della scuola, saremmo dovuti tornare nei dormitori per ritirare le nostre cose e sloggiare, ma ci bastò il suono della campana per dimenticarci di tutto e correre fuori tra gomitate e calci.

Fummo costretti, sotto ordine di Dante, ad aspettare quei quattro dannati primini che, ovviamente, erano in fondo all'ammasso di esseri umani che stava invadendo la piazza dell'entrata dell'istituto. 

Fecero in tempo a raggiungerci anche Fiammetta, Laura ed Enrichetta, le quali si erano ritrovate mentre ci cercavano per tutto il piazzale. Alessandro si avvicinò a quest'ultima per chiederle come fosse andata e io vidi venire verso di noi Giacomo, sconfitto e sfinito da chissà cosa.

Gli chiesi se fosse successo qualcosa e la sua risposta non mi stupì affatto. 

-Antonio si è preso la briga di iniziare i cori ancora. Non riesco a credere che si sia già dimenticato cos'è successo l'anno scorso!-

Dante non esitò neanche un secondo a ribattere, a quanto pareva trovava una sorta di divertimento, dannatamente infantile, nell'attaccare Antonio Ranieri senza un vero motivo. Poteva essere definita una passione e se fosse stato pagato avrebbe fatto invidia a Zio Paperone.

-E pensare che io invece ci credo benissimo. Quel ragazzo tra dieci anni te lo ritroverai in carcere dopo aver fatto a botte perchè un signore aveva insinuato che Maradona non era bravo a giocare senza doparsi. Ti faccio le condoglianze in partenza, Giacomo. Dove cazzo sono finiti quei mentecatti?- E, dopo aver detto la sua sul futuro di Antonio, si rimise a guardare l'orologio che aveva al polso, facendo sbattere a terra il piede destro con un po' troppa decisione.

Io, per non lasciare che il marchigiano si deprimesse più del dovuto, cercai di aiutarlo e mi presi la dura responsabilità di prendere il suo zaino in spalla, così che la sua schiena non dolesse troppo. 

Alla fine lo sganciai a Giovanni dopo pochi minuti. Non avevo la minima idea di cosa si portasse dietro ogni giorno, ma non era leggero. Affatto.

-Cos'era successo l'anno scorso?- La voce del mio ragazzo mi invase le orecchie e io fui costretto a girarmi per riuscire a vedere il suo sorriso.

I raggi del sole illuminavano il suo volto e i capelli, i quali erano stati tagliati neanche due giorni prima dalla madre di Fiammetta, gli cadevano sulla fronte, nascondendo gli occhi castani del medesimo colore.

Le sue dita corsero a grattarsi l'angolo del sopracciglio sinistro, per poi scendere verso il lobo dell'orecchio e giocare con i due orecchini circolari che aveva messo quel giorno.

 Si stava mordendo la guancia, le labbra rosse rimanevano sollevate in alto, non troppo, quanto bastava per dare al suo volto un senso di serenità, all'opposto del mio.

💢𝕙𝕚𝕘𝕙 𝕤𝕔𝕙𝕠𝕠𝕝 𝕤𝕨𝕖𝕖𝕥𝕙𝕖𝕒𝕣𝕥 - ㄥєттєяαтυяα ¢ℓαѕѕι¢αDove le storie prendono vita. Scoprilo ora