Alessandro's POV
Corsi il più veloce che potevo per raggiungere la palestra, con l'ansia sulle spalle, il terrore di un possibile pericolo e la strana sensazione di essere appena stato preso per il culo.
Quando Diomede mi chiamò mi emozionai leggermente, era al prima volta che ricevevo una sua chiamata, ma quando sentii la squillante voce di Achille mi preoccupai ancora di più.
Mi disse che il lentigginoso era in pericolo, che era questione di vita o di morte ed altro che è meglio non specificare.
Nella corsa incontrai anche Ulisse, il quale mi disse di essere stato chiamato dallo stesso ragazzo, per lo stesso motivo, con la stessa tonalità di voce, percui facemmo l'ultimo tratto di strada insieme, senza perdere tempo in chiacchiere.
Quando entrai nella stanza mi resi conto che era tutta una pagliacciata e che il mio sesto senso per le cazzate ormai stava diventando veramente sviluppato.
Il ragazzo che, sotto parola di Achille, sarebbe dovuto stare in pericolo di vita adesso si trovava su una scala di circa tre metri a guardare male il biondo, motivo di tanta mia ansia, mentre quest'ultimo era accoccolato tra le gambe del suo migliore amico, il quale gli stava accarezzando dolcemente i capelli e nel frattempo si raddrizzava il ridicolo cappello da Babbo Natale che portava sulla nuca.
-Datemi un solo motivo per cui non dovrei ammazzarlo qua ed ora.- Sussurrò tremante di rabbia Ulisse, scaturendo in Patroclo una sorta di protezione verso il più piccolo, difatti lo abbracciò con occhi furenti verso il più alto della palestra.
-Perchè siamo sotto Natale e siamo tutti più buoni!- Sentii affermare dalla voce alle nostre spalle, la quale si rivelò essere quella di un brioso Foscolo con due corna di plastica in testa ed un maglione alquanto discutibile.
-E perchè devi passarmi la stella da mettere sulla punta, dato che quello sfaticato non lo vuole fare. Su dai, muoviti a darmi una mano.- Esclamò il ragazzo sulla scala, intanto che Foscolo annuiva osservando con confusione i due ragazzi intenti a farsi le coccole.
-Buon Natale un cazzo...- Fu l'unica uscita di Ulisse, per poi incamminarsi da quello che avevo scoperto pochi giorni prima essere il suo fidanzato, mentre tre ragazze non identificate si avvicinavano a me con uno sguardo preoccupante.
Non avevo mai adocchiato nessuna delle tre gironzolare per i corridoi della scuola prima di allora, il che mi riempii della mia solita ansia immotivata, ansia che non volevo provare, ma che, poco prima della mia nascita, mi era stata data, come un dono.
Una sottospecie di merda infiocchettata.
Quella rossa iniziò subito ad attaccare bottone, presentandomi le altre due e chiedendomi di assaggiare i biscotti che avevano appena sfornato.
Quella a fianco, poco più alta, le teneva la mano sulla spalla, come ad incoraggiarla, peccato che nel frattempo mi stesse guardando con occhio supplichevole, pregandomi di dire che quei biscotti fossero buoni e di porre fine alla sua tortura.
La terza, la più alta, se ne stava in disparte, guardando prima a terra, poi sul soffitto, dandomi un leggero sguardo, per poi ritornare a fissare un punto non determinato, mentre le guance continuavano ad arrossarsi sempre più.
Addentai il biscotto a forma di, credo, un albero di Natale bruciato e quasi sentii l'apparecchio per i denti staccarsi da quanto era secco.
Faticai veramente molto a mandar giù anche sono una briciola, ma mi limitai a ricordare la mancanza del sale. In realtà non servì neanche questo, difatti la ragazza perse subito la vivacità che teneva negli occhi. Al suo posto arrivò uno sguardo di sfida, mentre quella dietro mi guardava con occhi tremolanti dalla paura.
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💢𝕙𝕚𝕘𝕙 𝕤𝕔𝕙𝕠𝕠𝕝 𝕤𝕨𝕖𝕖𝕥𝕙𝕖𝕒𝕣𝕥 - ㄥєттєяαтυяα ¢ℓαѕѕι¢α
Teen Fiction/ IN REVISIONE / Cosa potrebbe succedere se gli uomini della letteratura, sia scrittori che personaggi, vivessero nel mondo moderno? Più precisamente, in un magnifico liceo classico? Come si comporterà Dante, il pallone gonfiato, sicuro di sè, se a...