CAPITOLO 2

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Samuele tirò un sospiro di sollievo quando, il giorno dopo, entrando nel parco vide Sole e, non a caso, Jacopo gli lanciò uno sguardo complice, quasi per motivarlo ad agire.
Era il 10 luglio: una data indimenticabile per entrambi, perché fu l'inizio di tutto. Quel 10 luglio 2015, infatti, mentre Sole era seduta sulla panchina vide una palla da calcio arrivarle ai piedi e, quando alzò lo sguardo, si trovò davanti Samuele, in tutta la sua statuaria bellezza. Lui sorrise a vedere le guance di lei infiammarsi e tingersi di rosso.
<<scusa>> le disse lui <<ti ha colpito?>>
<<no, tranquillo>> balbettò lei
<<ah menomale>> sussurrò palleggiando.
I due rimasero in silenzio, senza neanche guardarsi, cercando di nascondere la vergogna, finché lui (e finalmente oserei dire) decise di buttarsi:
<<senti, io adesso prendo la mia palla e finisco la partita con i ragazzi, se vuoi dopo ci andiamo a prendere un gelato>>
gli occhi di Sole si illuminarono e il volto si riempì di un sorriso tanto bello da sembrare dipinto.
<<si, mi piacerebbe molto>> rispose lei con la sua immancabile dolcezza.
Si guardarono e sorrisero all'unisono, per poi salutarsi dicendo che si sarebbero rivisti allo stesso posto tra un'ora.
E questo accadde: il loro primo appuntamento. Si presero un gelato per poi sedersi su una panchina a parlare e a conoscersi. Lui le parlò dei suoi sogni, della sua passione per il calcio, della sua competitività e del suo orgoglio e, in compenso, lei gli raccontò della sua emotività, di quanto amava la vita. Iniziarono in questo modo a frequentarsi, a uscire, ad amarsi.
Un mese dopo, ci fu il loro primo bacio, forse uno dei momenti più alti della loro relazione. Era una sera di agosto ed erano stesi su un prato a guardare le stelle: lei, con un vestitino nero a pois, era appoggiata sul suo petto mentre lui le accarezzava quei ricci indomabili. Le stava raccontando uno dei capitoli più difficili della sua storia: il divorzio dei genitori. Le spiegò l'intera storia: lui era nato in una famiglia ricca, una di quelle in cui girano i soldi veri. Ma quei soldi non sono altro che il frutto del lavoro dei genitori, che, per guadagnare, non sono mai a casa. In questo contesto, gestire un figlio è una dura missione, una missione che loro non sono riusciti a portare a termine e che è sfociata in un divorzio. Lui ha ricordi vivi di questo periodo: le litigate, le urla, le lacrime di sua madre. Quando lei si girò ad osservarlo, vide una lacrima cadergli da quegli occhi neri che, un po' di mesi prima, avevano catturato la sua attenzione.
<<Perché?>> singhiozzó lui <<perché le scelte degli adulti devono per forza ferire anche i bambini?>>.
Lei scosse la testa e, pensando che fosse impossibile trovare una risposta, decise di dargli ciò che a lui mancava: l'amore.
Gli asciugó delicatamente le lacrime, e gli appoggiò le labbra sulle sue. Lui sbarró gli occhi per un secondo ma, quando comprese quello che stava succedendo, le mise le mani sui fianchi per avvicinarla di più a lui, come se avesse paura di perdere anche lei.

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