Talmente che ero distratta non mi resi nemmeno conto del gradino che stava davanti a me, e caddi.
Mi alzai dopo pochi secondi e passai tutto il tempo a ripensare al bacio che mi aveva dato Lorenzo, il nostro bacio, il regalo più meraviglioso di tutti. Quando ce ne andammo, per la strada ci comportammo come due amici, mentre nel treno lui mi chiese di non parlarne con persone tipo Yle, Sere o Alice, poichè avevano la lingua troppo lunga; ad Ania ne avrei parlato, dato che lui a Edoardo l'avrebbe sicuramente detto.Papà faceva il suo riposino, invece Laura stava studiando per futuri esami.
"Dove sei andata?"
"A corso Garibaldi con un'amica"
Fece 'okay' con il pollice.
"Io tra poco esco comunque, vado a mangiare fuori con i compagni del corso"
E io: "Allora non ti conservo niente?"
E lei: "No, torno tardi, grazie lo stesso"
Andai quindi in cucina a riscaldare la cotoletta di pollo per papà, e pensai di non mangiare, perchè avevo lo stomaco pieno a causa dei muffin e delle emozioni che mi aveva dato il mio Lorenzo.
Squilló il cellulare, era Ania, finalmente.
"Hey" disse
E io: "Come stai con la febbre?"
E lei: "Una mezza schifezza, ho freddo e mi fanno male le gambe"
E io: "Poverina! Io sono uscita con lui, e ci siamo baciati, cioè lui mi ha baciato"
Ania urló dall'altra parte
"MA È M E R A V I G L I O S O ! NON POSSO CREDERCI"
E io: "Nemmeno io! Poi è stato tutto così all'improvviso, comunque ti racconto meglio quando ci vediamo"
"Va bene. Allora lunedì mi racconti il grande scoop!"
E io: "Affare fatto; a lunedì. Buon week-end e buona guarigione"
Chiuse.
Nelle cotolette aggiunsi solo un po' di sale e poi le servii. "Papà, vieni a mangià"
Stava venendo, perchè udii gli scricchiolii del letto
"Queste cotolette sono perfette patatì"
"Se non le hai nemmeno assaggiate" gli feci un'occhiataccia
E lui: "Sono belle pure fuori queste qua, fammele provà" e si sedette addentandone una con la forchetta.
"Buonissime. Ma tu non mangi?"
Feci segno di no con la testa, "Ho mal di stomaco"
"Vado a stendermi un po', ci vediamo dopo"
Erano le otto e quarantacinque minuti e il sole non esitava a tramontare, quindi scattai una foto del panorama montano dalla mia camera, pensando di inviarla a Lorenzo. Peró avrei preferito inviargliela quella notte, con una frase della canzone 'Girasole' di Giorgia. Sperai che gli sarebbe piaciuta, poi lui era letteralmente un sole.
"Mi presti la tua maglia blu? Quella scollata" disse Laura mentre usciva dal bagno
"Che ci devi fare eh?" risposi
E lei: "Ma devi sempre sapere tutto! Comunque devo uscire, dai ora me la prendi"
Mi alzai dal letto, e aprii l'armadio prendendole la maglia blu.
"Non me la sporcare peró"
E lei: "Mica sono idiota, poi vedi un po' il lato positivo delle cose. Vivi la vita, goditela"
Mi misi a ridere fortissimo, mantenendomi la pancia.
"Laura, io sono la figlia di Leopardi"
E lei sorrise: "Non avevo dubbi"
"Dopo mi aiuti a truccare capito?"
E io: "A tua disposizione"
Se ne andó un'altra volta in bagno, per poi tornare con la maglia blu e un jeans chiaro.
"Ti sistemo anche i capelli, ti va?"
E lei: "Si, peró ti dico io come li voglio, invece il trucco fammelo come vuoi"
E io: "Siediti qui" feci indicandole il mio letto, che era vicino al suo
"Iniziamo dal trucco" continuai, poi dissi: "Te lo faccio molto naturale, ma che fa comunque un bell'effetto"
e presi un po' di ombretto celeste, mascara ed eyeliner.
"Chiudi gli occhi" le chiesi gentilmente.
Poi le sfumai l'ombretto, e le misi l'eyeliner; infine passai al mascara che diede un tocco di classe agli occhi di Laura.
"I capelli invece come li vuoi?"
"Lisci, sta la piastra pronta nel bagno"
Andai e tornai.
"Dovresti mettere anche un paio di orecchini" le consigliai
E lei: "Dici?"Quando finii di piastrarle i capelli, le prestai un paio di orecchini neri a forma di sfera, dato che non li mettevo più per un'infezione ai lobi.
Si mise il cappotto, prese la borsa e mi salutó, dopodiché chiusi la porta.
Nel momento in cui stavo andando in cameretta per concedermi un po' di tempo, sentii squillare il telefono. Quel giorno squilló tipo 809 volte.
Nel rispondere non feci caso al numero.
"Pronto"
"Rose...papà si è sentito male...gli si è alzata di colpo la febbre e ho dovuto chiamare l'ambulanza" Disse Fede in modo disperatissimo, stava piangendo.
"Fede, ma che ci facevi lí?"
E lei: "Vedi, visto che era tutto solo ho pensato che non c'era nessuno che lo accudiva"
E io: "Quella Fanny là o come si chiama non c'è?"
E lei: "Non me ne parlare, penso che se ne sia andata prima che arrivassi io"
E io: "Ah, e che ha tuo padre?"
E lei: "Sta sudando, e ovviamente ha la febbre molto alta. Speriamo che questi arrivano presto. Poi ho trovato una cosa di Fanny, e penso che la vedró presto!"
E io: "Che cosa?"
E lei: "Un montone tutto grigio. È veramente bello, ed è uno di quelli da ricconi, c'ha tipo i brillantini"
La bile mi salì in gola, perchè il montone l'avevo visto indosso alla ragazza nel treno, quella che somigliava ad Ania. Quindi capii perchè era uscita, e capii anche perchè la famosa Fanny non si era mai fatta vedere. Tutti gli uomini che facevano sbiancare il volto ad Ania, il suo modo di saperci fare con loro. Non avevo più dubbi, Ania faceva la puttana, e mi vergognai io per lei.

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Siamo uguali
RomanceRose è una studentessa diciannovenne, svolge una vita normale e come tante ragazze è innamorata, ma ha paura di dichiararsi a Lorenzo, che a sua volta è innamorato di Rose e come lei ha paura di dichiararsi. Riusciranno a mettersi insieme e a super...