Cap.7 - Nascosti

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Sakura chiuse piano la porta della camera alle sue spalle e si diresse verso il bagno; impiegò qualche minuto a rimuovere del tutto dalle mani le tracce di sangue secco che aveva portato con sé dall'ospedale nonostante le avesse già lavate prima di intervenire su Sasuke, e nell'attimo in cui si allungò per prendere l'asciugamano alla sua sinistra il suo sguardo incrociò quello della ragazza riflessa nello specchio davanti a lei: lo chignon che portava in cima alla testa era quasi completamente disfatto, gli occhi erano arrossati e lucidi e aveva qualche schizzo di sangue che le impiastricciava il viso, la frangia e alcune ciocche di capelli.
Rimase immobile per un tempo indefinito ad osservare la sua immagine con le orecchie che fischiavano: la luce soffusa, il silenzio, l'aroma rilassante delle candele e dei sali da bagno alla rosa, ciliegia e limone sul bordo della vasca; era a casa sua, eppure le sembrava impossibile essere lì in quel momento dopo tutto quello che era successo nelle ultime due ore.

In che cosa diavolo ti sei cacciata, Sakura?!
Era già folle l'idea di aiutarli a fuggire, ma portarli addirittura a casa tua! E ora, mh? Che cosa accadrà ora? Quei pazzi potrebbero provare di nuovo ad ucciderli, e con tutta probabilità adesso sei un obiettivo anche tu! E se invece così non fosse, hai assistito all'omicidio di due gangster, altri due sono scappati e tu con loro! Dovrai parlare con la polizia, e pensare a che scusa inventare per essere sparita dal lavoro, e...

"Stai bene?"

Itachi si era appena materializzato dietro di lei; si era tolto la camicia zuppa di sangue ed era appoggiato con una spalla allo stipite della porta a torso nudo, tenendo in mano la salvietta con l'occorrente utilizzato per curare Sasuke: aveva lo stesso fisico del fratello, perfetto e armoniosamente scolpito, e sul pettorale sinistro la medesima camelia racchiusa in un ventaglio era tatuata sulla pelle bianca.

Almeno in tutta questa storia un lato positivo c'é.
Ew, ma che cos'hai che non va? Ti sembra il momento adatto per pensare a cose simili?

"Sì...sì, scusami" rispose lei affrettandosi a finire di asciugarsi. "Che succede?" "Niente. É solo che prima di bere quel drink forse sarebbe il caso che ti dessi una mano a ripulire, dal momento che ci hai salvato la vita." Entrò e poggiò la salvietta sul piano del lavandino, Sakura gli sorrise leggermente. "Grazie, ma tu avresti dovuto restare fermo dov'eri. Stai sanguinando." "Se non vuoi che ti aiuti allora dovresti almeno lasciarti convincere a lasciar perdere la mia ferita." Proseguì lui guardandola negli occhi; l'altra incrociò le braccia e sospirò, rassegnata. "La disinfetto e la avvolgo con una fasciatura. Il minimo indispensabile." Stavolta fu Itachi a sorridere appena. "Andata."
Dopo aver preso ciò che le serviva dal cassetto sotto il lavandino Sakura gli si avvicinò e cominciò a medicarlo con cura, tentando di non mostrarsi troppo in imbarazzo nel trovarsi così a stretto contatto con lui: sapeva di comportarsi come una vera stupida date le circostanze, ma la sua presenza e il sottile odore minerale del suo profumo che di tanto in tanto percepiva tra quello pungente del disinfettante, del sangue e del sudore la stavano facendo sentire come se fosse in procinto di scalare una montagna piuttosto che eseguire una semplice fasciatura come le centinaia che effettuava ogni giorno a lavoro.

Assorta com'era in quei pensieri, non si accorse che Itachi la stava scrutando.

Sembrava una ragazza talmente fragile al primo sguardo; così bella, esile, i capelli di quel tenue rosa pastello, i grandi occhi verdi e trasparenti, ma non lo era affatto: c'era una luce vivida, in quegli occhi, c'era forza, cuore, intelligenza.

Era proprio come lei.

"Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per noi, in particolare per Sasuke." Le disse mentre iniziava ad applicargli la medicazione. "Hai avuto coraggio ad accettare di aiutarci." "Beh, aiutare le persone é il mio lavoro, dopotutto." Replicò Sakura alzandogli appena il braccio per passargli la garza da sopra la spalla a sotto il bicipite; dopo alcuni attimi alzò gli occhi, incontrando il suo sguardo. "Mi dispiace tantissimo per quello che é successo." "Grazie." Rispose Itachi con un velo di amarezza nella voce; qualche momento dopo l'altra terminò di sigillare il bendaggio. "Ecco qua. Adesso possiamo andare a prenderci quel drink, inizio veramente ad averne bisogno."

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