2. (Alice)

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Un ultima passata di rossetto e finalmente sono pronta. Non sono abituata a mettere questo rossetto ed ogni volta mi sento a disagio ma tutti mi dicono che questo rosso mi sta divinamente ed in più al mio ragazzo piace.
Guardo il pianale in marmo su cui ho sparpagliato i miei trucchi costosi e afferro il correttore. Se soltanto qualche anno fa mi avessero detto che un giorno sarei stata in un appartamento enorme nel centro di Londra, a truccarmi per un'uscita mondana con il mio ragazzo ed i miei amici, probabilmente sarei scoppiata a ridere come una bambina. Ed invece eccomi qui, a centellinare un correttore che costa quanto metà del mio primo stipendio e ad aspettare che il mio fidanzato finisca di prepararsi.
Avvicino la punta del dito allo zigomo e mi guardo allo specchio. Mi fermo e mi assale un dubbio: voglio davvero coprirle queste lentiggini?  È così strano, non mi sono mai piaciute, eppure adesso avrei quasi voglia di metterle in evidenza.
Afferro un fazzoletto dalla scatola e mi pulisco il dito. Stasera le lascio così.
A Damiano piacevano così tanto. Ogni tanto me le baciava, prima di addormentarci e mi diceva che sembravano tante piccole costellazioni.
Chissà come sta.
A Londra in questi giorni non si parla d'altro che del loro imminente concerto. Sono davvero felice che abbiano spopolato anche fuori dall'Italia ma ho una paura folle d'incontrarlo.
Anche se ogni tanto ci penso a come sarebbe, rivederlo dopo così tanto tempo e dopo quell'ultima telefonata.
Chissà se ha imparato a calmarsi prima di un live, o se ha ancora bisogno di quei quindici minuti solo suoi per scaldarsi la voce e leggere barzellette su Totti ed allentare la tensione. 
Chissà se ha perso il vizio di mordersi l'interno del labbro quando è nervoso o di giocherellare in continuazione con gli anelli che indossa.
Chissà se ha capito quanto sta bene con addosso anche solo una maglietta, senza bisogno per forza di tutti quegli abiti coatti.
Chissà se ogni tanto, tra un impegno e l'altro gli vengo in mente. E chissà se sorride, senza saperlo, quando per sbaglio qualcuno fa il mio nome, o se invece scrolla la testa per non pensarmi.
Ogni tanto mi capita ancora di disegnarlo. Solo quando sono sola e il mio ragazzo è via per lavoro. Ultimamente quasi sempre. Poi guardo il disegno, sorrido e lo nascondo in fondo alla pila di fogli bianchi, perchè nessuno lo veda.
"Ci sei, Carboncino?"
"Prendo la borsa e arrivo" gli dico "Dove ci aspettano?"
"Si chiama King's Joker Pub, ha appena aperto" mi dice venendomi incontro e baciandomi la guancia "E hanno detto che a metà serata ci sará una sorpresa"
Lo guardo e gli carezzo i capelli:"Lo so, lo so! E' tutta la settimana che ne parli!" gli sorrido "Speri ancora che ci sia Álvaro Morata, vero?"
"Che male c'è a sognare?" mi chiede sistemandosi il colletto della camicia azzurra.
"Dovremmo andare a vederla una partita, prima o poi"
"Ci verresti davvero?" mi chiede entusiasta.
"Perchè no? Non sono mai stata allo stadio"
Una volta io e Dem saremmo dovuti andare a vedere Roma-Juventus, ma alla fine abbiamo dovuto rimandare per un impegno improvviso della band.
"Ecco perchè ti amo!" mi bacia la fronte ed io sorrido.
"Che ne dici della settimana prossima?"
"Sarò via da martedi a lunedi prossimo per quell'affare con quell'azienda in Svizzera" mi dice. Abbasso la testa e cerco di trattenere la reazione.
"Ma è il nostro anniversario venerdì!"
"Lo so e credimi, mi farò perdonare" mi dice carezzandomi il braccio "Ma è importante, lo sai"
Da quando la sua agenzia di grafica pubblicitaria ha iniziato ad ingranare, non fa altro che viaggiare e lasciarmi sola per settimane intere. Tornerà a casa come sempre con un mazzo di fiori ed un gioiello costoso, tanto per farsi perdonare.
L'ultima volta mi ha regalato degli orecchini di Versace. Sono meravigliosi ma non li ho mai messi per paura di perderli.
Lui dice che non devo più farmi certi problemi, ora che abbiamo questo tenore di vita, ma io non sono nata nell'agio come lui. So cosa significa doversi lavare i capelli con l'acqua imbottigliata perchè quella corrente è stata tolta. Credo che sia proprio questo che ci rende così diversi: Il modo che abbiamo di vedere e gestire il denaro.
Anche dopo che ho pubblicato Beggin, ho sempre cercato di risparmiare come potevo, per non dipendere da lui e non correre il rischio, un domani, di non avere nemmeno un soldo a cui aggrapparmi.
"Tesoro ti prego, perdonami"
Gli faccio segno di si con la testa. Sono ancora arrabbiata ma non mi va di litigare. E poi i nostri amici ci stanno aspettando.
"Santo cielo!" esclama squadrando il mio nuovo vestito grigio. Adora quelli senza spalline.
"Questo vestito è meravigliosa" mi dice poi, abbracciandomi da dietro "Sarei quasi tentato di fingermi malato, per potertelo togliere" mi bacia il collo ed io chiudo gli occhi, godendomi quel gesto.
"Oh no, caro mio, usciamo e come se c'è il cibo gratis!" gli rispondo ed entrambi scoppiamo a ridere.
Scendiamo in garage e saliamo sulla costosa Audi bianca, gentilmente offerta dall' ultimo grosso cliente con il quale è entrato in affari. Sulla fiancata spicca in nero la scritta "RF GRAPHIC" in un corsivo elegante e sofisticato. Chiudo la portiera e lo guardo accendere l'auto e come al solito fare un sorrisino al suono del motore che parte. Scrollo la testa e lui mi osserva divertito.
"Che c'è?" mi domanda.
"Nulla, è che sembri un bambino con in mano un giocattolo nuovo"
Lui esce dal vialetto, parte ed imbocca Strike Road, poi scala la marcia e accelera.
"Ma questo È un giocattolo nuovo!" risponde ammiccando.
"Ma io non ho intenzione di morirci sopra" gli sorrido sarcastica "Tiziano, ti prego" dico allacciando la cintura "Guida piano".

Beggin 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora