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Sono le sette e non ho ancora riconsegnato il badge ma non importa. Mi piace restare fino allora di chiusura, specialmente quando è tutto così calmo che persino i quadri sembrano diversi.
Mio padre lo diceva sempre:"Le grandi opere vanno guardate in silenzio, per coglierne il significato".
Quanto aveva ragione!
Sono di fronte alla sala dedicata a Van Gogh e ho la tentazione di entrare. Peter me lo lascerebbe fare, ma non è il caso, è tardi e se entrassi ora resterei a fissare quei quadri per tutta la notte senza accorgermi del tempo che passa.
Non ho avuto nemmeno un attimo di pausa oggi e sono stanca, anche se forse è meglio così. Se rimanessi da sola avrei troppe cose a cui pensare. O forse una sola.
Ieri sera è stato assurdo il modo in cui sono riuscita a rimanere calma, nonostante mi trovassi in mezzo ai due uomini della mia vita, che si stavano praticamente uccidendo a colpi di sguardi.
La calma di Damiano mi ha fatto riflettere su quanto è cambiato da quando lo conosco. Soltanto tre anni fa avrebbe preso a schiaffi chiunque mi avesse guardata più del dovuto.
Ieri sera, quando lo ho visto serrare la mascella e mordersi l'interno del labbro, ho pensato che lo avrebbe ucciso ed invece inaspettatamente ha saputo controllarsi.
Probabilmente gran parte del merito va anche al fatto che ora non gli interesso nemmeno più. Ce l'ha con Tiziano per semplici manie di protagonismo.
Eppure quello sguardo....
E vogliamo parlare di quanto è stato imbarazzante essere seduta in mezzo a loro che, come se nulla fosse parlavano di calcio e di musica? O di come Tiziano lo abbia addirittura invitato a bere qualcosa con alcuni ragazzi della compagni nei prossimi giorni?
"Alice"
Una voce mi distrae dai miei pensieri.
"Logan" dico al mio caro amico della sicurezza "Attacchi adesso?"
Lui sbuffa e mi sorride:"Mi tocca il turno di notte con Luke" mi dice imbronciato. Quel biondino in prova ancora non gli va a genio. Piego la testa e gli poggio una mano sulla spalla.
"Tua moglie sta un pó meglio?"
"Si è rimessa, anche se dovrà imbottirsi di medicinali ancora per un pò, ma è fuori pericolo"
"Che bella notizia!" esclamo entusiasta.
"Ti ringrazia molto per i fiori e per i cioccolatini" mi dice sorridente "Appena potrà li divorerà"
Gli sorrido di nuovo e poi incrocio le braccia sbadigliando.
"Vai a casa o vuoi restare un pó a fissare i tuoi quadri?" Mi conosce così bene ormai.
"Solo un altro pò" gli faccio l'occhiolino.
"Resta quanto vuoi!" mi dice in tono quasi paterno. Che uomo gentile!
Faccio qualche passo sul parquet fresco di lucidatura e do un'occhiata al Noli Me Tangere di Tiziano. Un dipinto meraviglioso della sua gioventù che ho sempre amato riprodurre a carboncino.
Mi siedo sulla panca imbottita e lo osservo meglio, per cercare sfumature nuove, che mi sono sfuggite il giorno prima.
Sento dei passi ma non mi volto. Sarà sicuramente Logan che come al solito mi ha portato il caffè dalla macchinetta all'entrata.
"Sempre a fissare quadri eh?"
Questa non è la voce di Logan.
Questa è una voce che ti entra in testa, va a toccare il cuore, te lo fa vibrare come la corda di un violino e poi esce dalle labbra, incurvandole in un sorriso.
Dem...
Mi alzo in piedi, mi volto e lo trovo lì a fissarmi dal basso, con la testa piegata di lato ed un sorriso che darebbe vita al più antico dei dipinti in questa stanza.
"Che ci fai qui?"
"Quando ci sentivamo, i primi tempi, mi dicevi sempre che ti piaceva rimanere anche dopo la chiusura" mi dice malinconico "Così ho pensato di venire a vedere se c'eri"
"Sei nervoso per il concerto?"
"Si nota?" mi chiede.
"Io lo noto" gli rispondo.
Lui non dice nulla. Probabilmente perchè stiamo pensando tutti e due al quanto bene conosciamo l'altro.
"È che è la prima volta che facciamo qualcosa di così grosso!"
"Andrai alla grande come al solito, vedrai"
"Non sei mai venuta" dice, giocherellando con gli anelli "Ma tra il lavoro e Tiziano, sarai stata impegnata" aggiunge con un tono troppo seruo per lui.
"Damiano, non ricominciare, ti prego"
"Tranquilla, non era una frecciatina, dicevo sul serio"
"Ah si?" lo guardo scettica.
"So stato 'no stronzo al telefono l'ultima volta" dice schietto "Non avrei dovuto parlarti in quel modo"
"Più che altro non avresti dovuto parlare in quel modo di Tiziano"
"Ho deciso di accettare il suo invito" mi dice. E il cuore mi schizza in gola.
"Scherzi? Vuoi davvero passare la serata con lui e i suoi amici?"
"Perchè no? Sarebbe un modo per seppellire l'ascia di guerra, no?"
"Ma se fino all'ultima volta volevi seppellire lui!"
"Lo so e mi dispiace" mi dice triste "Ero arrabbiato"
"Perchè stavo con lui?"
"Perchè stavi con chi ti aveva portata via da me!" sputa fuori quelle parole come se fossero amare come il fiele.
Seguono un paio di secondi di silenzio. Io a pensare alle parole che ha detto e lui a pensare che forse avrebbe dovuto starsene zitto.
"Non è stato lui, Dem"
"Non chiamarmi così" fa un passo verso di me e deglutisce, guardando il basso.
"È stato il destino" aggiungo indietreggiando "Eravamo sbagliati"
"Un pò come Beggin?" chiede malinconico. Ha l'aria di un cucciolo bastonato ed io ho la tentazione di abbracciarlo e nient'altro, ma ho paura di quel che potrebbe scatenare il minimo contatto fisico con lui.
"Si, un pò come Beggin"
"Ho visto che il libro sta andando alla grande" mi dice infilandosi le mani in tasca "Sono carini i nuovi nomi che hai scelto"
"Sul serio? Vic non è arrabbiata con me perchè l'ho fatta diventare un maschio?"
"Capirai! Manco t'accorgi della differenza certe volte"
Scoppiamo a ridere e ci guardiamo negli occhi.  Sono così belli e scuri.
"Le manchi, sai?" Ho una fitta al cuore. "Ogni tanto la vedo che va a sbirciare il tuo profilo. Ma non mi dice nulla perchè non vuole intristirmi"
"Anche lei mi manca"
"Perchè non chiami mai allora?" fa un altro passo verso di me.
Non rispondo e guardo in basso. Un altro secondo occhi negli occhi con lui e potrei non risvegliarmi più.
"Come stanno Bacco e Arianna?" mi chiede, forse per alleggerire l'atmosfera.
"Li hanno spostati accanto alla sala degli arazzi" gli dico "Li vuoi vedere?"
Merda, Alice! Ma che cazzo de domande fai?
"Magari!" risponde.
"Vieni, sono appena dopo quella porta in fondo" Dico indicando la sala numero sedici.
Mi faccio seguire fino al dipinto e quando finalmente lo ho davanti il cuore si ferma per qualche istante. Quanto tempo che non mi fermavo a guardarlo, nemmeno mentre lo presentavo al pubblico. Faceva troppo male.
"Mi è mancato" dice a bassa voce, osservandolo stupito come la prima volta.
"Anche a me"
"E io?" si volta ed improvviso mi accorgo di averlo decisamente troppo vicino.
"Io ti sono mancato?"
"Dem, io..."
"Per favore, non chiamarmi così" mi chiede, quasi fosse una supplica.
"Perchè?" chiedo indietreggiando.
"Perchè me mette tristezza" dice fissando il pavimento "Me fa pensà a 'r passato"
Poso di nuovo lo sguardo sul quadro e cerco di contenere le lacrime che d'improvviso mi stanno assalendo.
"Le pensavi davvero quelle cose che hai detto in aeroporto?"
"Quali?"
"Che eravamo sbagliati"
"Non lo so..." ho la gola secca.
"Non lo sai o non vuoi dirmelo?"
"Dem, non so a cosa stessi pensa..."
"Ali forse non mi sono spiegato..." mi dice avvicinando pericolosamente il viso al mio "Chiamami così 'n'altra volta e t'appiccico al muro e me ne fotto anche di Bacco e Arianna" ha la voce bassa, calda come la ricordavo.
Il mio cervello si sconnette qualche secondo e rimane senza ossigeno. Possibile che riesca a farmi ancora questo effetto? O meglio: ha mai smesso?
"Dicevo..." mi scosto da lui in cerca d'aria e cambio discorso "Che non so a cosa stessi pensando di preciso in quel momento"
"Che intendi?"
"Santo cielo Damiano, ha così tanta importanza?"
"Ho passato i successivi otto mesi a chiedermi che cosa volessero dire quelle parole, Alice. Quindi sì, ha molta importanza"
"Io...Credo stessi cercando di convincere me stessa che stavo facendo la cosa giusta"
Lo vedo fare un passo indietro e pensare alle mie parole. Poi si rimette a fissare il quadro.
"Che strano...Il nostro prima vero bacio ce lo siamo dati di fronte ad un Tiziano" fa un sorriso amaro "Credi fosse un segn? Che qualcuno lassù stesse cercando di avvisarci dell'arrivo di Tiziano?"
"Credo che sia stato tempo fa" rispondo nel bieco tentativo di cambiare discorso "E poi...Se anche fosse? Che cambierebbe?"
"Rimane comunque il bacio più bello della mia esistenza" mi dice lui, senza smettere di guardare l'opera. Io non rispondo.
Lui si volta e torna verso di me, si avvicina ed il mio cuore perde qualche battito.
"Te lo ricordi?" mi chiede fissando le labbra come fossero due frutti maturi che non vede l'ora di assaggiare.
Ma che sta succedendo? Perchè il tempo si è fermato? Perchè l'aria è diventata così leggera?
"Io..."
"Hey, ragazzo!" Grazie al cielo una voce ci interrompe. È Luke.
"La galleria è chiusa"
"È tutto apposto, Luke" lo rassicuro "Damiano è con me"
Lo sguardo della guardia si fa meno serio, poi si scusa, ci saluta e si dilegua.
"Vieni al concerto domani sera" mi chiede. Ma non è una domanda, sembra più na supplica silenziosa.
"Non posso, Damiano" rispondo "Ho un impegno importante"
Non è vero per niente,mMa andare ad un loro live è fuori discussione. E poi che cosa direi a Tiziano?
"D'accordo, allora credo che dovrò salutarti qui" senza darmi il tempo di reagire mi abbraccia e mi stringe con tutta la forza che ha, poi si stacca e mi guarda.
"Sono contento di averti rivista, Carboncino"
Non chiamarmi così, ti prego!
"Anche io" gli rispondo.
"Quindi sono perdonatoper tutte le stronzate che ti ho detto al telefono?"
Gli sorrido:"Certo che lo sei!"
Mi sorride anche lui e le sue fossette mi fanno tornare la voglia di baciargliele.
Alice, ma che cazzo stai a pensà? Levatelo dalla testa!
"Buona fortuna per il concerto" gli dico.
Lui infila una mano in tasca e dopo qualche secondo la estrae e tiene il pugno chiuso.
"Lo vuoi sapere un segreto?" mi chiede "Quando sono nervoso, prima di un live, gioco sempre con questo"
Apre il palmo e scopre il mio carboncino. Lo stesso che gli avevo regalato prima che partisse per X Factor.
"Ce l'hai ancora?"
"Non riesco a stare senza"
Non dico nulla, per il semplice fatto che ogni parola ora come ora sarebbe superflua.
"Bhe...Se cambi idea, qui c'è il mio numero estero" mi dice porgendomi un biglietto, con un contatto dal prefisso inglese. Lo afferro e lo metto in tasca, guardandolo mentre fa qualche passo indietro.
"Ci vediamo in giro, Carboncì" mi saluta, prima di voltarsi e andarsene.
Sento una fitta allo stomaco ora che è distante, come se tornasse a mancarmi l'ossigeno. Come se il tempo con lui non mi fosse bastato e ne volessi di più.
"Hey, Stalker" grido.
Lo vedo fermarsi ed irrigidirsi. Forse non avrei dovuto chiamarlo così? Si volta e mi fissa, malinconico.
"Non siamo mai stati un errore" gli dico "Non l'ho mai pensato"
Lui mi lancia uno sguardo di quelli che fai quando ritrovi qualcosa dopo tanto tempo ed ormai non ti serve più. Piega le labbra in un sorriso di circostanza e si volta, andandosene con le mani in tasca. Come a dire che ha capito, ma che per noi è troppo tardi.
Rimango sola a fissare la stanza vuota, sento l'eco dei suoi stivali sul legno e poi più niente, solo il silenzio.
Sì. Papà diceva che i quadri, se guardati in silenzio, trasmettono di più. Mi volto verso Bacco e Arianna e li guardo sorridersi con tutto il loro amore.
Infilo una mano in tasca e vado alla ricerca di quel piccolo pezzetto d'oro bianco che ho lasciato lì per tutto il giorno. Lo prendo, me lo metto al dito e fisso il diamante alla sua estremità.
Poi, presa di nuovo dai dubbi e dallo sconforto, lancio un'ultima occhiata ad Arianna, prima di uscire dalla stanza.
Chissà che mi direbbe, se potesse parlare....

Beggin 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora