Yoon

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-flashback-

Non ricordava quando avesse preso a ballare né quando avesse smesso, ma era certo di avere fatto entrambe le cose a causa del dolore lancinante ai polpacci e per il suo evidente stato di abbandono lungo un muro della stanza, contro il quale si era lasciato scivolare quando la stanchezza aveva cominciato a prendere il sopravvento.

Ogni tanto, da seduto, continuava a muoversi a ritmo e ad urlare insieme ai nuovi amici che si era fatto in quell'arco di tempo, anche se ignorava il loro sesso ed i loro nomi, ma sentiva di aver stretto un legame davvero forte con loro.

Nella mano teneva stretta quella che con ogni probabilità era vodka ad un gusto fruttato, e ne beveva lunghi sorsi fra una risata e l'altra, scaturita spesso da niente in particolare.

La serata aveva preso una piega fantastica. Non riusciva a ricordare perché era così di cattivo umore prima, ma adesso tutto sembrava più luminoso e felice e quindi non voleva preoccuparsene. Si sentiva allegro e giovane, e per la prima volta nella sua vita si stava godendo un momento di assoluta incoscienza senza farsi troppi problemi.

Uno dei suoi nuovi amici era tornato barcollando con un paio di bottiglie di assenzio, gliene strappò una di mano, alzandosi in piedi e cominciando nuovamente a ballare in modo scoordinato seguito da un altro paio di compagni di ventura. Non si sarebbe mai aspettato di potersi lasciare andare così, e pensare che aveva sempre trovato il ballare un'attività imbarazzante, mentre invece adesso avrebbe potuto affermare di non esseri mai divertito tanto.

Fu proprio nel momento in cui stava per allontanarsi da quello che ormai era diventato il loro muro, che una mano gli afferrò la spalla con fermezza, bloccandolo sul posto.

Si girò per capire cosa stesse succedendo, portandosi di nuovo la bottiglia alle labbra, e si trovò di fronte due occhi da gatto che lo fissavano duramente. <Yoon.> ringhiò.

Non ebbe il tempo di rispondergli che fu trascinato via e, stringendo al petto il suo assenzio, si ritrovò nel corridoio delle camere da letto, dove nessuno poteva accedere, con un piccolo folletto dai capelli di un rosso acceso il quale non sembrava molto felice, e si chiese perché. <Molla la bottiglia, Yoongi.> tese una mano verso di lui, impaziente.

<Che botti— oh.> guardò quella che teneva stretta fra le braccia e realizzò. <Oh. Oh, no.> disse semplicemente.

<Yoongi.> fece a denti stretti prima di strappargliela di mano al successivo cenno di dissenso del ragazzo.

<Presente!> balzò, fissando con occhi da cane bastonato la bottiglia che gli era stata ingiustamente strappata. <John. Oh, John.> mormorò fissando l'assenzio.

Il minore guardò prima il ragazzo per poi abbassare gli occhi sulla bottiglia e rialzarli sul ragazzo.

<Stai chiamando la bottiglia John? > gli chiese, alzando un sopracciglio con fare scettico. <Ho capito, non sei in grado di intendere e di volere, meglio ch—>

Fu interrotto dal maggiore che incominciò a vomitare... sulle sue scarpe.

<Aaaarg, Yoongi stasera ti ammazzo...>

Si concesse due minuti per calmarsi e, una volta ristabilito il proprio equilibrio interiore, prese di peso il ragazzo decidendo di portarlo nel proprio appartamento.

AVEVANO TANTE COSE SU CUI DISCUTERE.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 17, 2021 ⏰

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