Capitolo Tre

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«Ora che abbiamo finito le presentazioni, io e Eve avevamo da fare, quindi ciao.»

Rebekah si alza andando al piano superiore, e io la seguo.

«E così sei una strega eh? Come avrai capito, io sono un vampiro»

Dice mostrandomi i suoi canini.

Io annuisco e mi giro verso una lampada al di là del letto. «Phasmatos Motus Robix»

Detto questo la lampada si solleva, per poi riappoggiarsi a terra delicatamente.

Rebekah mi guarda sorridente.

Sembra imbambolata, così richiamo la sua attenzione. «Allora, quelle cose per bebè? Sai, non ho molto e devo proprio andare a comprarne»

«Oh giusto» si incammina verso uno scatolone in cima all'armadio.

Di solito per prendere le cose molto in alto io utilizzo la magia, ma essendo lei più alta di me non ne ha bisogno.

Torna verso di me e iniziamo a guardare i vestitini.

Alla fine ho preso solamente due tutine azzurre e un cappellino del medesimo colore.

«Ti va di fermati qui a pranzo?» mi chiede sorridendo.

Io annuisco così scendiamo in cucina per cucinare qualcosa.

«Quanti anni hai detto di avere?» mi chiede di punto in bianco Rebekah.

«Ventuno, te?»

Lei ridacchia «Un po' di più. Sai, io e i miei fratelli siamo i vampiri originari»

Ho letto qualcosa sull'argomento, se non sbaglio devono essere i primi vampiri della storia.

«Fico» dico apparecchiando la tavola.

«Sì lo so, grazie tesoro» afferma Klaus entrando in cucina.

Io alzo gli occhi al cielo.

Appena arriva anche Elijah ci sediamo tutti per mangiare, ma solo ora mi arriva un dubbio.

«Ma voi mangiate? Nel senso, Will non mangia mai, preferisce andare a caccia e bere sangue. Come mai voi no?»

Elijah si pulisce la bocca con il tovagliolo e mi spiega. «Durante i decenni ci siamo abituati a mangiare come gli umani per non destare sospetti. Ma non credere che anche a noi non piaccia bere sangue»

Detto questo mi mostra il suo bicchiere di vino, che mi accorgo essere sangue, fortuna che non ho ancora bevuto.

Finito di mangiare sparecchiamo e io e Klaus andiamo in salotto, mentre Rebekah e Elijah ci salutano dicendo che avevano delle cose da fare e uscendo di casa.

«Questa sera c'è una festa al quartiere francese, per cui ti consiglio di metterti il vestito più bello che hai» dice Klaus per rompere il ghiaccio.

Io annuisco ma poi ci penso su. «sai, partendo in tutta fretta non ho preso molto dal mio armadio. Anzi, penso di non avere proprio vestiti se non quello comprato stamattina»

A Klaus gli si illuminano gli occhi, «me lo fai vedere?»

Dato che non ho niente da fare annuisco, così salgo in camera e lo indosso.

È un semplice vestito rosso mattone con la scollatura a cuore.

Scendo e lo mostro a Klaus, che per un attimo rimane a guardarmi. «Ti sta molto bene, accentua le tue curve» dice con un sorriso beffardo.

Il gli faccio il terzo dito e torno in camera di Rebekah a cambiarmi.

Una volta di nuovo in salotto mi siedo sul divano e guardo Klaus. «Mi annoio»

«E io cosa dovrei fare?» mi chiede guardandomi solo per un attimo e tornando poi con gli occhi sulla sua tela.

Sbuffo a mi sdraio, poi ho un idea. «Vado a comprare il gelato»

Faccio per alzarmi dal divano ma Klaus velocemente mi blocca. «Sai cosa? Vado io, tanto dovevo già sbrigare delle faccende»

Io lo guardo male, ma data la mia voglia di fare nulla mi risiedo sul divano.

«Posso visitare casa tua? Almeno faccio qualcosa nell'attesa»

Annuisce, per poi uscire di casa.

"Un po' rincoglioniti sto vampiri" penso.

Inizio col visitare le varie stanze, arrivando poi in cima a delle scale che portano in un seminterrato, almeno credo.

Scendo e vedo che la porta è socchiusa, così presa dalla curiosità entro.

Vedo tre bare. «Questa cosa è lugubre»

Mi avvicino a l'unica delle tre che è chiusa, dato che le altre due sono aperte e vuote.

La aprile trovo dentro una persona che mi fa sobbalzare. Ha un pugnale conficcato nel cuore.

Non so perché, ma qualcosa mi dice di togliergli quel pugnale, e così faccio.

Mi aspettavo che accadesse chissà cosa, invece non è accaduto niente. «che palle» dico tornando su di sopra.

È passata ancora mezz'ora e Klaus non è tornato. Sento la porta chiudersi, così vado verso l'entrata sperando che sia lui con il mio gelato, ma non c'è nessuno.

Torno in salotto e non credo si miei occhi. Sul divano c'è il morto di prima, che ora non è più tanto morto.

«grazie per avermi tolto quel pugnale da cuore, sai, iniziavo ad annoiarmi tutto solo in quella bara»

«chi cazzo sei?» chiedo prendendo il pugnale e puntandoglielo contro.

Lui si alza dal divano. «Il mio nome e Kol Mikealson. Non voglio farti del male, quindi per favore abbassa quel pugnale»

Non vorrei, ma c'è qualcosa nel suo tono di voce che mi costringe ad appoggiare il pugnale sul tavolino.

Poi ci sediamo entrambi sul divano. «Io sono Eve».

Iniziamo a parlare e lui mi racconta di come Klaus lo ha pugnalato e messo nella bara solo perché gli andava e io invece gli ho raccontato del mio trasferimento.

Poi lui sembra accorgersi del mio "rigonfiamento" all'altezza della pancia e si abbassa come per sentire se dentro ci fosse qualcuno.

Io sorrido a quel gesto tanto semplice quanto carino.

«Perché tu se qui? E perché sei vivo?!»

Io per te morirei | Kol MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora