32. Ricordi

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Il nonno, colui che con la sua pazienza infinita, con i suoi abbracci e le sue premure mi ha fatta crescere e diventare ciò che sono oggi

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Il nonno, colui che con la sua pazienza infinita, con i suoi abbracci e le sue premure mi ha fatta crescere e diventare ciò che sono oggi.

I bambini pensano al nonno come la figura che ci protegge dalle sculacciate dei genitori, che ci porta al parco quando mamma e papà sono a lavoro.

Io, Evelyn Evergreen, penso a mio nonno come tutto. Mio padre, mia madre, mio nonno e allo stesso tempo mia nonna.

Mi ha sgridato come farebbero i genitori, insegnato ad andare in bici, aiutato a fare i compiti.

Mi ha dato i soliti 5 euro per il gelato, abbonato qualche marachella e rimproverato ogni volta che mangiavo poco.

Mi ha cucinato delle torte fantastiche e brontolata ogni qual volta non finissi il mio piatto proprio come una nonna.

È stato, è e sarà sempre il pilastro fondamentale della mia vita.

Avrei voluto impegnarmi di più per aiutarti nonno e starti più vicino ma la vita è sempre stata contro di noi. Ricordati di me perchè io non ti dimenticherò mai.

Tua Evelyn

Ogni giorno dopo una attenta riflessione e tanti flash back sui nostri momenti felici scrivo una lettera, una lettera ricca di amore e promesse.

-Evelyn, piccola- alzo gli occhi dslla lettera e mi affretto a richiuderla e buttarla dentro il cassetto.

-dimmi- in questa ultima settimana siamo stati poco insieme, io sono stata troppo impeganata a piangermi addosso e lui troppo impegnato con il branco.

-non ti fa bene, ne a te ne al bambino saltare i pasti- butto l'occhio sull'orologio e noto che sono le due passate del pomeriggio. Mi sono completamente dimenticata di mangiare.

-non mi sono accorta dell'ora- mi butto nel letto dandogli le spalle.

-adesso basta! Non mi va bene che mi eviti come fossi la peste. Capisco la mancanza di tuo nonno ma non devi escludermi!- si sta iniziando a scaldare e anche io lo sto facendo.

-mio nonno è M O R T O. Razza di babbuino e scusa se per una volta vorrei tenere i miei pensieri per me.-

-certo per una volta! Infatti non ho scoperto in ospedale daTUO PADRE che sei incinta.O SBAGLIO?- i suoi occhi si tingono di rosso e in men che non si dica sbatte la porta alle sue spalle lasciando la stanza.

Poco dopo sento un ululato e un rumore di zampe che si allontanano dalla casa branco. Sento le mani che si iniziano a bagnare inevitabilmente delle mie lacrime.

Le braccia di mio padre mi prendono il viso tra le braccia alzandolo.

-cosa è successo?- mi accarezza i capelli mentre io piango e mi trattengo il ventre dolorante.

-lui.. si è arrabbiato.. per la gravidanza... e perchè lo sto ignorando... come posso essere una madre? Faccio così schifo-

-Evelyn adesso basta! Voglio rivedere la mia bambina sempre sorridente e cazzuta al punto giusto. Vai a riprenderti il tuo uomo prima che sia troppo tardi.- ha ragione... mio padre ha detto una PAROLACCIA? Questa me la segno sul calendario.

Mi alzo dal letto e nel tentativo di stirare il vestito finisco solo per arruffarlo ancora di più.

-vado-

Esco dalla porta principale della casa branco e mi inoltro nel bosco verso dove credo lui sia.

Le temperature sono molto basse nonostante siano le due del pomeriggio e sembra quasi che stia per iniziare a piovere.

Più mi allontano dalla casa branco più i bambini iniziano a scalciare e il cielo si annuvola. Tutto finchè non inizia a piovere.

I piedi mi iniziano a far male e il mio corpo e scosso dai brividi.
Dove sei Lucas?

Inizio ad urlare il suo nome finchè non vedo un lupo dal pelo marroncino seduto sotto ad una quercia. Inizio a correre nella sua direzione e finisco in ginocchio accanto al suo muso.

I suoi occhi rossi mi osservano passivamente come fossi una persona qualsiasi, un'estranea.

-scusami, io non volevo mentirti ne escluderti. Mi dispiace tanto Lucas. Ti amo- appoggio mio viso sul suo muso bagnato aspettando una sua reazione.

L'unica cosa che fa è spostare il suo muso e stendersi a ciambella. Mi alzo affranta pronta a tornare alla casa branco quando lui mi tira verso di se dai pantaloni.

Mi giro stupita e con il muso mi fa segno di stendermi nello spazio che mi ha riservato. Mi sdraio sul suo pelo morbito e mi beo della sua lingua che prende a leccarmi tutte le goccioline di pioggia che cadono sul mio viso e del suo meraviglioso calore.

Quando smette di piovere si trasforma e prende il mio viso tra le mani.

-ti amo anche io Evelyn- rimaniamo stesi sull'erba fresca a contemplare il cielo e a coccolarci.

-dove eravate finiti ragazzi? Eravamo in pensiero per voi- ci sgrida bonariamente sua madre quando torniamo zuppi visto che un altro acquazzone ci ha sorpresi al ritorno.

-abbiamo fatto una passeggiata, ci vediamo a cena- corriamo verso la stanza ridendo come due adolescenti in fuga.

Ci buttiamo nella vasca e ci rilassiamo grazie al tepore caldo dell'acqua.

-visto che abbiamo appena vinto una guerra che ne dici di concederci una piccola vacanza? Io te e i due mostriciattoli nella mia baita in montagna e poi nella casa al mare.- mi giro soridente e gli schiocco un bacio sulle labbra.

-mi pare un ottima idea- la sua mano risale sulla coscia facendo cospargere di brividi il mio corpo. Il suo sorriso malizioso mi manda in estasi finchè non mi bacia

Capitolo 32I nostri due ragazzi andranno in vacanza, cosa vi aspettate che succederà?

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Capitolo 32
I nostri due ragazzi andranno in vacanza, cosa vi aspettate che succederà?

MC

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