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Pov Chiesa:

Non sapevo cosa fare, la noia mi stava divorando e direi anche la fame.
Erano più di 5 ore che non toccavo cibo.
L'orologio segnava già le 21:30, non so da quanto tempo sono qui su questo letto a fissare il muro.
Penso sia un buon momento per poter scendere, anche perché dalle camere dei miei compagni proviene solo chiasso e da solo non saprei cosa fare.

Ancora devono cenare e già si mettono a festeggiare, i soliti ritardatari.
Senza avvertire Nic scesi al piano di sotto e cercai la sala da pranzo, forse avrei trovato il mister che mi avrebbe potuto dire in anticipo la notizia che tanto attendevo.
Almeno è quello che speravo.

Ne in sala da pranzo e ne all'ingresso c'era nessuno, perciò non mi restava altro che fare un giro per perdere tempo.
Devo ammettere che l'albergo era davvero grande, con uno stile quasi antico.
Aprii una di queste porte e mi ritrovai nel salone, se posso chiamarlo così.
Era pieno di quadri, sedie e divani.

Su uno di questo notai una figura minuta, una ragazza sdraiata che stava riposando.
Forse era poco più piccola di me, all'incirca 20 anni.
Non sapevo se fosse la fidanzata di qualcuno dei miei compagni, probabilmente era venuta per fare una sorpresa.
Era davvero una bella ragazza, una semplice, senza trucco o vestiti troppo attillati, anzi sembrava che si trovasse a casa sua.

Non sapevo se avessi dovuto svegliarla o lasciarla riposare.
Tutti i miei compagni sarebbero scesi di li a poco per cenare, quindi se la svegliavo ora o tra 20 minuti non sarebbe cambiato nulla.
"Ehy."- mi sedetti sul divano per scuoterla dolcemente.
"Ehy svegliati."

"Roberto ho sonno, li conoscerò domani, lasciami dormire ancora un po'." - tutto questo con la voce impastata dal sonno.
"Roberto? No io sono Federi-."
"Federico?."
Nemmeno il tempo di realizzare che mi trovai le sue 5 dita sulla mia guancia sinistra e lei incazzata.

"Oddio scusami, tu non sei Federico, mi dispiace tanto, scusami."- sembrava veramente che fosse dispiaciuta, lo notavo dal suo sguardo.
"Sono Federico, ma non quello che credevi tu mi sa."
Iniziava a bruciare, speravo che non si fossero formate le dita sulla mia guancia, ma le possibilità erano molte alte.
"Davvero scusami, se vuoi vado a prenderti del ghiaccio se ti brucia."

"No non ti preoccupare, non mi hai fatto nulla, e basta scusarti davvero, sono cose che capitano."
"Colpire uno sconosciuto all'improvviso? Si, proprio cose che capitano."- finii ridendo.
"Non so cosa ti abbia fatto questo Federico, ma non siamo tutti così."
"Lunga storia, anche noiosa per certi versi... Che ne dici se ricominciamo da capo? Non mi sembrava eccezionale come inizio."

"Certamente- mi sedetti per terra, così sarei stato alla sua altezza- piacere Federico, non quello ma un altro."
"Piacere Nat, felice di conoscerti."
"Vale lo stesso per me. Allora Nat, sei qui per vedere qualcuno? Anche perché l'albergo è privato, quindi non penso tu sia venuta per altro."
Questa era la cosa che più mi premeva sapere, più della notizia del mister.

"In verità si, sono qui per
qualcuno."
Allora era sicuramente venuta a trovare il suo ragazzo, non c'erano altre spiegazioni.
Quello che mi domandavo era con chi fosse fidanzata, era molto giovane per essere la ragazza di uno dei miei.
Anche perché la maggior parte ha già famiglia, non riuscivo a capire con chi potesse stare.

"Sei fidanzata con uno della nazionale?"
"No no, non sono qui per qualcuno di voi, sono un'amica di Roberto."
"Roberto?"
"Si Roberto."
"Mancini, Roberto Mancini? Il nostro allenatore?."
"Ehm si, c'è qualcosa di strano?."

"No no è solo che non ha mai portato nessuno con se e non sapevo avesse una nipote o altro, sempre che lo sei."
"Lo considero come un padre, però no, non siamo parenti, non abbiamo nessun legame di sangue."

"Pensavo fossi la fidanzata di qualcuno ad essere sincero. Roberto sarebbe stato l'ultimo delle mie opzioni."
"Cosa te lo faceva pensare?."
"Beh non si vedono qui tutti i giorni ragazze come te ecco, pensavo stessi facendo una sorpresa a uno della squadra, sarebbe stata anche bella come idea."

"Non sono più fidanzata ormai, non da molto ma almeno ora sono felice."
"Da come parli la fai sembrare una liberazione."
"Perché lo è, mi sento davvero libera ora. Libera di poter fare tutto quello che mi va senza dar conto a nessuno."
Credo che il destino sia dalla mia parte, sono stato baciato dalla fortuna, questa si che era una bella notizia per me.
Avevo completamente campo libero, sperando che non avesse nessuno che già la corteggiasse al di fuori di qui.
In caso contrario mi sarei impegnato di più, almeno per una semplice amicizia.
Per ora.

"Resterai qui con noi per molto?."
"Finché non sarà finito l'europeo, quindi ancora per un po'."
"Perfetto."
"Come mai?."
"Cosa?"
"Come mai perfetto?"
"Beh come dire è una bella notizia, sono ormai abituato a vedere sempre le stesse facce ogni giorno, qualcuno di nuovo fa solo bene."

"Che ne dici se ci spostassimo in cucina? Così aspettiamo gli altri direttamente lì."
"Si certo."
La condussi nella cucina e ci mettemmo a sedere.
Volevo farle altre domande, avevo il desiderio di conoscerla.
"Allora, Federico Chiesa giusto?"

Il mio nome suonava così bene detto dalle sue labbra.
"Giusto, te ne intendi di calcio?"
"Non sono di certo un'esperta ma si, qualcosa la conosco, e so con certezza che sei un ottimo giocatore, non mi sono persa una singola partita dell'europeo."

Mi si riempiva il cuore di gioia quando vedevo l'ammirazione negli occhi della gente, e lei mi stava guardando in questo modo.
Come se già fossi campione, mi guardava già con gli occhi di chi sa di aver vinto.
"Perché mi guardi così?"
"Così come?"
"Come se sapessi che vinceremo, come se ne avessi la certezza."

"Perché è così Federico, voi vincerete e ne sono più che sicura."
Tutta questa sicurezza non faceva altro che incuriosirmi ancora di più, volevo sapere tutto di questa ragazza, ogni minima cosa.
E questo è strano, perché in testa dovrei avere solo l'europeo, non dovrei farmi distrarre così facilmente.

"Mi fa piacere sentirtelo dire, ma niente è sicuro purtroppo."
"Tu fidati di me. Lo so che non ci conosciamo, forse nemmeno ci sentiremo più quando sarà finito l'europeo, ma credi nelle mie parole, avete la vittoria in pugno, dovete solo fare un ultimo sforzo e poi potrete alzare quella benedetta coppa ed essere i campioni d'Europa."

Non credevo che un discorso del genere, fatto da una ragazza appena conosciuta avrebbe potuto commuovermi, ma c'era riuscita.
"Sei riuscita a commuovermi, anche se non ci vuole molto."
"Immaginavo, hai l'aria di un ragazzo che piange per molte cose e forse anche spesso.
"Per le cose che contano si, solo per quello che ha un posto speciale nel mio cuore. Ah e comunque non chiamarmi Federico, per gli amici sono Fede, chiamami così d'ora in poi."
"Va bene, Fede."



Ecco a voi il 4 capitolo.
Che ve ne pare? Vi sta piacendo?
Fatemelo sapere, a domani 💜

La mia rinascita // Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora