Quella mattina sarebbe stata difficile per lui. Non che fingere avesse mai rappresentato un problema, ma il pensiero di legarsi a qualcuno gli faceva uno strano effetto, non certamente positivo. Segnava un cambiamento nel suo modo di porsi, di parlare e di trattare quella fortunata - o sfortunata persona, e ciò non gli era particolarmente gradito.
"La stasi. L'immutabile. Se ciò rappresenta la perfezione, di questo passo ne rallenterò solo il processo."
Si ritrovò a pensare Kibutsuji Muzan, osservando il paesaggio fuori la carrozza trainata da più di un paio d'ore ormai, che lo stava portando a compiere il primo passo per la riuscita del suo piano: far in modo che lei lavori secondo il suo volere, di sua spontanea volontà. In un certo senso, non gli dispiaceva l'immagine che T/N potesse fidarsi di lui al punto da pregarlo di cambiare la sua profezia, scongiurarlo di non lasciarsi alla morte.
La morte, se poteva evitarla, quello poteva percepirlo solo la Divinatrice.
Quanta rabbia poteva provare nell' immaginare che, in un certo senso, il suo futuro era nelle mani di un' incapace e sfrontata ragazzina che ancora non aveva ben compreso la sua posizione? Molta, ma proprio perché era l'uomo più potente e il più grande manipolatore del Giappone, doveva far in modo che, come tutti, cadesse ai suoi piedi.
-C'è tanto amore in quella ragazza che forse potrebbe scaldare anche il vostro freddo animo, sapete?-
-Sango.- sussurrò sprezzante -Non so perché ho ancora quella insulsa donna al mio servizio.-
-Perché avete deciso di usare anche lei, lo sapete. Non che quella donna abbia scelta, soprattutto se si tratta della sua famiglia. La vostra capacità di sfruttare le debolezze di chiunque non si prostri a voi, è chiara come sempre.-
-Non serve che rendi evidente ciò che è ovvio, Kokushibou.- continuò Muzan, socchiudendo gli occhi non appena l'eco di una voce femminile riecheggiò nella sua mente.
-Ogni tanto potresti anche ringraziare i tuoi sudditi per tutto il lavoro che fanno per te... come sopportarti, ad esempio.-
I suoi pugni si strinsero...
-Non hai bisogno di mostrarti costantemente crudele, le persone ti temono abbastanza.-
Tanto che le nocche diventarono bianche...
-Se oltre ad essere temuto sarai anche odiato, chi credi resterà con te fino alla morte?-
E le unghie si conficcarono nella carne.
-Sai quanta gente ballerebbe sulla tua tomba, Muzan?-
-Quanti gioirebbero nel vederti morto, Nobile Muzan?-
-Nobile Muzan?-
Non appena tornò alla realtà, un sospiro abbandonò velocemente il suo corpo, quasi avesse trattenuto il fiato per tutto il tempo. Distolse lo sguardo dal paesaggio fuori e lo puntò sull'uomo seduto di fronte a lui, che lo guardava evidentemente confuso.
-Vi sentite bene?- chiese con cautela, evitando come sempre di guardarlo negli occhi, gesto che nessuno avrebbe mai osato fare.
Tranne la Divinatrice.
-Siete teso da quando siamo partiti.- continuò, notando che non ricevette risposta da parte del suo padrone.
Quest'ultimo si chiese da quando Kikushibou fosse così in vena di fare domande. Non era mai successo che gli chiedesse di un particolare stato di malessere, né che lo squadrasse con tanta attenzione. Se anche uno come lui si insospettì, era chiaro che fosse evidente la sua costante tensione in presenza della Divinatrice - a quanto pare, lei non era l'unica a percepire qualcosa di strano dentro di sé.
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For Eternity | Muzan×Reader
Fanfiction|AU Kibutsuji Muzan × Reader| T/N non sapeva perchè si trovasse lì, al suo cospetto, ogni singolo giorno. In soggezione davanti ai suoi occhi rossi e alla sua presenza, pronunciò nuovamente la sua profezia, sempre la stessa. -Io la vedo, Nobile Muza...