La strada per andare in città era diversa da come T/N l'aveva immaginata: era illuminata di tanti colori artificiali, il rosso prevaleva sugli altri e anche dentro la carrozza erano udibili le voci dei cittadini che attendevano con ansia i fuochi d'artificio.
Avevano un entusiasmo diverso, quei due che a modo loro vivevano isolati dal resto del mondo. La ragazza non poteva fare a meno di tenere gli occhi puntati verso il finestrino, a guardare il paesaggio che si presentava fuori. Gli occhi le luccicavano di curiosità e meraviglia, entusiasta al solo pensare che sarebbe stata tanto felice dopo una vita passata da una prigione all'altra.
Muzan, dal canto suo, cercava di nascondere il suo fastidio per non mostrare troppo quanto fosse obbligato dai suoi stessi progetti a sopportare quello schiamazzo, quelle voci stridule per spettacoli che riteneva senza senso. La prigione di cristallo che si era costruito sembrava proteggerlo, era sé stesso nelle quattro mura - più diversi piani, giardini e ornamenti in suo onore - che lo circondavano, che lo tenevano al sicuro.
-Siamo arrivati?- domandò la c/c con certa impazienza, notando il rallentare della carrozza.
-Quasi.-
-Questa città è immensa... guarda che abiti moderni che indossano! Dicono siano molto più comodi dei kimono tradizionali.-
-Mh.-
Quella del vestiario era un vano tentativo di iniziare una conversazione con lui, ma sembrava impossibile. Forse sarebbe stato meglio non insistere, probabilmente aveva deciso di addentrarsi in quelle feste mondane unicamente per accontentare un desiderio della Divinatrice.
Ora che ci pensava, non sapevano quasi nulla l'uno dell'altra, tranne per il loro carattere così contrastante e le... ambizioni diverse che li teneva così, incatenati l'un l'altro, in un disperato tentativo di fuggire dal loro destino.
La fuga T/N se l'era immaginata proprio così, forse quella sarebbe stata un'occasione servita su un piatto d'argento. Insomma, quanta gente c'era in città? Quante persone li avrebbe circondati? Una piccola distrazione, una scusa inverosimile, qualunque cosa avrebbe potuto distrarre Muzan sarebbe stato una buona occasione per andarsene.
Altrimenti, cosa poteva fare un uomo, per quanto potente? Mettere una taglia sulla sua testa? Offrire dei soldi al primo gliel'avesse riportata perfettamente integra?
Domande colme di speranza, che evaporarono come gocce di rugiada sulla fiamma ardente: Muzan, prima di uscire dalla sua umile dimora, aveva esordito con "Che non ti salti in mente di fuggire, i miei uomini sono in ogni angolo, ti riprenderebbero e io non sarei affatto clemente". Questo non bastava a spegnere una speranza come quella della divinatrice, ma alimentava la paura di una persona consapevole che la morte, in ogni caso, sarebbe stato il destino migliore che potesse ricevere chi subiva l'ira di Kibutsuji. Il pensiero che non l'avrebbe uccisa, forse la terrorizzava di più.
Ad alimentare il suo sconforto prima di andare in città, era che l'unico su cui potesse davvero contare, colui che era sempre al suo fianco e che si premurava che nessuno potesse ferirla, chi si nascondeva dietro la scusa: "Sto solo eseguendo gli ordini"; non era con lei. Akaza aveva giustamente deciso di passare la serata con la sua ragazza, Koyuki. Un piccolo sorriso le si formò sulle labbra nel pensare a come preferisse lavorare per settimane fino a notte fonda stremarsi di lavoro, pur di poter ammirare i fuochi d'artificio da vicino, in uno dei quartieri più rinomati di Tokyo, un'esperienza che N poteva vivere chiunque.
-Perché sorridi?-
L'espressione di tenerezza che caratterizzò il suo volto non passò inosservato, ma non accennava a dire qualcosa a riguardo. Forse una mezza verità avrebbe fatto sì che non le venissero poste altre domande in merito... T/N non voleva parlare di Akaza, sapeva bene che se Muzan avesse scoperto della loro amicizia avrebbe punito il suo sottoposto, che lo avrebbe allontanati con la forza.
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For Eternity | Muzan×Reader
Fanfiction|AU Kibutsuji Muzan × Reader| T/N non sapeva perchè si trovasse lì, al suo cospetto, ogni singolo giorno. In soggezione davanti ai suoi occhi rossi e alla sua presenza, pronunciò nuovamente la sua profezia, sempre la stessa. -Io la vedo, Nobile Muza...