Capitolo 1

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Piccola premessa: questa storia nasce dall'idea di dare voce ai miei stessi disegni, la copertina è infatti un disegno che ho fatto molto tempo fa prendendo spunto dalla favola di Cenerentola. 

In questa piccola favola, che spero sarà di pochi capitoli dal momento che è la prima volta che mi cimento in una long e non vi nascondo che me la sto facendo sotto visto che non sono una scrittrice, non ci sono i Miraculous e quindi nemmeno tutto ciò ad essi collegati. 

E' una AU/favola con protagonisti ovviamente Marinette e Adrien ma senza fate madrine, matrigne cattive (non poteri mai fare del male a Tom e Sabine) sorellastre ecc... 

Ogni capitolo avrà in alternanza il punto di vista di Adrien e di Marinette.

Spero vivamente che vi piaccia e ringrazio di cuore due care amiche che con i loro consigli e il loro aiuto si sono rivelate due Beta assolutamente eccezionali.

Commenti e critiche sono come sempre ben accetti.

Buona lettura!

Raffychan. 



Capitolo 1

Un ballo in maschera, organizzato a Villa Agreste per festeggiare i vent'anni del rampollo della famiglia Agreste. Di certo non era quello che Adrien si aspettava come festa di compleanno, ma era pressoché difficile se non impossibile far cambiare idea al proprio padre. I preparativi per il grande evento erano durati quasi due settimane: gli addobbi, il buffet, le luci e le musiche, tutto doveva essere perfetto e ovviamente, doveva rispettare le scelte del padrone di casa dal momento che, come sempre, il suo unico figlio non poteva dire la sua nemmeno sulla sua festa di compleanno. Anche l'abito era stato scelto da Gabriel Agreste in persona e lui, ormai rassegnato, stava finendo di allacciare i bottoni dorati di quel panciotto blu damascato, guardando la giacca dello stesso colore appoggiata al manichino. Si guardò allo specchio, per niente convinto di quel completo che stava indossando, girando su se stesso e osservando i pantaloni grigi racchiusi dentro due lunghi stivali neri. Anche i capelli erano stati pettinati alla perfezione, mancava solo che qualcuno gli pizzicasse le guance per dargli più colore.

"Sembro una bambola confezionata, pronta per essere incartata e venduta" esclamò Adrien, sperando che quella festa finisse al più presto.

Non conosceva nemmeno uno dei partecipanti, ad eccezione di Chloè ma lei era la figlia del sindaco di Parigi e la sua unica amica da quando erano piccoli. Finì di mettersi la giacca, lisciandola con le mani e prendendo la maschera nera appoggiata sul tavolino vicino a lui, guardando l'orologio vicino al letto segnare le diciannove e mezza: doveva scendere, gli invitati sarebbero arrivati a momenti.

Adrien si avviò verso la porta eppure ogni passo sembrava pesante quanto un macigno: voleva fuggire, scappare il più lontano possibile da quella vita che stava vivendo da ben vent'anni. Sua madre non c'era più, suo padre lo ignorava e ovviamente stava già pianificando il suo futuro dal momento che voleva far accasare il suo unico figlio con qualche signorina dell'alta società francese. In cuor suo, Adrien sperò che la scelta del padre non fosse caduta proprio su Chloè. Non che la ragazza non fosse bella, tutt'altro, ma era praticamente una sorella per lui, non riusciva ad immaginarsi sposato con lei con una schiera di bambini. Non aveva particolari gusti in fatto di ragazze, visto e considerato che non ne aveva frequentate molte, ma se proprio doveva scegliere avrebbe preferito una ragazza con occhi grandi, magari di un bel blu oceano e capelli d'ebano.

Una volta aveva adocchiato una figura del genere quando era solo un ragazzino di appena tredici anni.

.......

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