Capitolo 7

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Ci sentiamo alla fine del capitolo ^^


CAPITOLO 7

Gabriel Agreste si avvicinò ai due ragazzi, tenendo lo sguardo sulle loro mani unite. Li aveva inseguiti dopo che aveva viso suo figlio fuggire insieme a quella misteriosa ragazza.

Adrien iniziò a sentire le gambe tremargli, ripensando al gesto avventato che aveva fatto proprio sotto gli occhi di duo padre. Sicuramente aveva udito anche il suo piano: quel folle piano di scappare via con la sua amata, lontano da quella casa che per anni aveva rappresentato per lui una gabbia dove il suo stesso padre lo aveva rinchiuso. Ripensò alle parole di Marinette, a come gli aveva fatto capire che fuggire non sarebbe servito a nulla, che doveva combattere per quello in cui credeva e riteneva importante.

-Le persone vengono definite dalle loro scelte e da cosa decidono di fare nella loro vita- gli diceva sempre sua madre. In tanti anni aveva lasciato decidere a suo padre come doveva vivere la sua vita, permettendogli di muoverlo come un burattino: questa volta sarebbe stato diverso.

Strinse forte la mano di Marinette per infondersi coraggio, sentendo il calore di quella mano diffondersi in ogni parte del suo corpo, donandogli nuova forza.

La guardò.

Lei era forte, lo aveva capito nel momento stesso in cui lo aveva incoraggiato ad affrontare le sue paure, a lottare per il loro amore e lui lo avrebbe fatto. Avrebbe lottato contro i suoi fantasmi, contro il suo stesso padre per proteggere quella ragazza e quel sentimento ad ogni costo. Lei era il suo portafortuna, la sua ancora e l'unica ragione per essere finalmente un uomo degno di lei e di se stesso.

Preso un lungo respiro, Adrien si voltò verso suo padre, pronto a far sentire le proprie ragioni.

Vide Gabriel spostare lo sguardo da quelle mani unite a lui, senza cambiare la propria espressione

"Adrien, spero che tu capisca che non posso accettare un simile comportamento da parte tua. Sei mio figlio, pensavo di averti educato meglio di così" la voce di Gabriel era ferma e senza una nota di indecisione, mentre continuava a guardare il proprio figlio con quegli occhi severi.

Adrien lasciò andare la mano di Marinette, avvicinandosi deciso al padre, ma mettendosi davanti alla ragazza come a volerla proteggere.

Strinse forte i pugni, mentre sentiva ancora le gambe tremare ma cercando di non darlo a vedere: non voleva mostrarsi debole davanti a quell'uomo che per anni aveva gestito la sua vita. "So di averti offeso padre e credimi non era mia intenzione ma - guardò di nuovo Marinette - per una volta, ho voluto dare ascolto al mio cuore piuttosto che a te"

A quelle parole, Gabriel volse di nuovo la sguardo verso quella misteriosa ragazza che aveva ballato con suo figlio. Era certo che quella giovane non fosse una degli ospiti, dato che lui stesso aveva stilato insieme alla sua assistente l'elenco degli invitati. Conosceva ogni singola persona che quella sera stava partecipando alla festa organizzata per suo figlio.

"Non credo di conoscerla, signorina...?"

"Marinette, Marinette Dupain-Cheng. "Si presentò lei, avvicinandosi ad Adrien, stringendogli di nuovo la mano "Le chiedo scusa Monsieur Agreste, come avrà capito non sono una degli invitati. Sono una semplice ragazza con una vita normale, figlia di due onesti pasticcieri" dichiarò, fiera delle proprie origini.

"Eppure, la vedo molto in confidenza con mio figlio" notò Gabriel, guardando quella ragazza dallo sguardo fiero e deciso, rivedendo in lei la stessa espressione della sua amata Emilie.

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