80 - Insieme - Seconda parte

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Non avrei mai creduto che anche un semplice respiro fosse un'operazione complicata, invece lo è.

È buio, non vedo niente e Kyle è così silenzioso da non produrre alcun suono. Dove siamo?
Giocare a fare l'amore come sarà? E perché non fa niente?
«L'attesa del piacere è essa stessa piacere. »  Mormora spezzando il silenzio e il cuore mi arriva in gola in un secondo. Tendo le orecchie e ogni altro senso che possa darmi degli indizi su quello che sta succedendo. Sento dei passi sul pavimento, felpati, fluidi, poco pesanti,  di Kyle certo.
«Puoi fare cinque domande Sam.» Dice. «Io risponderò ad ognuna di esse.  Solo a queste cinque domande. Non una di più. Pensa bene a cosa chiedere perché ad ogni risposta che ti darò scoprirò un po' il tuo corpo.»

Il silenzio torna ad avvolgermi mentre la bocca mi diventa arida. Il cervello già poco lucido si paralizza. Sbaglierò, lo so che sbaglierò e lui mi scoprirà. In che modo?
I secondi passano con una esasperante lentezza ed io divento sempre più nervosa. Se non dico qualcosa subito potrei anche perdere l'uso della parola.
« Dove siamo? »  Chiedo di getto, poi ci ripenso. In fondo se avesse voluto farmi sapere in quale luogo mi aveva portata, non mi avrebbe bendata. «È una domanda stupida, lo so. » Tento di fare marcia indietro, perché in realtà non mi sento molto a mio agio e tutto questo va ben al di là di ogni cosa avrei mai potuto immaginare. Sapevo che sarebbe stato così, eppure viverlo è tutt'altra cosa.

«Non ci sono domande stupide.» Osserva Kyle. « Solo le risposte possono essere intelligenti o stupide. Puoi chiedere qualsiasi cosa e quella sarà la domanda giusta e io ti dirò la verità. Chiedi quello che vuoi sapere. » Constata con la sua voce tenebrosa. « Siamo in un vecchio magazzino di periferia adattato ad abitazione. Ha una sola grande sala, quella in cui è la sedia su cui sei seduta. »
Un luogo privato quindi, non un ristorante o un pub come io avevo pensato in principio. Lo sento avvicinarsi, sento il calore del corpo di Kyle di fronte a me.  Lui prende la mia mano, la solleva a mezz'aria, ne accarezza il dorso con lentezza.
«Ricordati che puoi fermare tutto quando vuoi Sam. » Mi ripete ancora una volta. Io annuisco, mi mordo il labbro per l'ennesima volta e trattengo il fiato mentre lui fa scivolare il tessuto di pizzo della manica destra del vestito finché non è uscito del tutto lasciando il braccio nudo. Appena termina il suo compito Kyle fa qualche passo indietro. Non ho idea di cosa stia facendo. Forse mi sta guardando perché mi sembra che la pelle vada a fuoco. È solo una porzione infinitesimale del mio corpo quella che è stata scoperta eppure io già tremo, già ho il cuore in gola, già ho il respiro affannoso.

Kyle non aggiunge una parola. Non mi da informazioni di nessun tipo e il mio cervello inizia a viaggiare in maniera vorticosa. Corre come un cavallo imbizzarrito, scalpita, cerca di prevedere l'imprevedibile.
Voglio andare avanti? Certo che lo voglio. Riuscirò ad arrivare fino in fondo? Non ne ho idea. Però se è partito dalla manica la prossima dovrebbe essere quella sinistra e questo credo di essere in grado di farlo.
Cosa chiedere? Ci sono tre grandi argomenti che mi interessano: uno riguarda quello che accadrà questa sera; il secondo è quello che sta combinando al sun; il terzo è il motivo per cui è diventato il mio professore.

La scelta è difficile, atroce perché una domanda me la sono già bruciata facendomi prendere dal panico. Le sue intenzioni per questa sera mi premono nell'immediato però se riesco a fidarmi di lui su questo potrei avere altre informazioni più importanti per me. Ho deciso.
«Perché sei diventato il mio professore? » Chiedo.

«Per starti vicino il più possibile. Per guardati ogni giorno, perché voglio sapere tutto di te e per proteggerti. »

Non indugia un secondo. Lo sento ai miei piedi mentre mi solleva una scarpa e la sfila per poi passare all'altra. Rimane lì per un istante, come se le sue parole non fossero state carezze per il cuore, come se volesse stare in questa posizione, ai miei piedi felice di esserlo.

Non posso vederlo e per la prima volta da che la indosso sento il desiderio furioso di strapparmi questa benda dagli occhi perché è il mio limite ed io lo voglio superare. Non lo faccio, non so neanche io il perché.

Forse perché sento, sento tanto, perché una volta esclusa la vista percepisco molto di più e non solo con gli altri sensi. Il cuore, questo muscolo maledetto sembra abbia deciso di trasformarsi in una antenna di emozioni che mi si abbattono addosso.

Ora avrei un'altra domanda da fare e sono molto indecisa. D'un tratto sento un rumore, qualcosa che cade a terra e rumori di cocci. D'istinto stringo i braccioli della sedia in cui sono seduta. Ho dato per scontato che fossimo soli nella stanza e se non fosse così? È un dubbio ridicolo, Kyle non mi farebbe mai un affronto del genere. Però il tarlo si è insinuato nel mio cervello, scava, consuma, mette ansia immotivata sul mio petto.
Un altro rumore mi fa scattare verso quella direzione.
«Ma c'è qualcuno? » Chiedo spaventata.
«No, Sam. Siamo soli. Come puoi anche solo pensare che io voglia mostrare il tuo corpo ad altri? »
Il gemito di dolore che mi sfugge dalle labbra è quasi il rombo di un tuono che riecheggia tra le pareti della stanza. Sapevo che era così, non avrebbe potuto essere altrimenti eppure ho dovuto chiedere, avere la certezza, come se in realtà non mi fidassi da lui. Nella sua voce non c'è biasimo, nessun giudizio da parte di Kyle, solo l'accettazione di un dato di fatto e lui quasi mi leggesse nel pensiero aggiunge. « La fiducia arriverà, non pretendere troppo da te stessa. »
A questo punto mi viene quasi il sospetto che sia stato lui a creare quei rumori, non per mettermi alla prova, ma solo per mettermi di fronte questa atroce realtà. Vorrei chiedere, potrei chiedere se le mie supposizioni sono giuste, ma è davvero quello che voglio?
I pensieri si accavallano così veloci che l'immobilità di Kyle quasi mi fa dimenticare il mio pegno.
Ricordo tutto d'un tratto quando percepisco la sua presenza di fronte a me. Deglutisco a vuoto, sono nervosa e forse anche un po' eccitata. Quale parte di me scoprirà? Scopro in questo momento che non so bene quando ma la paura di mostrarmi nuda di fronte a lui si è dissipata sostituita da una sottile e insistente eccitazione. Voglio che mi scopra in realtà.
«Questa ti costerà cara Sam. »  Annuncia.
Sollevo la testa verso la sua voce. Vorrei dire qualcosa, ma non un filo di voce esce.
Lo sento armeggiare in basso, prendere i lembi del mio abito e sollevarli pian piano. La stoffa struscia sulla pelle, lenta, sensuale, delicata ed io mi sento bruciare le viscere dall'interno, quasi potessi incendiarmi da un secondo all'altro.
«Solleva il bacino. » Ordina Kyle.
Stringo i braccioli della sedia con tutta la mia forza. Davvero vuole fare quello che ho capito? Sono paralizzata, non riesco a muovere un muscolo. Non credo abbia dimenticato che sono senza niente sotto il vestito. Mi mordo il labbro, cerco di calmare il ritmo accelerato del cuore.
«Sam.» Bisbiglia e io non posso non ubbidire. Chiudo gli occhi sotto le bende, faccio leva sulle braccia e lascio che lui mi scopra, mi guardi in un modo che non è mai stato concesso a nessuno fino ad ora. Sono nuda dalla vita in giù, ho il fiatone come se avessi fatto una maratona e voglio un bacio. Voglio che mi baci, che mi tenga tra le braccia, che annulli questa assurda distanza fisica che c'è fra di noi.
«Kyle. » Mormoro. So che mi sta guardando, non so in quale parte del corpo lo sta facendo e ancora una volta vorrei strapparmi la benda dagli occhi. Ancora una volta non lo faccio perché ho la sensazione che se lo facessi significherebbe interrompere tutto e non è quello che voglio.
«Puoi sederti di nuovo. » Lo sento dire. Il vestito rimane sollevato. Le mie natiche toccano la stoffa dell'imbottitura della sedia. Kyle sistema il vestito dietro la mia schiena in modo che io rimanga scoperta.

Ora ogni secondo è lungo una vita intera. Mille emozioni contrastanti mi si riversano addosso una dietro l'altra: paura, euforia, eccitazione. Lui è sempre così imprevedibile ed io adoro questo aspetto di Kyle e lo odio al contempo. Solo una domanda riesce ad elaborare il mio cervello assuefatto: ce la farò ad arrivare fino alla fine? In fondo la serata è appena agli inizi.

Il mio nome è Samantha Rush proibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora