82 - Insieme - Quarta parte

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Non è che sia semplice stare nuda di fronte a Kyle. Non solo perché non ci sono abituata, ma anche perché lui non mi stacca gli occhi di dosso neanche per un istante.
È come un felino che ha avvistata la preda: ne sente il profumo, ne immagina il gusto; studia ogni suo movimento anche il più piccolo nell'attesa dell'attimo in cui avrà abbassato la guardia per saltarle addosso.

Il problema in questo caso è che le parti sono invertite. Non vuole saltarmi addosso, vuole difendersi da me. Il suo temere i miei movimenti, le mie decisioni mi dà nuovo slancio e rafforza la mia convinzione per due motivi: primo vuol dire che teme le mie mosse e secondo il mio ascendente su di lui è tale da compromettere la sua lucidità.
Soprattutto quest'ultima è una realtà che il cuore sente e che la testa fa fatica a comprendere. Un uomo come lui potrebbe avere mille donne, più belle di me, più intelligenti di me, più ricche di me, sceglie la sottoscritta per quale motivo? Un sussurro sottile, fatto di aria e sole mi arriva al cuore e me lo trapassa: perché tu lo completi e non ci sarà mai nessuna come te, dice la voce.

Per un istante ho la sensazione di non poter contenere l'emozione che mi vibra in ogni cellula del corpo. Kyle mi guarda, io lo guardo e la percepisco a livello fisico la gioia della completezza, quella che mi spoglia di ogni incertezza e fa emergere la me  che afferma con certezza: « Sei troppo vestito. »
Gli strappo un mezzo sorriso, le pupille gli brillano nel volto.  « Dipende dal punto di vista. Forse sei tu ad essere troppo svestita. »
Ah, no! Non ho nessuna intenzione di retrocedere.

Lo osservo scostare una sedia, quella più lontana da me e dal tavolo, e sedervi sopra. Con la sua mole da uomo fatto sembra che la seggiola sia quella di un infante, troppo minuta per contenerlo tutto,  quasi debba piegarsi da un momento all'altro.
«Sei stato tu a spogliarmi. » Gli faccio notare e non gli lascio spazio per la replica che arriverebbe. «Giochiamo. »  propongo.  Osservo bene quello che indossa.  La mise non è molto diversa dal solito. Pantaloni scuri, calzini e scarpe di certo, maglietta. E gli slip li porterà oppure no? Faccio due conti e propongo:
«Cinque domande. Risponderò ad ogni cosa vorrai. Pensa bene a cosa chiedere perché per ogni risposta scoprirò un po' il tuo corpo. »
Questa volta il suo sorriso diventa così ampio da coinvolgere ogni singolo muscolo facciale. Gli occhi gli brillano, lo sguardo è intenso. La mia temerarietà gli piace. Scuote la testa.
«Non mi annoierò mai con te vero? Sei una vera maliarda.  »
Gli sorrido a mia volta, lo sguardo fisso nei suoi occhi.
«Cinque domande. » Ripeto e lui si mette le mani nei capelli, come se fosse così esasperato da non poterne più di cercare  di mettere insieme i pezzi di  un rompicapo che è impossibile da risolvere.  Ci prova ancora una volta a cercare di mettermi in difficoltà.
« Sei sicura Sam? Sicura di volermele dare cinque risposte? »
Nel pronunciare queste parole fa scivolare lo sguardo sul mio corpo nudo in una languida carezza. Come fa? Come è possibile che mi mandi a fuoco con una semplice occhiata, senza neanche toccarmi? La mia determinazione si fa più forte, più incisiva, spazza via ogni dubbio tanto da farmi chiedere se lui non volesse proprio questo in realtà. Raddrizzo le spalle, sorrido.
«Lo voglio. » Gli dico anche se so che sarà difficile, anche se so che troverà di sicuro il modo di mettermi in difficoltà.

Lui non ha un'attimo di esitazione, estrae il cellulare dalla tasca dei pantaloni, lo accende, mi guarda, mi sorride. I tuffo che mi fa il cuore potrebbe essere quello di un atleta olimpionico che gareggia per la medaglia d'oro e mi fa agitare sulla sedia. Ha uno sguardo da malandrino, come se si stesse preparando a tirarmi un tiro mancino.

Kyle traffica per qualche istante con il display del cellulare e all'ultimo touch una musica si spande nell'aria, dolce, orientaleggiante, molto languida.
«Cosa si prova a vederti ballare nuda solo per me? » Chiede malizioso.

La mia smorfia sarà eloquente? Di tutte le cose che poteva domandare è  andato a scovare una delle più difficili.  Non sono mai stata brava a ballare in pubblico, tremo al solo pensiero. In più dovrei farlo nuda mentre lui mi osserva. Provo ad intenerirlo facendogli gli occhi da cerbiatto, ma lui non si lascia commuovere. «Se la musica finisce è la fine del gioco. » Minaccia e io mi infervoro. Basta paura, basta non sono capace. Mi alzo in piedi e inizio a muovermi. Mi rendo conto di essere un po' rigida. Improvviso qualche passo da discoteca che mi fa più che altro assomigliare ad un clown del circo, ma non demordo. Non è necessario che io faccia la ballerina professionista. Basta ballare. La musica è languida, sensuale, suggerisce movimenti lenti, non ripetitivi ed ha in sé qualcosa di suadente cui non è difficile lasciarsi andare. Il corpo rallenta i movimenti, i pensieri scivolano via dalla testa e lo spazio diventa mio amico, fedele compagno di un ritmo ammaliante. Non guardo Kyle, non mi serve neanche. I suoi occhi mi toccano la pelle ad ogni movimento. È insieme a me anche ora, mi accompagna e mi scalda, trasformando ogni gesto in una danza di seduzione.

Solo quando la musica si ferma mi volto verso di lui. È proteso in avanti con il busto, gli avambracci poggiati sulle ginocchia, la sedia spostata sui due pioli anteriori, tutto proteso a divorare ogni istante.
«Sei sicura di non averlo mai fatto? » Gli sfugge dalla bocca. Sorrido trionfante mentre lui alza gli occhi al cielo imprecando tra i denti. Io esulto vittoriosa perché è evidente che è involontaria la sua seconda domanda e che in questo modo ha perso una freccia al suo arco. «No. Non lo ho mai fatto. » Non gli chiedo se gli è piaciuto o meno. Non è necessario farlo. Mi avvio verso  di lui e lo vedo saltare come una molla dalla sedia.
Cosa gli tolgo? Qualcosa di importante, qualcosa che scopra il più possibile di lui. Mi avvicino, mi stampo la sua immagine nella retina degli occhi. Non ho mai visto niente di più bello e non ho idea se quello che sento in questo momento durerà o meno per sempre, so solo che non posso fare a meno di viverlo.

Allungo la mano verso la maglietta, la tiro, la sfilo dai pantaloni e inizio a scoprire la sua pelle nuda, al ritmo incalzante dei  suoi muscoli d'acciaio che si sollevano e si abbassano insieme al suo respiro. Kyle è la perfezione fatta uomo, il fascino diabolico della carne in persona, l'uomo per il quale sarei disposta ad attraversare anche le fiamme dell'inferno, io come qualsiasi altra donna sulla faccia della terra.
Quando arrivo all'altezza del petto lo sento trattenere il respiro, allora mi fermo. Lui è impassibile, la sua espressione anche eppure c'è qualcosa che non vuole farmi vedere. Proseguo nel sollevare la maglietta, lui alza le braccia per facilitarmi il compito, ma io vado lenta per assaporare ogni istante di questa vicinanza, inspirare a pieni polmoni il suo odore maschile e inebriare i sensi con la forza di questo bruciante desiderio. Rallento, i movimenti diventano quasi impercettibili mentre la stoffa fa quello che io non posso: toccare, lambire, accarezzare.
Quando ormai la maglia è a terra, mi prendo il giusto tempo per osservare ogni singolo dettaglio di questo corpo che sembra uscito dalla mano di uno scultore. Le spalle larghe, i bicipiti muscolosi. Sorrido perché Kyle non è depilato sul petto e quei ricci scuri su di lui sono la virilità fatta carne. C'è però un punto in cui non crescono che attira il mio sguardo. Lui raddrizza di più le spalle. C'è  un tatuaggio, una lettera, una esse. Lo guardo interrogativo.  Sanders è il suo cognome, ma che senso ha farsi tatuare la propria iniziale sul corpo? A meno che...spalanco la bocca. Possibile che sia la mia iniziale? Lui sorride. Non conferma, non aggiunge una parola. Potrei essere io, ma ci sono un milione di donne il cui nome inizia per esse. Lui non conferma, non smentisce. Mi lascia cucinare nel  mio stesso brodo, perfido, ispido, divertito.
«Hai conosciuto una donna di nome Sara, Sofia? Simona? » Chiedo con una nota di rancore nella voce.
Kyle solleva le braccia in alto e mette ben in mostra i muscoli del petto, come se ce ne fosse bisogno.
«Hai già fatto le tue domande. » Osserva. « Ora è il tempo delle mie» Ghigna.
Non si è arreso, anche se in questo scontro la vittoria è stata di certo la mia contro ogni previsione, vuole proseguire e si da il caso che lo voglio anch'io.

Ho ancora qualcosa da scoprire però perché ho risposto a due domande. Lui aspetta la mia decisione. Dovrei fargli sfilare i pantaloni. In questo modo saprei anche se indossa un paio di boxer oppure no.
Non lo faccio. Invece mi chino in ginocchio e inizio a slacciare il laccio di una scarpa. Sento il suo respiro che si fa più affrettato, allora sollevo lo sguardo.  Lui ha chiuso gli occhi e la sua espressione sembra sofferente, come chi fa fatica a resistere.  «Kyle? » Lo chiamo.
Lui apre gli occhi, mi osserva dall'alto della sua posizione e mi lascia vedere la sfrenata passione che gli si agita dentro. «Cazzo Sam! » Impreca. « Fallo e basta. »
Io non capisco, sento solo l'eccitazione che mi avvolge come un manto.  Non pensavo che sfilare un paio di scarpe fosse un gesto erotico. Però lui sta stringendo i pugni quasi volesse conficcarsi le unghie nelle mani, e il cavallo dei suoi pantaloni è più che gonfio. La cosa che andrebbe fatta sarebbe quella di indugiare fino a capire cosa sto facendo di così eccitante, invece sfilo il mocassino, lo sposto di lato e mi dedico all'altra scarpa mentre lui espira con forza. Slego il laccio e lo sento gemere con forza, quasi come se fosse sull'orlo di lasciarsi andare, ma io ormai lo conosco bene Kyle, so alla perfezione che preferirebbe morire piuttosto che cedere. Con un rapido gesto sfilo la scarpa e mi rialzo in piedi. L'energia che passa dal suo corpo al mio riesco a sentirla come un fuoco che parte dal ventre e si propaga in ogni luogo.
«Senza saperlo, hai risposto a quella che sarebbe stata la mia seconda domanda Sam. Sapere cosa si prova ad averti ai miei piedi. » Dice ed io
spalanco la bocca. Solo ora capisco la tensione sessuale che sentivo tra di noi.

Due a due palla al centro a quanto pare. Devo ricordare di non abbassare la guardia mai quando si tratta di Kyle.

Ps autrice: spero che vi siate divertiti a leggere questa parte tanto quanto ho fatto io nello scriverla.

Il mio nome è Samantha Rush proibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora