83 - Insieme - Quinta parte

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Tre domande. Ancora tre domande e gli occhi di brace di Kyle promettono fuoco e fiamme. Si potrebbe pensare che io stia facendo il conto alla rovescia perché voglio che il gioco finisca, perché voglio vincere. Non è così. Questo è un gioco in cui l'unico scopo è giocare. In realtà non ci sono avversari, non ci sono vincitori né vinti. L'unico vero modo per perdere è non giocare ed io vorrei che questa serata durasse per sempre.
Il desiderio mi si è incastrato nelle vene, scorre liquido insieme al sangue ed io ne ho bisogno e ne dipendo come per l'aria che respiro.
Kyle conosce delle parti di me che mi sono estranee e gli piace aiutarmi a prenderne consapevolezza. Anche il mio essere nuda di fronte a lui non mi crea ormai più imbarazzo, mi fa sentire leggera, libera, disinibita, attraente, donna.

Non so il perché in questo momento rimane in silenzio. Forse sta decidendo cosa chiedere o forse sta cercando di domare l'eccitazione che lo infiamma o forse ne sta assaporando ogni aspetto come cerco di fare anch'io. Per un istante una domanda bislacca mi si insinua nel cervello. Stiamo solo giocando ed è tutto così intenso da poter tagliare l'aria con un coltello. Come sarebbe fare di più? Arrossisco. Mi rendo conto di avere le guance in fiamma e non solo.
«Voglio sapere cosa provo nel vederti dare piacere da sola e raggiungi l'orgasmo.  »
«Cosa?» Urlo. E cazzo! Ma gli è dato di volta il cervello? »
«Voglio vederti» Ripete come un automa.
«Ho capito! » Gli grido in faccia. « Non sono sorda. » È solo l'ultima richiesta che mi sarei aspettata. Non che potessi immaginare cosa avrebbe chiesto. È impossibile prevedere le sue mosse. Mi volto di spalle, mi passo una mano tra i capelli. Lo sa benissimo che non l'ho mai fatto e non è che io non abbia desiderato farlo, solo volevo stare con lui, volevo che accadesse con lui. Lui c'è ora mi ricorda una vicina malefica nella testa.
D'un tratto è dietro di me. « Sono qui, Sam. » Mi sussurra in un orecchio. «Non hai niente da temere. » Prosegue. Non mi sta toccando. È solo in piedi dietro di me.  «Voglio vederti godere. »
«Allora perché non lo hai fatto tu? »  Non posso fare a meno di chiedere. Lui espira. «Lo capirai, Sam. Toccati.»
Io guaisco come un cucciolo ferito. Da dove dovrei iniziare?
«Con calma. »  Mi dice lui sfiorando le mie braccia, per prendere la mia mano e portarla sul  corpo all'altezza dell'ombelico. «È solo sapere la verità e non rimanere nell'ignoranza. » 
Kyle è una roccia dietro di me. Se lui mi guida forse posso farlo no? «Tocca la tua pelle. La senti com'è setosa? »
Fa scorrere la mano verso l'alto, sul busto, fino al limite del seno ed io trattengo il fiato. Non mi dispiace sentire me stessa, ma preferisco le sue dita su di me e non capisco il motivo di tutto questo. «Va avanti Sam. » Sussurra. «Non soffermarti sui pensieri. Senti, non ragionare. »
Mi guida ancora, più in alto, fino.ad arrivare a farmi sentire il cuore che sembra dover schizzare da un secondo all'altro dalla cassa toracica.
Non è spiacevole e anche l'iniziale imbarazzo inizia a scemare mentre la mano di Kyle si fa più leggera. Vuole che sia io a seguire il mio istinto. Lo capisco, accettarlo è più difficile.
Sposto di poco la mia mano fino ad arrivare al seno. So di poterlo mostrare con orgoglio. In fondo a tutti gli uomini piacciono le donne formose no?
«È un gioco Sam. » Sento dire da Kyle. « Gioca, divertiti, esplora. »
Quello che intraprendo è un salto nel vuoto, un viaggio nella parte di me che meno conosco, quella che più temo. Il corpo è pronto, risponde con sollecitudine alle mie stesse carezze, sono solo le mie paure a trattenermi, eppure so di meritare un tentativo. Basta solo lasciarsi andare.
Le mie dita iniziano una lenta carezza a ventaglio. Il mio seno è prosperoso q da non riuscire a tenerlo in una mano e il capezzolo è rigido come una ciliegia matura. Lo sfioro e il piacere mi fa inarcare la schiena. Sento Kyle dietro di me, il suo respiro affannoso, la sua voce sempre più roca, sempre più bassa. «Ancora Sam. Di più. » Mi fa pressione. Eseguo la sua richiesta. Proseguo a sentire tramite la mia pelle. Boccheggio, ansimo, mi sento umida tra le cosce. Kyle mi prende l'altra mano, la guida sull'altro seno. « Non farlo fare a me, Sam. » Bisbiglia a denti stretti quasi stesse patendo le pene dell'inferno. Preda di non so quale frenesia prendo entrambi i capezzoli tra le dita e li tormento, li sento, li stimolo e la mia eccitazione cresce, si dilata, si espande. Qualcosa si agita nel mio bacino, voglio arrivare a destinazione, prendere la rincorsa, fare il salto. Sposto la mano tra le mie gambe, ma Kyle la afferra prima che io possa arrivare a destinazione.
«Non avere fretta. » Ordina. « Hai tutto il tempo per goderti il viaggio. » , Suggerisce.
Lo ascolto perché è Kyle e perché ha molta più esperienza di me in queste cose e rallento.
Proseguo con l'esplorazione del mio corpo, sento, esploro, scopro, quasi le mie mani fossero diventate tatto e vita al contempo, leggere e audaci, vicino il mio sesso senza arrivare mai a toccarlo, solo trattenendo il desiderio di farlo, creandolo nella mente e nella pelle.
Mi chiedo distrattamente quale sia il momento giusto per osare di più e agisco. Questa volta Kyle non mi ferma. Le dita si muovono leggere, cercano esplorano, scovano piaceri mai conosciuti. L'eccitazione provata con Kyle mi raggiunge come un'onda d'urto. « Di più. » Sussurra lui. « Di più. » Proseguo, cerco il centro del mio piacere, lo tocco con delicatezza, assaporo con lentezza le sensazioni che mi procurano le mie spesse dita appoggiata ormai completamente alle solide spalle di Kyle che mi fa da sostegno. Il piacere diventa mio amico e compagno, si fa strada dentro di me e si dilata sempre un po' di più finché un pensiero oscuro, un'ombra oscura il desiderio e questo regredisce come l'onda del mare. Cerco di afferrarlo.di corrergli dietro, di non lasciarlo andare, ma questo non ne vuole sapere. Abbasso le braccia sconfitta.
«Cosa è successo? » Chiedo ad alta voce, non so se a me stessa o a Kyle, forse ad entrambi.
«Ti sei bloccata. » Risponde lui. « E la mia quarta domanda è perché lo hai fatto? »
Mi volto verso di lui con uno sguardo scettico. Pensa davvero che io lo sappia?
«Togli quello che vuoi Sam, perché poi dovrai rispondere. »  Nella sua voce vibra una tale determinazione da farla sembrare quasi una minaccia. So che non lo è, ciononostante il corpo si mette in tensione.
Quando gli sfilo la cintura dei pantaloni e abbasso la zip lo faccio quasi distrattamente. Indossa un paio di slip bianchi scopro e ora potrei quasi ridere ora.
«Hai i boxer. » Osservo.
«Certo. » Ribatte lui.
«Perché tu sì e io no? »
Il suo sguardo malizioso mi trapassa da parte a parte. «Ti è dispiaciuto? »
Scuoto la testa mentre finisco di denudarlo. «No. » Almeno fino ad ora. Un questo momento mi sento confusa, incerta e non so più dove questo gioco mi sta portando. Da un gioco d'amore si sta trasformando in una caccia alle ombre.
Kyle non mi fa pressione. Finisce da solo di sfilare i pantaloni, restando di fronte a me come o forse meglio di un bronzo di Riace. È la perfezione fatta uomo. Dovrebbe essere vietata per legge la circolazione di uomini come lui.
Ora io non so cosa rispondere. Mi stringo nelle spalle e dico la verità. «Non so perché mi sono bloccata. »
Kyle ascolta senza pronunciare neanche una parola per quella che a me sembra un'eternità e il suo sguardo mi pesa addosso così tanto da farmi arrabbiare. Cosa vuole da me? Perché non fa come gli altri che si prendono quello che vogliono e se ne vanno infischiandosene del piacere delle donne? Perché è tanto importante?
«Non. Lo. So. » Ripeto a cantilena. « Non lo so. Non. Lo. So.  »
«Non vuoi saperlo. » Mi corregge ed io mio infurio con lui.
«Visto che sai tutto dimmelo tu, no? »
Kyle scuote la testa in segno di diniego. « È importante che tu lo capisca da sola. »
Sembra un rebus, o uno di quei quiz da super cervelloni che io non sono mai stata brava a risolvere. Penso, ripenso, ma è peggio di una scatola cinese.
«Quale pensiero ti ha bloccata? » Chiede.
Perché insiste? Perché continua? Io non lo so. L'ombra, c'era un'ombra familiare, insidiosa. Spalanco gli occhi di botto mentre la consapevolezza si fa strada dentro di me. Guardo Kyle e bisbiglio. « Zac. » Quelle tre lettere messe insieme sono come tante spade conficcate tutte nello stesso punto. Scuoto la testa. « Non è possibile! » Gemo. « L'ho superata. Non può essere lui. »
Kyle si avvicina con molta lentezza verso di me, solo quando sente la mia tranquillità mi agguanta nelle sue braccia. «Hai subito un trauma. A livello inconscio è ancora lì.» Mi accarezza le spalle, i capelli, il corpo. Io sono un ghiacciolo. Tremo come una figlia. Neanche le lacrime vogliono saperne di uscire. «Sono inutile. » Bisbiglio.
«No. Hai solo un problema che affronteremo insieme. » Afferma sicuro del fatto suo. Io non sono così convinta. Forse se lo.avesse fatto lui, se mi avesse toccata lui, sarei riuscita.
«E se provassimo di nuovo? E se lo facessi tu? » Chiedo speranzosa, con la volontà di poter abbattere quella barriera con la sola forza della caparbietà. Kyle però scuote la testa. « Non sei un interruttore Sam. E non posso farlo io. Prima non ho proseguito perché se avessimo fallito nella tua testa si sarebbe potuto creato il pensiero di non riuscire a godere con me. Non permetterò che accada. Un passo alla volta. »
È ragionevole Kyle, come le sue parole che non mi confortano. Sì, voglio tutto e subito. Sarò infantile ma questo non era previsto.
Kyle sembra capire al volo il mio turbamento. Forse vuole proseguire il gioco, ma io ho perso ogni velleità.
Si sfila i calzini da solo e rimane solo con i boxer.
«Ho un'ultima domanda. » Afferma sicuro del fatto suo.  «Questo è il posto in cui vivo. Vuoi venire a stare con me? »

Il mio nome è Samantha Rush proibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora