l'inizio

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Perché?
Una parola che può essere usata sia per domandare che per rispondere.
A volte viene pronunciata in tono doloroso, a volte in tono stupito, altre felicemente.
Questa parola può essere definita con molteplici sfumature. Se dovessi associarla a qualcosa di presente in natura probabilmente sarebbe la neve: leggera, incantevole, pura, ma allo stesso tempo spietata, accecante e fredda. Tutto ciò potrebbe sembrare insensato, ma è così che la penso. Ed è questo che penso dell'uomo stesso.

Lui si sentiva così, questo era quello che pensava mentre tornava a casa.
Era inverno e la prima nevicata dell'anno si faceva spazio nei pressi di Osaka. Con un paio di cuffie nelle orecchie, ascoltando canzoni su canzoni di ogni genere per non tirare, le mani infreddolite, fuori dalle tasche dei pantaloni della tuta di colore nero. Sicuramente aveva sbagliato giorno per mettere le converse, ormai radice. L'unico riparo che aveva era il cappuccio della felpa grigia, anch'essa fradicia.

Finalmente giunse davanti al cancello di quella piccola casa che ai suoi occhi sembrava immensa. Varcata la porta d'entrata si diresse verso le scale. Sapeva che era inutile parlare, nessuno gli avrebbe risposto, era ormai di prassi che a quell'ora, in casa, non ci fosse anima viva.
Arrivato all'ultimo gradino davanti a lui si estese un corridoio adornato con delle porte di legno. Si diresse verso la terza porta a destra, la aprì, ed entrò nella stanza. In quelle quattro mura regnava il disordine. A malapena si riusciva a distinguere la forma di un letto. Nell'intera camera sembrava aver avuto luogo una guerra tra vestiti. Prese i primi abiti che gli capitarono in mano e si diresse verso il bagno. Si tolse gli abiti bagnati ed entrò nella doccia.
Quando ne uscì si sentì completamente rilassato. Appena finito di vestirsi guardò la sua immagine riflessa in quello specchio con la cornice grigia ormai rovinata. Un ragazzo di media statura e un fisico slanciato. Dalla maglietta bianca si notavano a malapena i pettorali. Beh dopotutto lui amava vestirsi con abiti molto larghi.
Notò che i suoi capelli color blu notte erano cresciuti un un poco, forse era giunta l'ora di spuntarli. I suoi occhi erano di un blu paragonabile agli abissi dell'oceano.
Dal suo viso non spariva mai quel sorriso capace di riscaldare anche il cuore più ghiacciato.
Improvvisamente si sentì il suono di una porta aprirsi.

<< Sono tornato >> disse una voce familiare familiare proveniente dal piano di sotto.

Uscì dal bagno.

<< Bentornato >> rispose e scese le scale.

<< Sei tornato presto Shino >> disse l'uomo levandosi le scarpe. Era un uomo di trentacinque anni, capelli lunghi di colore castano avvolti in una coda alta e occhi marroni. Il suo viso trasmetteva in pieno l'affetto paterno.

<< Già oggi non avevo voglia di seguire le lezioni pomeridiane e quindi sono sgattaiolato via! >> disse Shino sorridendo.

<< Uffa! Shi-chan, hai già vent'anni non puoi continuare a comportarti da ragazzino >> disse il moro.

<< Beh ormai ciò che è fatto è fatto! Comunque Ran-san, sei andato a fare la spesa? >>

<< Caz-hem.... Cioè in realtà c'è stato un contrattempo e quindi non ci sono riuscito >> rispose l'uomo grattandosi una guancia con l'indice della mano destra.

<< Te ne sei dimenticato, non è vero?>> vedendo l'espressione del moro ebbe ben chiara la risposta. << Ok ordinerò una pizza >> aggiunse con tono rassegnato.

Appena finito di cenare i due si sedettero in sala su un divano in pelle di colore bianco. Stavano per accedere la TV quando.....

<< Ti devo parlare >> disse Ran.

Shino lo guardò incuriosito.

<< Riguarda il mio lavoro >>

Shino continua a non capire.

<< Sono stato promosso >>

<< Congratulazioni! >> alla notizia il ragazzo sfoderó un sorriso a trentadue denti << Dobbiamo festeggiare >>

<< Già ma non è tutto >> Ran diventó improvvisamente serio.

<< Mm?? >>

<< Beh grazie a questo devo partire per l'India fra due settimane e non so per quanto tempo staró via! Sapendo che se ti lasciassi qui da solo demoliresti casa e finiresti per mangiare solo schifezze.... Ho chiesto ad un mio collega, nonché mio caro amico, che mi doveva un favore, di prendersi cura di te! E lui non ha potuto rifiutare >> concluse con un sorrisetto malizioso.

<< In poche parole lo hai ricattato? >> disse Shino mentre stava ancora cercando di capire il tutto.

<< Detto così suona male ma..... Sì >> il sorrisetto diventó improvvisamente spaventoso.

<< Capito! >>

Ci fu un piccolo momento di silenzio.

<< Ehhhhhh??? >> gridó il ragazzo << Vuoi dire che dovrò andare a vivere con uno sconosciuto per non so quanto tempo mentre tu vai a fare l'archeologo in India??? Shino, che aveva appena compreso la situazione, ne rimase visibilmente scioccato.

<< Vedo che hai capito! Ah, se rifiuti butterò via i tuoi manga ed il computer >> e riecco il sorrisino maligno.

<< Ho capito >> Shino era ancora scioccato, ma non avrebbe mai potuto ribattere a quel ricatto.

<< Mi ha in pugno, bastardo >> pensó.


Shiro to KuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora