Era arrivo il momento di scegliere, ma qual'era la scelta giusta? Più che altro, c'era veramente una scelta "giusta"? Entrambi sapevano benissimo di provare dei sentimenti per l'altro, ma cosa volevano davvero?
La notte, anche se lentamente, era passata e il cielo si stava tingendo di uno splendido arancio. Yukiteru era appoggiato alla finestra della camera intento a godersi lo spettacolo, l'aria fredda del mattino gli accarezzava dolcemente il viso, la schiena era percorsa da piccoli brividi con intervalli di pochi minuti, ma a lui non dispiaceva. Quella notte non aveva chiuso occhio, tutto quello accaduto la sera prima, le frasi pronunciate da quel ragazzo continuavano a occupare i suoi pensieri.
Quando il cielo iniziò a tingersi di un tenue color azzurro capì che era ora di tornare alla realtà. Si diresse in cucina per prepararsi un caffè, così da potersi riprendersi completamente.Shino, d'altro canto, non aveva passato una notte migliore, i dolori febbrili non gli avevano permesso di chiudere occhio.
Ora era sdraiato sul suo letto a fissare il soffitto, aveva le energie completamente scariche e la testa sembrava stesse per scoppiargli, i suoi ricordi sulla giornata precedente erano poco nitidi, tanto da ricordare a stento le proprie condizioni.Yukiteru bussò alla porta ed entrò con con il vassoio su cui era posizionata la colazione del malato.
"Oddio... Quella sarà per me? " pensò Shino, sul volto aveva un espressione a metà strada tra l'incredulità e lo sconvolto.
<< Perché quella faccia?? Per caso devi vomitare?? >> chiese l'altro.
Shino sentito questo penso a quanto potesse essere orribile il suo volto in quel momento... Rise forte nella sua mente, mentre si ricomponeva. << No no... Almeno, non per ora.>> fece una breve pausa. << Comunque, passando a cose serie, quello per chi è?>> indicó il vassoio.
"Cose serie?" pensò perplesso l'argenteo. << Pensavo che il muro avesse fame perciò gli ho portato da mangiare.... Secondo te per chi è?>> neanche Yukiteru ne sapeva bene il motivo, ma in quel momento aveva i nervi a fior di pelle.
<< Scusa. Non c'è bisogno di essere così scorbutici.... Ero solo sopreso che un orc-ehm "caratterialmente negativo" come te facesse una cosa simile>> fece in sorrisetto fiero del termine da lui inventato.
<< Tranquillo non lo faccio per te, ma perché se ti facessi morire di fame in preda a dolori febbrili Ran mi ricatterebbe a vita>> posó il vassoio su una specie di comodino vicino al letto e fece per andarsene.
<< Yukiteru>> la voce del ragazzo lo fermò. << Grazie>>
<< Yuki. Puoi chiamarmi Yuki>> uscì dalla stanza.
Shino diventò rosso. <<Yuki >> pronuncio dolcemente a bassa voce. Prima di morire di infarto a causa dell'emozione decise di mangiare la colazione che con fatica quello scorbutico aveva preparato.
Yukiteru si diresse al bagno, entrò nella doccia e mentre l'acqua calda gli scorreva dolcemente in tutto il corpo, con un pugno colpì il muro e spostandosi i capelli bagnati dal volto ripensò a quello che aveva fatto. Come aveva potuto dire a quel moccioso di chiamarlo con quel nome che tanto detestava? "Yukiteru" quella voce mentre pronunciava quel nome era così dolce, così delicata. Aveva pensato che anche quell'odioso soprannome pronunciato da quelle labbra, con quella voce, sarebbe stato il nome più bello del mondo. Era sopraffatto da pensieri di quel tipo, ed in un'altra stanza aveva quello stesso ragazzo che perseguitava i suoi pensieri con la febbre ed indifeso. Decise di uscire. Mise le prime cose che trovo nel guardaroba e dopo aver verificato che il malato fosse in condizione da poter restare solo per un po' uscì di casa. Fece un giro per il centro di Osaka, ma quella città ormai la sapeva a memoria, erano 10 anni che era andato ad abitare lì. Si diresse alla stazione e ad occhi chiusi davanti alla macchinetta per i biglietti ne premette uno a caso. Tokyo. Salì sul treno e dopo un po' di tempo arrivò alla sua fermata. All'inizio si sentì spaesato, ma dopo poco si abituò ai ritmi di quella città. Le persone erano così frenetiche, vi erano molte più diversità che a Osaka. Passó il tempo a contemplare quella grande città, i suoi negozi, le sue vie ed anche le persone. Era un luogo da poter definire magico, una città che anche se così affollata riusciva ad affascinare un uomo come lui. "Scommetto che a quella scimmia piacerebbe un sacco questa città" si fermò di colpo, si voltò verso la vetrina di un negozio e si guardò. Eccolo di nuovo a pensare a lui, ma riflettendoci lui era stato nei suoi pensieri per tutto il giorno. Ogni cosa che aveva catturato la sua attenzione in quella giornata era in qualche modo legata a lui. Riprese a camminare cercando di non pensare a niente e si trovò in un parco, si sedette su una panchina e stette a guardare la fontana che era lì davanti rimanendone incantato. Dopo un po' di tempo si accorse che il buio era già calato, prese il telefono per guardare l'ora, le 22.30. Era tardi, tardissimo. Guardò la tabella dei treni e si mise a correre in quella città ormai illuminata da lucidi ogni specie e colore, stupenda, ma non c'era tempo per restare a contemplarla. Arrivó a malapena in tempo per l'ultimo treno di ritorno a casa, salì con il fiatone e le gambe tremanti. Ma perché aveva corso così pur di non prendere il treno? Poteva benissimo dormire in un albergo. Avrebbe potuto lasciare che Shino chiedesse a quel suo amico, di cui ogni tanto parla, di poter dormire lì, in caso eccezionale si intende. Eppure aveva faticato tanto pur di tornare quella sera stessa. Perché?
Voleva vederlo. Voleva stargli a fianco. Non avrebbe permesso a nessuno di stare con lui, ne di vederlo in quello stato tanto indifeso ed adorabile. Ora era tutto chiaro i dubbi, le paure, le domande stavano svanendo dietro una sola risposta. Una sola verità.
Il treno arrivò finalmente a Osaka. Si mise in cammino con passi veloci e lunghi fino a casa. Si precipitò dentro, in cucina vi trovò Shino con le guance rosse intento a preparare un tè.<< Finalmente sei arrivato... Pensavo di dover chiamare gli accalappia cani>> disse in tono sarcastico e un sorriso sul volto, ma appena si voltò vide Yukiteru con aria seria e affaticata. << Yuki?>> ora era preoccupato.
Sentito quel nome pronunciato da l'incantevole voce di quel mocciosetto non riuscì più a trattenersi. Lo afferrò per un braccio e lo appoggió al muro che divideva cucina e corridoio. Lo guardó negli occhi, quei fantastici occhi blu, per qualche secondo. Ora era pronto per affogarci dentro. Lo baciò. Rimasero così per qualche secondo poi si staccò. Shino non capiva cosa stesse accadendo, sul volto aveva dipinta un espressione di pura perplessità. Yukiteru capì. Non era stato abbastanza chiaro. Si avvicinò all'orecchio dell'altro e dolcemente gli sussurrò << Ti amo>>. Shino non fece in tempo a realizzare il tutto che Yukiteru lo baciò nuovamente, ma stavolta con più passione. Entrambi chiusero gli occhi. In quel momento vi erano solo loro due in tutto il mondo. Le loro lingue danzavano armoniche. Le loro mani erano ben strette come se avessero paura di staccarsi. Un bacio che durò minuti paragonabili ore. Si staccarono a riprendere fiato per poi ricominciare quella danza passionale. Quella notte passò così tra un bacio e l'altro, nella stanza risuonavano solo due parole.
"Ti amo" .Autrice
Perdonate la lunga attesa <3

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Shiro to Kuro
Fanficso che molti avevano già iniziato a leggere questa storia ma ho dovuto cancellarla e riscriverla mi dispiace veramente tanto spero che continuerete a seguirmi. grazie