«tanto per cominciare,» sbatto con forza il libro che ho in mano sul tavolo in legno antico della biblioteca, guadagnandomi uno sguardo irritato da parte della bibliotecaria seduta alla scrivania e da qualche ragazza seduta al tavolo vicino. al che faccio una risatina nervosa per poi riportare la mia concentrazione sul castano dinanzi a me, che ha ancora la fronte appoggiata alla fredda lastra in segno di frustrazione e stanchezza «questo, ci sarà inutile, ma per fingere di aver fatto qualcosa lo apriremo e copieremo qualche appunto».
a quel punto Davide sembra rianimarsi e alza un poco il capo, con un sorriso divertito sulle labbra e un sopracciglio alzato, come se non si aspettasse tale affermazione, infatti, dopo poco esordisce con: «mi stupisci, Tandini, credevo studiassi come una pazza per accaparrarti quei voti.» concludendo la frase in una mezza risata
alzo un sopracciglio, stanca già abbastanza di lui «bene, felice di stupirti quindi», faccio slittare il libro verso di lui, «comincia, io cerco qualcos'altro».
lo sento emettere un piccolo verso di disperazione ma poi, probabilmente ricordandosi ciò che gli ho detto poco prima, apre una pagina a caso e copia la prima frase che si trova davanti.
rimango ad osservarlo per qualche secondo, con un'espressione fra il confuso e il curioso, poi mi giro e mi avvio a grandi passi verso la sezione storia.faccio scivolare le dita su un tomo abbastanza spesso da incuriosirmi, inclino leggermente di lato la testa per leggere il titolo e, con un sorriso soddisfatto, infilo le dita fra un libro e l'altro per spingere il prescelto verso di me.
«non ci troverai un bel niente, lì dentro, parola mia, anche se non so se ci credi tanto» mi rincorre una voce familiare alle mie spalle.
lascio scendere la mano che prima era sul libro lungo il fianco, emettendo un sospiro disperato quando quella tocca i miei pantaloni in jeans.
mi volto lentamente, sperando che la voce sia solo simile a colui la quale l'ho collegata, ma, almeno che gli occhi non mi ingannino, non ho sbagliato affatto.
«Barella, tesoro caro, cosa ti porta a consigliarmi che libro posso o non posso consultare? non sei esattamente un esperto, o almeno, così mi pare, o sbaglio pure qua?»
il biondo, appoggiato alla libreria in legno con le spalle, si stacca leggermente, per poi fare un passo verso di me, alzando le mani «immaginavo che la mia osservazione fosse irrilevante per te, ma tentar non nuoce mai. ad ogni modo, l'ho già letto e quello,» indica con il dito un libro più sottile, rilegato con meno cura e con un titolo meno accattivante di quello che avevo puntato inizialmente «sì, ho letto pure quello, ti aiuterà ti più, ne sono più che certo.»
dondolo sui talloni indecisa, ok che è scemo, ma magari ha ragione e per una volta vuole aiutare, sarebbe carino da parte sua, dopo tanto fastidio provocato.
mi allontano leggermente dal mio prescelto per studiare bene il libro consigliatomi dal ragazzo, e, così facendo, mi avvicino anche a lui, sentendo il battito accelerare stupidamente e sentendo il respiro mancare per un attimo.
mi scosto, non sopporto sentirmi così ogni volta che sono vicino a lui, è irritante e fastidioso, ed è anche Nicolò Barella, il più stupido degli stupidi.
infine afferro il libro consigliatomi, soppesandolo bene prima di voltarmi per tornare al mio tavolo, «che fai? non ringrazi? non saluti? e sarei io quello snervante?»
mi giro, con il sorriso più finto e cattivo che si possa fare, mettendo le mani davanti alla faccia, a mo' di preghiera, simulando un angelo, «grazie davvero,» dico sbattendo spropositatamente le ciglia «senza di te, o mio coraggioso salvatore, non ce l'avrei fatta», mi rigiro sbuffando.
lo sento ridacchiare mentre me ne vado e, mentre giro l'angolo, sospirare.una volta tornata dal mio compagno, lo ritrovo con una ragazza accanto che gli tocca il braccio delicatamente, mentre lui sembra assortito in un discorso profondamente stupido, come la sua partita di domenica, «sì dai, vieni a vederci, ti lascio il mio numero così mi chiami quando arrivi, no?»
«oh, ma certo, verrei volentieri, magari, portando qualche mia amica, giocano anche Serra e Barella, o mi sbaglio?» risponde quella, che mi sembra sia Alice Cremini di seconda G, alludendo al duo meraviglia.
«sì...» sbuffa di rimando mister D, e io non posso far altro che trattenere una risata, so quanto odi che i due gli rubino tutte le ragazze che gli passano sotto il naso «ci sarà pure Serra... e Barella» conclude sospirando
«oh, da sballo, allora porto Rachele e Mia, così facciamo un trio, ci vediamo domenica, Dave» a quel punto la cara Alice sembra notare la mia silenziosa presenza «e Elena, se ci sarai»
faccio un gesto con la mano, come per dire che non è nulla di che «farò volentieri a meno»
mi guarda con un minimo di disprezzo e compassione «be, ti farebbe bene respirare un po' di aria nuova e vedere qualcuno»
sorrido, sforzandomi, non è così malaccio, povera ragazza «lo terrò a mente, grazie Ali»
la ragazza si dilegua in fretta, fra le dita il contatti del ragazzo vicino a me e il telefono che già sta componendo un qualche numero.
torno a guardare Davide, mettendogli fra le mani il libro di Nicolò, intuendo però che non ha molto voglia di continuare e che presto mi lascerà.
infatti, appena il libro entra nel suo campo visivo, lo allontana con la mano, regalandomi un sorriso ghiacciato «ho gli allenamenti, Tandini, devo propio scappare, magari, finisci tu con questo? la relazione sarà perfetta, sono sicuro sistemerai tutti i piccoli errori che ci sono, io ora, vado a tentare di fare bella figura questo weekend»
annuisco, non mi aspettavo chissà quale aiuto da uno che quando ha scoperto di essere in gruppo con me ha simulato uno svenimento per la notizia del dovermi sopportare qualche ora in più al giorno.
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sotto lo stesso cielo || nicolò barella
Fanfictionla storia d'amore adolescenziale fra due ragazzi, di quelle che non possono durare, per un motivo o per l'altro, di quelle che conservano una goccia da amore anche dopo anni, sufficiente a farti venire una piccola stretta allo stomaco. con questa f...