Capitolo 4

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P.O.V. Grace

-"ho fatto un sogno traumatico.." Dissi ad Harriet stropicciando gli occhi.
-"cioè?" Rise.
-"ho sognato che Harry mi porta nella sua macchina e mentre ci baciamo mi accoltella da dietro.."
Sputò il cappuccino in preda alle risate, per fortuna riuscì a schivarlo.
-" tu hai problemi." Disse pulendosi il viso.
-"ehi!! Mi ha traumatizzata." Feci il broncio.
-"seriamente, dovresti essere felice del fatto che uno dei ragazzi più belli di Londra ci provi con te.."
-"non ci prova con me!"
-"ma sta zitta , altrimenti.."
Il campanello la interruppe.
Andai ad aprire.

-"si?"
-"Grace Davis?"
Era Un uomo sulla quarantina, non capivo cosa avrebbe dovuto volere da me.
Annuì.
-"mi segua."
Mi voltai verso Harriet con faccia confusa e lei fece altrettanto.
Ero in pigiama, quindi prima di uscire mi guardai intorno, anche se era una splendida giornata soleggiata non c'era molta gente.
Attraversai il giardinetto fino al camioncino verde del signore.

-"complimenti!" Disse aprendo i due sportelli posteriori.
-"per cosa scusi?!"
Ad un tratto fece uscire un gigantesco diciamo, enorme mazzo di fiori.
-"è mio?!" Mi scappò.
-"lei è : la bella Grace Davis?"
Non riuscivo a togliere quella espressione dal mio viso.
E poi, come portavo quell'albero dentro?!

saranno state almeno una centinaia di rose rosse tra cui una bianca.
Mi posò quell'enormità tra le braccia.

-"e c'è anche questo.." Disse con voce affaticata frugando tra le varie cose .

Quando riuscì a liberare una mano mi tese un pacchettino. La cosa diventava inquietante.

-"e con questo ho finito." Mi guardò sorridente, "scusi, vuole una mano?"
-"no no! Grazie!" Esultai .

Mi avviai verso il vialetto cercando di non cadere.
Quando attraversai l'uscio della porta senza vedere nulla sentì Harriet.
-"oh mio dio , oh mamma!"
Sentivo che stava correndo verso di me.
-" e questo di chi è?!"
-"non lo so! Aiutami!" Prese il mazzo e lo posò sul divano.
-" io so di chi è .."
Mi fissò come se stesse aspettando la continuazione della frase mentre io potevo solo guardarla con aria interrogativa.

-"cretina sveglia!" Mi tirò una pacca amichevole sulla spalla, "Harry!"
-"noooo scherzi?!"
Incrociò le braccia.
Titubai.
-"dici?" Sussurrai con un sorriso.
-"oh! C'è anche questo."
-"dio! Aprilo aprili aprilo!!!"
Sembrava quasi più felice di me.

Quando aprì la busta trovai un piccolo pacchetto di velluto risso. Avevo paura ad aprirlo, ma poi presi coraggio.
Ci rimasi male dopo averlo aperto, c'era solo un foglietto di carta accartocciato.
Harriet era più curiosa di me.

-"allora?? Aprilo! Che aspetti?"

- Buongiorno! Scommetto che sono le 9, se vuoi la sorpresa voglio che tu tu sia pronta ed operativa alle 10, ti vengo a prendere. Un bacio, Hx.-

Hx?!

-"oddio io lo sapevo, lo sapevo cazzo!" Disse saltandomi intorno.
-"vai a prepararti, MUOVITI." Mi spintonò verso le scale.

Fece tutto Harriet, mi scelse i vestiti, mi fece i capelli, il trucco , quasi mi lavò lei!

-"sono le 9.58, dovrebbe arrivare fra poco. Cosa vuoi dirmi?"
Ci guardammo senza dire una parola. Non avevo nulla da dire, ero spaventata!

Ad un tratto sentimmo il clacson. Era sicuramente lui.
-"vai, chiamami quando torni e fammi sapere!"
-"beh, si ma.."
-"muoviti." Mi lanciò sulla porta. Rimasi qualche secondo li davanti. Avevo paura di aprirla.
Poi mi feci coraggio.

Era lui, li, sempre bellissimo Dentro una Range Rover nera. Lo Intravedevo, aveva degli occhiali da sole.

Quando riuscì a salire senza permettere alle gambe di cedere mi voltai verso di lui, levando anche io i miei occhiali scuri.

-"buongiorno!" Sorrise, era bellissimo.
-"buongiorno a te, posso farti una domanda?"
-"se stai per chiedermi come faccio a sapere dove abiti, sappi che non ti rispondo."
Quella risposta mi lasciò un po spiazzata.
-"oh, o-ok.."
-"iniziamo il giro?"
Annuì.

Mi portò davvero ovunque, mi fece vedere il London Eye, Big Ben, Tower Bridge, Trafalgar Square, la Cattedrale di St. Paul, il Natural History museum ed anche la National gallery e molto altro!

Erano le due del pomeriggio, mi stavo divertendo davvero tanto ed ero triste all'idea di dover tornare a casa.
-"cosa ti va di mangiare?"
Mangiare?!
-"mangiare?"
-"pensi che ti porto in giro per Londra e magari non ti offro qualcosa?"

Questo ragazzo mi stava facendo uscire pazza di lui.

-"oh beh, io.."
-"ok, so io dove portarti." Ripartimmo.

Lo guardavo mentre guidava, era bello, era spontaneo, era fantastico, il ragazzo dei sogni.

-"benvenuta allo Skylon."
Rimasi a bocca aperta.
Bellissimo è dire poco, era spettacolare. Elegante, luminoso, romantico e sicuramente davvero costoso.
Ci sedemmo vicino ad una grande vetrata, con un panorama spettacolare verso il fiume Tamigi.

Quando ci sedemmo mi sentì subito a disagio.

-"Grace cos'hai ? Non ti piace ?"
-" oh no no! Anzi, anche troppo.."
Sorrise accarezzandomi il viso, guardandomi dritto negli occhi.

-"salve, volete ordinare o vi porto un menù?"
-"le specialità del giorno." Disse il riccio con nonchalance.
Il cameriere annuì con grazia e se ne andò.
-"spero ti piacciano le prelibatezze, perché qui dire che si mangia bene è poco."
Lo sorrisi, finalmente ero felice.

-"Eccoci qui madame." Si fermò di fronte al mio fiorito vialetto.
-"grazie Harry.." Dissi arrossendo, "oh, una cosa.." Ricordai.
Mi guardò incuriosito.
Frugai veloce nella borsa e poi presi il piccolo pacchettino rosso e glielo misi sulle gambe.

Lo fissò per un istante e poi si voltò verso di me con un sorrisetto.
-"che ragazza!" Esclamò.
Lo guardai confusa.
-"pensavo te lo fossi scordata, invece lo hai lasciato all'ultimo."
La situazione mi confondeva sempre di più.
-"beh.." Si voltò verso lo sportello.
Appena si girò allungò un pugno.
Lo guardai, ma prima che potessi dire qualcosa lo aprì. Vuoto.
Scoppiò a ridere.
-"non sei ancora pronta."
Non riuscivo a togliere quella espressione da scema sul viso.
-"ora vado." Mi disse, come se non vedesse l'ora di mandarmi via.
-"ci sentiamo.." Feci per scendere ma mi afferrò un braccio.
-"ho passato una bella giornata con te. Stasera c'è una festa, verrete giusto?"
-"oh beh.. Io.."
-"lo sapevo" sorrise, "bene, a te ti vengo a prendere alle 23.00 , di alle altre che i loro cavalieri le verranno a prendere."
-"sarai il mio cavaliere?" Dissi ridendo.
-"io non ho mai detto di essere il tuo cavaliere."
Era serio.
Ci rimasi male.
-"ma comunque sia, a quell'ora pronta, A dopo." Si rimise gli occhiali e riaccese la macchina.

Mi sentivo trattata male, ma era strano, forse ero io.
Comunque sia, decisi di lasciare dietro le mie paure e di andare fino in fondo a questa storia.

Dependence.  -Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora