Capitolo 8

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P.O.V. Grace

-"Harry, tu vuoi solo usarmi!"
Mi guardava indifferente.
Mi dava un fastidio terribile.

-"se lo faccio lo faccio per te."
-"non ho bisogno di aiuto."
-"pazienza, magari era l'unica volta che saresti potuta stare con un bel ragazzo."

Era così vanitoso, narcisista, indescrivibile.

-"smettila di fare lo stronzo."
-"io sono stronzo."

Girai gli occhi al cielo.
-"beh, questo si sapeva." Dissi irritata.
Sorrise.
-"pazienza, ti porto a casa."

Cavolo, già..

-"bene." Dissi.
Volevo sembrare soddisfatta del mio comportamento, volevo tenergli testa, solo che con questo mi stavo allontanando da lui.

-"Harry.." Esclamai.
Si voltò guardandomi dritto negli occhi.
Aveva un accenno di sorriso sul volto.

Sapeva che stavo per cedere, stava vincendo al suo malefico gioco.

-"sai dove ho messo la borsa ieri sera?"
Mi fissò per un istante prima di indicare la sedia infondo alla stanza.

-"grazie." Sospirai.
Improvvisamente ero triste
Mi ero pentita delle mie parole.

Dopo essermi preparata mi affrettai ad arrivare alla macchina.
Dopo quello che avevo detto avevo paura di essergli caduta dal cuore.

Mi misi a sedere in macchina e chiusi con violenza lo sportello.
Sapevo di dargli fastidio, ed era ciò che volevo.

Si tolse gli occhiali , buttò la testa indietro ad occhi chiusi e sospirò rumorosamente.
-"per adesso ti perdono perché so che non era tua intenzione, altrimenti se avessi saputo che tu lo avessi fatto apposta ti avrei fatta fuori."
A quelle parole riaprì lo sportello e lo sbattei un'altra volta.
Rimase in silenzio.
Lo rifeci voltandomi verso di lui guardando i suoi splendidi occhi verdi.
Era serio, una roccia.

Ad un tratto si voltò di scatto e scese dalla macchina venendo dalla mia parte.
Per un momento ho creduto volesse picchiarmi.

Aprì il mio sportello e si fermò a guardarmi spostandosi i ricci da un lato.
-"mi piacciono le ragazze bastarde ma non quelle che mi rompono la macchina."

Volevo ridere ma dovevo sembrare il più serio possibile.

Ad un tratto entrò un braccio e con esso si attaccò al sedile affianco tirandosi verso di me, si fece spazio sul mio sedile e poggiò un gomito sopra la mia spalla.
Aveva il volto sul mio e quella vicinanza mi faceva impazzire.

-"hai intenzione di farmi i dispetti?"
Era così vicino che a quelle parole potevo sentire dal suo fiato che dentifricio aveva usato.
-"io sono dispettosa." Affermai.
Sorrise.
-"a me sembri più fessa."
-"io invece direi che sono più furba di te."
-"furba lo escluderei, proprio dal tuo vocabolario."
Risi.
-"sei uno dei pochi ragazzi che mi tiene testa."
-"non difficile farlo."
-"perché?" Chiesi curiosa.
-"tu non sei alla mia altezza."

Possibile che doveva essere tanto fastidioso quanto bello?
In lui c'erano troppe incongruenze.

-"non è che prima di fare l'offesa perché finalmente hai visto in faccia la verità ti fai un giro sul lago con me?"
-"non di certo continuo a farmi offendere da te."
-"Bene, scendi." Si alzò da me.
Aveva lasciato il suo profumo sui miei vestiti.

Inspirai il più possibile per trattenere quell'odore.
Volevo stamparlo nella mente per ricordarlo per sempre.
Bellissimo.

Passeggiammo costeggiando lo splendido lago, che dava a vedere una vista spettacolare.

Per alcuni questo momento poteva essere banale, per me era uno dei più importanti nella vita.

-"sei diversa dal solito." Disse guardando l'orizzonte.
Aveva il sole sul viso ed il vento fra i capelli.
-"cioé?"
-"non so, prima facevi la timidona, ora mi piace come ti comporti."
-"cioè?" Chiesi ancora una volta.
Si voltò a guardarmi.
-"non sei come le altre."
Ci guardammo per secondi lunghi secoli.
-"però adesso non montarti la testa."
-"Ecco, non era scappato il classico bastardo." Dissi spintonandolo.

Passammo una bella giornata insieme, scherzammo e ci picchiammo.
Mi sono divertita, ma del resto ero turbata.

-"Harry sai ti devo chiedere una cosa.."
-"dimmi" disse voltandosi verso di me.

Sembrava interessato.

Dependence.  -Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora