DAL CAPITOLO PRECEDENTE{Mi mancava solo da confrontare i fogli.
Ma appena li vidi, mi sentii il fiato mancare.
Non poteva essere così.}POV ALEXANDRA
La calligrafia della lettera era identica a quella del foglio.
Non poteva essere stato un suicidio.
Il mio istinto diceva che non lo era stato.
Ho sempre risolto ogni caso ascoltandolo e tutto è sempre andato a buon fine.Ma perché adesso no?
Non potevo fare la figura dell'idiota davanti ai telegiornali.Che cosa c'è che non va?
Ci sono altri indizi?Mi ripetevo, fino a quando non sentii la guancia leggermente umida.
Stavo piangendo.So che per molti piangere è una cosa normale o banale.
Ma nella mia vita ho pianto veramente pochissime volte.
Gli addestramenti per la C. I. A. e l'F. B. I. sono stati veramente duri che non potevo mostrarmi debole nemmeno quando mi ferivo.Ma adesso, adesso, per un solo fottuto caso sto piangendo?
Stavo piangendo davanti a tutti.
Davanti a James, davanti al mio agente, davanti i miei colleghi che mi hanno sempre ritenuto un macigno.
E stavo piangendo davanti a lui.In quel momento potevo immaginarlo che stesse muorendo dalle risate.
Per prendermi in giro come ha sempre fatto.Ma lo vidi con gli occhi lucidi.
Stava per piangere anche lui.
Ma non so per cosa, se sia per il caso, anche se lui sosteneva fin dall'inizio che fosse stato un suicidio. O per il fatto che stavo piangendo anche io.Ma non me ne importava niente.
Iniziai a camminare per raggiungere l'uscita, ma sentii dei passi pesanti seguirmi.
Arrivai alla porta principale e mi girai verso di lui.
<<Mi vuoi seguire di nuovo?>> cercai di nascondere la voce spezzata ma mi fu impossibile.
<<In realtà mi chiedevo se vorresti venire a casa mia>>si stava grattando la nuca perché era imbarazzato (?)
<<Dove abiti?>>non mi andava di restare da sola a casa, a guardare Friends per la milionesima volte mangiando gelato e facendo finta di non sentire la coppia di vicini che litigava di continuo.
<<Qui vicino. Andiamo>>così lo seguii.
**********
Arrivammo davanti ad villa.
Una villa gigantesca. Enorme.Ecco la prova che in molte parti del mondo, le persone privilegiano gli uomini rispetto alle donne.
Mentre io me ne sto in un appartamento microscopico dove la luce va e viene.
Lui se ne sta comodo nella sua villa di lusso.
Come era possibile? Facevamo lo stesso lavoro cazzo.Mentre pensavo a tutte le polemiche possibili e immaginabili non mi accorsi che già Dylan aveva aperto la porta d'ingresso.
Così entrai con lui nella sua casa da poveracci.
Non voglio parlare di quello che c'era all'interno, altrimenti qua ricomincio con le polemiche maschiliste e la mia gelosia potrebbe cominciare ad aumentare sempre di più.
<<Vuoi qualcosa da bere>>mi chiese, era abbastanza gentile.
<<Un bicchiere d'acqua, grazie>>ma da dove usciva tutta questa gentilezza?!
Lui se ne andò in cucina così io lo seguii.
Metre prendeva la bottiglia d'acqua dal frigorifero, iniziai a parlare.
<<Alloraaaa, vedo che sei molto povero>>lui soffocò una risata, e mi rispose<<Beh, prima non ero un investigatore, ero un attore, e guadagnavo un po', poi alcuni soldi li mette anche mio padre>>mi spiegò, mentre versava l'acqua nel bicchiere, e quindi, me la passò.
Iniziai a bere, e quando posai il bicchiere vuoto lui mi disse<<Voglio sapere qualcosa su di te.>>
Sapete una cosa?
Ero veramente tentata di raccontargli qualcosa sulla mia vita, iniziava ad essere dolce nei miei confronti.
Quindi, mi lasciai trasportare.<<Sono nata qui a Los Angeles, mia madre è morta qualche minuto dopo la mia nascita, e mio padre ed io siamo stati sempre uniti. Quando avevo 18 anni mio padre venne licenziato, così iniziai a fare gli addestramenti per far parte per la C.I.A. e dopo qualche anno ne feci parte. Poi mi hanno offerto un posto per l'F. B. I. e così dovetti andare a Washington. Dopo qualche anno ritornai qui perché mio padre si ammalò, non potevo lasciarlo solo, quindi mi licenziai dal lavoro per restare con lui e trovare soldi per curarlo. Iniziai a lavorare in un bar vicino casa, ma un giorno quando ritornai con la paghetta mensile, trovai mio padre deceduto sul letto. Quello fu il giorno più brutto della mia vita. Non potevo restare in quella casa dove c'erano solo foto di lui con la mia mamma che non vidi mai, quindi trovai un lavoro più tosto, perché dovevo guardarmi da vivere, quindi andai alla centrale, e mi assunsero. Poi ho trovato quella cazzo di baracca, che era meglio di niente, ma ormai è casa mia.>>Avevo tralasciato tutti i cuori spezzati che ho avuto, però mi sembrava un po' imbarazzante parlarne con lui. Per tutta la storia Dylan era attento e certe volte il suo sguardo diventava triste, e questa cosa mi faceva riempire il cuore di gioia.
<<Bene, adesso che ti ho raccontato la mia storiella felice che facciamo?>>lui alzò le spalle e iniziò a proporre<<Vuoi vedere un film?>>, così ci dirigemmo verso il soggiorno e scegliemmo un film da vedere.
CIAO RAGAZZI
MI DISPIACE DAVVERO TANTO CHE IERI NON ABBIA AGGIORNATO
SPERO ANCHE DI PUBBLICARNE UN ALTRO OGGI, MA MI SEMBRA UN PO DIFFICILE
SORRY.
COMUNQUE, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE DI QUESTO CAPITOLO.
-𝙡 𝙪 💜
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A strange LOVE story|| Dylan O'Brien
Action||TRATTO DALLA STORIA|| Dylan si avvicinò lentamente a me, mise le sue mani venose sui miei fianchi e mi fece sbattere delicatamente sulla parete. > sussurrò rocamente al mio orecchio. > cercai di farlo ragionare anche se i miei ormoni non erano m...