capitolo 4.

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POV DYLAN

Già siamo arrivati all'ora di pranzo e durante le ore precedenti non ho fatto altro che scarabbocchiare il block notes, mentre gli altri continuavano a stare concentrati sulle scartoffie.

<<OK, bene. Andiamo a mangiare.>>li constrinsi.

<<Si, andiamo. Ho davvero fame. Dove andiamo?>> chiese Alex.
<<Al Mc. Che domande... >>le risposi prendendola in giro.
Lei alzò gli occhi.

Salimmo sul taxi, e vedevo il taxista che aveva gli occhi puntati su Alex. O meglio sulla sua scollatura vicino al seno.

<<Siamo arrivati!>>interruppi la conversazione di Alex e James-il perfettino della comitiva-, e così ebbi l'attenzione anche del taxista.

Dopo essere scesi dal taxi non poteva mancare la cazziata da parte di Alex e bla bla bla.
Così ci siamo fatti una bella camminata per arrivare al Mc.

*******

<<Sono str-stremata>>disse Alex asciugandosi il sudore con le sue manine.

<<Non fare la melodrammatica. Andiamo a mangiare.>>la zittii.

Dopo esserci seduti al nostro tavolo, James iniziò a parlare.
<<Si può sapere perché ci hai fatto fare chilometri a piedi?>>
"Caro James, mi stava sulle palle quel taxista di merda che stava guardando la tua ex".
Pensai, ma forse non è il caso di dirlo.

<<Volevo farmi una camminata.>>alzai le spalle, ma subito dopo sentii Alex dire le stesse mie parole cercando di imitare la mia voce.

<<Volevo farmi una camminata gngngn>>e si mise a sbuffare. Per un po' non mi mettevo a ridere per il suo essere così bambinesco.

POV ALEXANDRA

Dopo aver mangiato, siamo andati alla centrale per verificare la lettera.

<<Perfetto. Andiamo.>>dissi, dopo che tutti mettemmo il camice per andare nel laboratorio dove avevano conservato la lettera.

Ci dirigemmo verso la scrivania, mi misi i guanti, e racimolai la lettera dalla busta trasparente. E mi misi a leggere.

"    
                                            25/05/2021

Ormai niente ha più senso. Ho perso i miei soldi, la mia famiglia.
Ieri è stato il primo giorno in cui mi misi a piangere. La depressione mi sta uccidendo.
Ormai pensavo da anni che per me doveva finire.
Da quel giorno della rapina, ho sentito un vuoto dentro di me.
Da piccolo sognavo di essere ricco, di avere della servitù. Ero un bambino stronzo ed egocentrico. E me ne sono reso conto solo adesso che lo sono tutt'ora.
Forse dovrei finirla di vivere perché è la cosa migliore per me e per tutti.

                                       William Garcia"

Un po' mi faceva pena questo uomo, ma mi ero ripromessa di non avere compassione per nessuno, il mio lavoro significava anche questo.

<<Andiamo alla villa, voglio confrontare la scrittura della lettera, con quella dei suoi documenti>>dissi rigida a tutti.

***********

Arrivati alla villa, mi fiondai allo studio e aprii cassetti, fino a quando non trovai dei foglietti e scarabocchi. La firma del signor. Garcia alla fine di ogni foglio mi faceva capire che li aveva scritti lui in persona.

Appena arrivarono anche i miei colleghi, James e Dylan, i quali avevano cercato nelle altre stanze, mi dissero che tutti i fogli che c'erano in giro erano stati bruciati.

BINGO.

Chiunque avesse scritto la lettera aveva bruciato tutte le prove con la scrittura della vittima, così per non confrontarle con la lettera.

Mi mancava solo da confrontare i fogli.
Ma appena li vidi, mi sentii il fiato mancare.
Non poteva essere così.

MI DISCPIACE LASCARVI COSÌ
MA UN PO DI SUSPENSE CI VUOLE NELLA VITA
COSA PUÒ ESSERE SUCCESSO DI COSÌ GRAVE?
-𝙡 𝙪 💜

     
 

A strange LOVE story|| Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora