•༺ 𓆩🂱𓆪 ༻•
"mancano dieci secondi..."
Enunciò il GameMaster tramite il microfono dei nostri smartphone.
La strada era ancora lunga ed il traguardo non mi era visibile.
Continuai a correre all'impazzata, costringendomi ad ignorare il dolore allucinante ormai insediatosi nei muscoli delle gambe."cinque..."
Il dolore al petto non fece altro che aumentare, nel mentre che il suono del battito cardiaco sovrastò il mio udito.
L'ansia ed il terrore di non potercela fare avvolsero i miei pensieri, ed un sentimento di profondo sconforto prese vita nel mio corpo."quattro..."
<<Cazzo...>> sputai seccata quell'imprecazione, ormai convinta di star correndo fin troppo lentamente per poter riuscire a sfuggire dalla morte proprio dietro l'angolo.
"tre..."
Ero spacciata.
Le urla strazianti del resto dei concorrenti inondarono l'edificio, facendomi giungere alla conclusione che da lì a poco mi sarei spenta anch'io insieme a loro."due..."
Mi arresi dal correre, bloccandomi a metà tragitto.
Non ce la facevo più.
Il sudore ed il sangue scorrevano sulla mia pelle, ed il mio corpo si accasciò a terra ormai privo di ogni forza.
La paura mi avvolse totalmente, ormai era troppo tardi per potersi salvare.
Al destino non si sfugge.
<<È questa...la mia fine?>>."uno..."
Mi alzai di soprassalto con la sveglia che suonava ormai da qualche minuto.
Le gocce di sudore freddo erano impregnate sulla mia fronte, mentre la respirazione affannata pian piano rallentava.
Spensi la sveglia e mi guardai intorno, ritrovandomi nel mio piccolo appartamento.
<<Di nuovo...>> sibilai riferita al sogno fatto in precedenza, che ormai mi perseguitava da qualche notte.
Eppure sembrava fin troppo reale per poter essere solo frutto della mia immaginazione.Decisi di ignorare quel pensiero e scattai in piedi per potermi preparare all'inizio di un nuovo giorno.
Quella mattina mi sarei dovuta recare in ufficio per sistemare alcuni documenti, perciò misi la divisa ed uscii di casa venendo travolta dalla folla di persone presenti qui a Shibuya.
<<Non mi abituerò mai a questo caos...>> pensai ad alta voce, continuando a camminare per le strade affollate, arrivando finalmente alla mia destinazione.Si fece sera.
Fortunatamente la riunione finì in anticipo, così da poter uscire prima da lavoro.
Salutai i miei colleghi e mi affrettai a scendere le scale dell'edificio, che stranamente trovai deserto nonostante l'orario di chiusura non fosse ancora arrivato.
<<Che strano...>> ragionai, le luci erano ancora accese ma traccia di qualche dipendente non ce n'era.Arrivai nella hall, trovando anch'essa senza nessuno.
Perfino Akira, il nostro segretario, pareva essersene andato insieme al resto del personale.
Non ci diedi troppo peso ed uscii dal palazzo, trovando le più famose strisce pedonali di Shibuya totalmente abbandonate da qualsiasi tipo di forma umana.
<<Oh ma dai, addirittura..>> ironizzai sconvolta.
Era praticamente impossibile che in quel luogo la folla di persone non fosse presente, sarebbe potuto essere un caso unico in tutta la storia dell'uomo.Nonostante i lampioni spenti, riuscii ad intravedere tre ragazzi in fondo alla strada anch'essi piuttosto confusi.
Mi avvicinai a loro senza esitazioni <<Scusate, sapete dirmi cos'è successo alla gente? Sono spariti tutti e non->> mi bloccai notando che nessuno dei tre mi stesse ascoltando.
<<Hey, mi avete sen->> cominciai <<Sshh..>> sibilò il ragazzo più basso, continuando a fissare lo schermo di un grattacielo, illuminato da una semplice scritta, che mi fece gelate il sangue nelle vene."Benvenuti giocatori! Il【GAME】inizierà tra poco. GAME arena, da questa parte →"
I miei occhi si sgranarono alla vista di quel messaggio <<Non può essere...>> sussurrai scioccata.
Era lo stesso avvenimento accaduto in un mio sogno, eppure sembrava così reale.
Il ragazzo più alto dai capelli corti e biondi mi guardò confuso <<Tu ne sai qualcosa?>> domandò avvicinandosi minaccioso a me, costringendomi ad indietreggiare <<Karube smettila.>> lo rimproverò il suo amico, riuscendo a farlo calmare e a distogliere lo sguardo dopo aver emesso un suono, evidentemente seccato.Mi era troppo familiare quell'accaduto, ma non riuscivo a comprenderne la motivazione.
L'unica cosa che ci restò da fare era quella di seguire l'ordine datoci dal messaggio sul palazzo.Arrivammo a destinazione, in una piccola sala giochi anch'essa deserta.
Ci guardammo l'un l'altro prima di proseguire, come per confortarci del fatto che non saremmo stati soli qualunque cosa sarebbe successa.
Seguimmo le frecce che indicavano il percorso, e ci ritrovammo davanti ad uno stanzino con un ascensore.Spostai lo sguardo e vidi dei telefoni posizionati sopra una mensola.
Stranamente il mio istinto mi portò ad entrare nella piccola stanza e prendere tra le mani uno di quegli smartphone, come se avessi già vissuto un avvenimento del genere.
Successivamente gli altri tre seguirono il mio esempio, pensando che fosse l'unica cosa da fare per poter proseguire.Improvvisamente lo schermo dei nostri cellulari si illuminò, sbloccandosi grazie al riconoscimento facciale.
Ognuno di questi non era munito di connessione o di qualsiasi mezzo necessario per poter effettuare un'azione online, ma solo di una fotocamera per poter fare foto e registrare video e di una batteria al 100%.
<<Ma cosa significa tutto quest->> non riuscii a terminare la frase, che una voce proveniente dal microfono del telefono prese possesso di parola."Vi preghiamo di attendere l'inizio del GAME.
Al momento ci sono 4 giocatori.
Mancano 2 minuti al termine delle iscrizioni."<<Cosa sta succedendo..>> affermò preoccupato il ragazzo vestito come uno scappato di casa <<Chissà perché tutto ciò non mi è nuovo...>> mi domandai quasi in un sussurro continuando a fissare lo schermo.
<<È un Game.>> enunciò una donna in fondo al corridoio, avvicinandosi a noi di conseguenza e prendendo tra le mani uno di quei marchingegni con fare rilassato, come se ne avesse passate più di noi quattro messi insieme."Le iscrizioni sono definitivamente chiuse.
Il GAME sta per cominciare."Prima di fare qualsiasi altro passo, la donna mi squadrò dalla testa ai piedi con un'espressione confusa, come se mi avesse già conosciuto in precedenza <<Tu...>> sibilò quest'ultima rivolta a me.
Successivamente scosse la testa distogliendo lo sguardo e concentrandosi nuovamente sullo schermo del cellulare.
<<Per caso sai cosa sta succedendo?>> decisi di prendere parola e di domandare ciò alla giovane, che si voltò di nuovo verso di me e mi rivolse uno sguardo sospetto<<In realtà questa storia... è già iniziata molto tempo fa>>.
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ᏀᎪᎷᎬ ᏟᏞᎬᎪᎡ
FanfictionUn mondo in cui bisogna giocare per sopravvivere. Un mondo in cui si sperde l'identità di sé stessi o, nel caso di Atlas, non se n'è mai venuti a conoscenza. Ragazza determinata e intelligente, la cui vita è spesso tormentata da sogni inquietanti...