Capitolo 8.

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•༺ 𓆩🂱𓆪 ༻•

<<Karube!>>
<<Il solo ed unico.>>

Non potei non notare lo sguardo truce con cui Shibuki lo stava incenerendo, chissà perché se la prendeva tanto.
In tutto questo, il biondo evitava un qualsiasi tipo di contatto visivo con me, evidentemente a causa della lite precedente.
Diamine, l'orgoglio di quest'uomo è un'impresa da abbattere.

<<Che stavate facendo?>>
<<Tu che stavi facendo! Dov'è andato quell'Oni?!>>

Rispose irritata la donna che, ancora dinanzi a me, premeva col suo peso sul mio petto.

<<È tornato indietro. Non ha trovato ciò che cercava e si è arreso al primo colpo. Piuttosto stupido per essere uno di cui dovremmo aver paura.>>

Disse Karube per poi posare l'attenzione su di noi, alzando un sopracciglio e rendendoci partecipi della sua evidente confusione.

<<No, davvero...cosa stavate facendo voi due?>>
<<Assolutamente niente che possa in qualche modo riguardarti!>>

Sputò Shibuki, scostandosi velocemente dalla posizione in cui ci trovavamo, nel mentre che le mie gote prendevano fuoco pian piano.
Eravamo troppo concentrati sulla nostra, o meglio, loro discussione che degli spari provenienti dall'altro lato del palazzo ci fecero ricordare che in quel momento stavamo partecipando ad un game.

La nostra guardia tornò alta in un nano secondo.
Tutti e tre in silenzio e voltati verso il luogo da cui provennero gli spari.
Ci guardammo per un momento, giusto il tempo di capire che avevamo avuto la stessa idea di andare a dare un'occhiata.
O almeno, io guardai Shibuki, Karube neanche con la coda dell'occhio aveva intenzione di osservarmi.
Cautamente ci mettemmo in marcia verso l'altra parte dell'edificio.
In ogni modo cercai di ottenere l'attenzione del biondo, quella situazione critica lasciata in sospeso mi dava fastidio.

<<Senti, Karube-..>>
<<Di qua.>>

E subito voltò l'angolo ignorandomi totalmente.
Lanciai uno sguardo a Shibuki che mi rispose con un'alzata di spalle, per poi seguirlo lungo il corridoio.
Durante il tragitto notammo due corpi di donne stesi a terra e privi di vita, probabilmente erano loro le vittime degli spari uditi in precedenza. Erano conciati piuttosto male, con tutto quel sangue sparso per il pavimento.
Mi chinai un momento, giusto il tempo per dare un'occhiata più da vicino.

<<Atlas, cosa stai facendo? Ora che le abbiamo viste non possiamo fermarci a guardarle, dobbiamo proseguire, e in fretta.>>

La voce di Shibuki giunse alle mie orecchie.

<<Andate avanti, io vi raggiungo. Non ci metterò molto.>>

Alzai lo sguardo verso la donna che mi stava osservando con occhi pieni di preoccupazione.
Le feci un leggero sorriso per farle capire che poteva stare tranquilla, al che annuì e si rimise in marcia seguendo a ruota Karube.

Indirizzai nuovamente la mia attenzione ai due corpi. Mi misi ad osservare la donna girata di spalle.
Immediatamente notai dei fori di proiettile posti nella zona lombare, inevitabilmente avevano danneggiato gli organi vitali dei reni data la loro posizione. Ne seguivano altri lungo la cassa toracica, il che mi fece pensare che avessero compromesso anche i polmoni, altro punto vitale.

<<Che strano...>>
Eppure c'erano altri fori che parevano essere stati procurati a casaccio. Alcuni sulle spalle, sulle braccia e sulle cosce. L'Oni di cui lei ne era diventata vittima evidentemente non possedeva una buona tecnica di tiro a segno. Lo si poteva anche intuire dal gran numero di colpi assegnati al corpo della donna, il che faceva dedurre che il carnefice non avesse una buona tattica nel tener conto delle munizioni.

<<Per quale ragione il game master avrebbe selezionato una persona del genere con il compito di ucciderci se non ha nemmeno le adatte competenze per farlo?>>

Decisi di mettermi ad osservare anche il fronte del corpo di ella, per cui posai le mani sul suo cadavere e lo voltai nella mia direzione.
Nell'eseguire tale atto, però, percepii un certo calore sotto le mie dita, così le portai nel mio campo visivo potendo notare l'ampia quantità di un liquido denso e rossastro che le ricopriva.

<<Sangue fresco.>>

Poteva significare solo una cosa.
<<Merda...>>
Mi venne immediatamente la pelle d'oca e cominciai a sudare freddo.
Di scatto mi alzai con, per la testa, solo il pensiero di trovare un nascondiglio.
Mi voltai velocemente nella direzione opposta quando un'alta figura con una maschera da cavallo e una mitraglietta puntata verso di me entrò nel mio campo visivo.

Il corpo mi si pietrificò e il tempo sembrò glaciarsi con esso.
Silenzio, un assordante silenzio ci circondava facendo da colonna sonora per la mia fine.
C'eravamo solo io, l'Oni e la morte che, desiderosa di avermi, attendeva dietro l'angolo.

Trascorsero secondi che parvero infiniti, facendomi domandare per quale motivo l'uomo (poiché dalla corporatura lo si poteva intendere) non avesse ancora sparato.
Forse non ne aveva il coraggio.
Forse anche lui aveva paura.
O forse aveva solo il sadico bisogno di guardare negli occhi la sua vittima prima di farla a pezzi e spedirla nell'oltretomba.

Feci un passo indietro e lui strinse maggiormente la presa sull'arma.
Anche se avessi tentato di scappare, mi avrebbe massacrato in un nano secondo.

Non avevo più scampo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 17, 2023 ⏰

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