•༺ 𓆩🂱𓆪 ༻•
Le ore seguenti le passammo a gironzolare in ogni negozio ci capitasse sotto lo sguardo, sia alimentare che di arredamento, soprattutto per verificare se potesse essere accogliente a tal punto da poterci fermare per la notte.
<<Trovato qualcosa laggiù?>> domandò ad alta voce Karube, rivolto ad Arisu che si trovava in fondo all'edificio nel reparto alimenti per cercare qualche pietanza non ancora scaduta <<Qua c'è solo cibo in scatola. Che faccio, lo prendo?>> in risposta, il biondo, urlò un'affermazione alla sua domanda per poi recarsi nello scomparto successivo.
Io, invece, mi trovavo da sola ad osservare il bancone dei surgelati ormai andati a male, data l'assenza di elettricità che non poteva giustamente azionare quest'ultimo. Quasi mi venne un conato nell'osservare quei piatti di sashimi malconci, perciò decisi di riunirmi a Shibuki, che da poco era andata avanti senza di me.
<<Nulla?>> domandò lei notando la mia figura avvicinarsi, in risposta scossi la testa tristemente.
Era sconfortante sapere che non avremmo potuto mangiare altro che le solite due porzioni di carne o pesce in scatola, cominciai quasi a detestarli talmente ne avevo divorati; ma nonostante questo mi ritenni fortunata ad aver trovato qualcosa con cui nutrirmi in questa nuova dimensione, in cui sembrava quasi impossibile riscontrare pietanze mangiabili.
Alzai lo sguardo verso la castana di fronte a me, non appena quest'ultima mi poggiò una mano sulla spalla come per farmi risvegliare dai miei pensieri.
Aveva il suo solito sorriso rassicurante stampato in volto, che riuscì nuovamente a darmi quel briciolo di speranza in grado di farmi andare avanti nonostante l'orrenda situazione in cui eravamo finiti <<Tutto bene, Atlas? Non hai una bella cera>> mi fece notare ella, esaminando per filo e per segno il mio viso a pochi centimetri dal suo. Annuii di conseguenza, lasciando trasparire un piccolo sorriso per rassicurarla <<Sì... sì, sto bene. Sono solo un po' scossa, rilassati.>> aggiunsi ridacchiando lievemente per alleggerire l'atmosfera.
Shibuki assottigliò lo sguardo e continuò ad esaminarmi. Per un attimo pensai che non avesse intenzione di credere alle mie parole, ma scacciai quella preoccupazione non appena lei si scostò accanto a me avvolgendomi un braccio intorno alle spalle <<Va bene, va bene, la smetto di preoccuparmi...>> disse cominciando a camminare tra i vari scomparti nella speranza di incrociare i ragazzi <<...è solo che non amo vedere le persone a cui tengo pensierose e piene di preoccupazioni, mi rattrista.>> concluse ella stringendo leggermente la presa sul mio corpo avvicinando quest'ultimo al suo, evidentemente intenzionata a farmi sentire protetta. Un leggero rossore prese vita sulle mie gote, ed un piccolo sorriso sfuggì dalle mie labbra; senza rispondere alle sue parole, poggiai il capo sulla sua spalla facendole capire che avevo afferrato il concetto.Udii un pesante sospiro lasciare le sue labbra, come se si stesse preparando per dire qualcosa di importante <<Senti, Atlas...>> fece per prendere nuovamente parola, ma la voce di Chota fu più veloce di lei <<Eccovi qua, ragazze! Dai, andiamo. Dobbiamo cominciare ad avviarci verso l'arena.>> enunciò il minore dei tre, avvicinandosi a noi da dietro. Ci girammo in contemporanea verso di lui, e con la coda dell'occhio potei notare lo sguardo evidentemente seccato di Shibuki <<Ah...ho interrotto qualcosa?>> domandò il moro in soggezione, notando che la donna lo stava letteralmente fulminando con gli occhi. Mi affrettai a scuotere la testa negando, però, l'evidenza <<No no, tranquillo. Stavamo giusto venendo a cercarvi.>> enunciai con un tono di voce un po' troppo alto, accompagnato da una risatina nervosa.
Successivamente, notammo gli altri due membri del gruppo avvicinarsi a noi.
<<Possiamo andare, adess-... Shibuki, tutto bene?>> domandò Arisu alla castana, interrompendo la frase precedente; lei annuì in risposta riprendendosi dal guardare storto il povero Chota, sospirando nuovamente <<Sì, nulla di cui preoccuparsi. Andiamo.>> affermò lei, superando i tre ragazzi, con ancora il braccio avvolto alle mie spalle obbligandomi a seguire il suo passo. Karube sembrò il più confuso tra tutti e, dopo essersi scambiato degli sguardi sbigottiti con i suoi amici, presero a camminare anche loro.
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ᏀᎪᎷᎬ ᏟᏞᎬᎪᎡ
FanfictionUn mondo in cui bisogna giocare per sopravvivere. Un mondo in cui si sperde l'identità di sé stessi o, nel caso di Atlas, non se n'è mai venuti a conoscenza. Ragazza determinata e intelligente, la cui vita è spesso tormentata da sogni inquietanti...