Capitolo 5: La casa degli orrori

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Un autobus si fermò davanti a quella che era la vecchia casa di Stuart Macher, il famigerato 261 Turner Lane. Il luogo del massacro.

La portiera venne aperta ed uscì Hallie, la quale si asciugò le ultime lacrime e l'autobus ripartì.

Quel luogo era così calmo e tranquillo. Gli uccellini cinguettavano allegramente e il leggero venticello d'autunno obbligava le foglie dei cespugli e degli alberi a muoversi.

Hallie raggiunse la cassetta delle lettere e la aprì, non trovando nulla di interessante. Solo bollette e inviti alle feste di compleanno dei cugini.

Salì sul portico della casa e girò il pomello della porta. Si accigliò non appena i suoi tentativi di aprirla si rivelarono vani.

«Mamma!» bussò ma senza ottenere alcuna risposta «Papà!» ancora nulla.

Ebbe un'intuizione e si accovacciò, alzando lo zerbino e trovando una chiave di riserva. La afferrò e riuscì finalmente ad entrare in casa.

Quando fece il suo arrivo all'ingresso, tutto era vuoto e silenzioso. Chiuse la porta dietro di sé e salì le scale che conducevano al piano superiore. Arrivata in cima si guardò intorno.

«C'è nessuno?» chiese per la millesima volta, ma ancora nulla.

Saltò dallo spavento non appena l'allarme suonò. Scese in fretta e furia al piano anteriore e corse in cucina, notando la porta sul retro socchiusa. La richiuse e disattivò l'allarme.

«Calma, Hallie, calma. È stato soltanto il vento, tutto qui.» disse tra sé e sé, sospirando profondamente.

Raggiunse il frigorifero e stava per aprirlo non appena vide un bigliettino attaccato con del nastro adesivo su di esso.

Siamo dovuti partire per lavoro, torneremo venerdì sera - Mamma e papà, recitava.

* * *

Il sole stava per calare e la cittadina era illuminata soltanto dai raggi arancioni del sole.

A volte Woodsboro sembrava una città deserta: non c'era mai nessuno per le strade, soprattutto verso sera.

Hallie si trovava dietro al bancone di un minimarket a contare dei soldi. Jack, invece, stava spolverando degli scaffali ed Helen, sua sorella, era appoggiata con i gomiti sul bancone.

«Era come se non fossi sola.» afferma Hallie, terminando il suo racconto riguardo all'improvviso suono dell'allarme.

«Ma dai, sarà stato un coglione che voleva spaventarti. In fondo vivi nella casa degli orrori.» ipotizzò l'amica.

«Rassicurante da parte tua.» ripose i soldi nella cassa e la richiuse, sbuffando e passandosi una mano tra i capelli.

«Ehi.» Helen le accarezzò la spalla «Va tutto bene?»

«Si tratta di Annie.» Jack si voltò verso le due, tutt'orecchie «Come è potuto succedere? Le ho anche parlato al telefono...»

«Siamo tutti molto sconvolti, Hallie. Ci vorrà del tempo per superare la cosa.»

«E se stesse accadendo di nuovo?» calò un silenzio di tomba. I due fratelli abbassarono lo sguardo «È stata uccisa la sera dell'anniversario.»

«Non pensarci troppo, ti farai solo del male.»

«In realtà potrebbe avere ragione.» entrambe si voltarono verso Jack, il quale le raggiunse «Magari Ghostface è davvero tornato.»

«Non starlo a sentire, il mio caro fratellino ha un problema ai neuroni.»

«Che ho ereditato da te.»

Helen cercò di dargli un calcio ma lui riuscì a schivarla agilmente: «Prova a dire di nuovo una cosa del genere e ti bucherò i gioiellini.» lui alzò le mani in segno di arresa, successivamente la ragazza si rivolse ad Hallie «Mi dispiace che non ci sarai alla festa stasera, ci saremmo divertite.»

«È meglio così, almeno posso recuperare il voto di letteratura.»

«Come sei noiosa! È soltanto un voto, non una questione di vita o di morte.»

«Beh, per me sì.»

«La classica protagonista studiosa e pura di ogni film slasher.» tutti e tre si voltarono verso l'ingresso, notando Troy raggiungerli.

«Troy, che cosa ci fai qui?» gli chiese Hallie, sorpresa nel vederlo.

«Sto lavorando a un nuovo progetto.»

«Scrivi ancora sceneggiature?» domandò l'altra.

«Come sempre.»

«Non capisco che scopo ci sia, non ti pagano neanche.»

«Beh, potrei dirigerle in futuro.»

«Sì, certo, come no. Hallie, noi andiamo.»

«D'accordo, a domani.»

«Au revoir.»

Helen prese Jack per il polso e lo condusse alla porta per poi uscire dal minimarket. Restarono soltanto Hallie e Troy.

«Come mai Jack non è restato? Anche lui lavora qui.» chiese quest'ultimo.

«Oggi è la sua giornata libera... e io resto qui a spolverare e sopportare i clienti.»

«Dovresti trovarti un lavoro più dignitoso, sai?»

«Ho solo diciott'anni e vado ancora scuola, è già il massimo se mi trovo in un minimarket. In più i miei genitori partono sempre per lavoro senza neanche avvertirmi.»

«Posso sempre stare da te stasera, se ti va.»

«No, tu va' alla festa. Divertiti.»

«Come vuoi. Dov'è il bagno?»

«In fondo a destra.»

Troy si allontanò mentre Hallie appoggiò i gomiti sul bancone, assumendo sguardo pensieroso. Chissà se l'omicidio di Annie non aveva nulla a che fare Ghostface.

Scream H25 - Venticinque anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora