Capitolo 8: Giornalisti invadenti

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Davanti all'entrata dell'ospedale sono presenti giornalisti, cameraman, furgoni, ambulanze... Woodsboro non era così movimentata dal 1996.

Una pattuglia parcheggia nei pressi della struttura e da essa escono lo sceriffo, il vicesceriffo ed Hallie, i quali vengono subito assaliti dai reporter.

«Che cosa è successo? Sei stata aggredita dall'assassino?»

«Hallie, per favore, dicci qualcosa!»

«Ghostface è tornato?»

«Lasciatela in pace! Tutti quanti!» sbottò Linus e i tre si fecero spazio tra la folla, raggiungendo l'ingresso ed entrando in ospedale.

* * *

Ad Hallie gli ospedali non erano mai piaciuti. C'era qualcosa di inquietante in quelle mura bianche... in quel luogo c'erano anche dei cadaveri, in fondo.

Si trovava seduta su un letto e accanto a lei era presente un medico intento a fasciarle la mano. Gemette dal dolore e strinse i denti. La ferita non era dolorosa, di più.

«Ho quasi finito.» l'uomo fissò il tutto con un nodo stretto e raggiunse lo sceriffo, il quale si trovava poco distante dal letto «Fortunatamente nulla di grave, se non fosse per il palmo.»

«Grazie al cielo.» Linus sospirò di sollievo.

Il fatto che Hallie fosse la figlia del cugino di Sidney era preoccupante. Forse gli omicidi stavano ricominciando... e chissà se avrebbe dovuto partecipare al funerale di una Prescott.

«Tra poco potrai andare, dobbiamo soltanto fare gli ultimi accertamenti.» il medico sorrise alla ragazza e lei annuì debolmente.

L'uomo sorrise forzatamente per poi uscire dalla stanza e lasciare Hallie e Linus da soli. Calò un silenzio imbarazzante.

«Ho avvertito i tuoi genitori; non possono venire, devono aspettare il volo di venerdì. Hai qualche amico che potrebbe ospitarti a casa sua?»

«Sì, non si preoccupi per me.» sospirò, amareggiata «Perché proprio io? Dopo tutto quello che ha dovuto passare la mia famiglia in questi anni...»

Lo sceriffò si diede una rapida occhiata intorno, assicurandosi che non ci fosse nessuno che potesse ascoltare la loro conversazione.

«Te lo dico ufficiosamente. Forse è successo perché sei... ecco... imparentata con Sidney.»

«Ma che cosa centro io se vuole lei? Al telefono mi ha chiesto di dirmi dove si trova, ma io non lo so!»

«Hallie, è stata una serata lunga. Cerca di riposare, okay? In più, entrare in quella casa mi ha fatto uno strano effetto...»

«Mi dispiace se le ho fatto ricordare qualcosa che non voleva.»

«Ma no, figurati. Non è colpa tua.»

Hallie si sforzò di sorridere e lui ricambiò il sorriso per poi abbassare lo sguardo. Soltanto guardarla negli occhi gli ricordava tantissimo... Sidney.

La porta venne aperta di scatto ed Helen corse immediatamente in direzione dell'amica: «Oh merda, Hallie!» la strinse in un caloros abbraccio che lei ricambiò volentieri «Ho appena saputo, mi dispiace tanto.»

«Grazie per essere venuta, Helen.»

Si staccarono e Linus si grattò la nuca, sentendosi come un terzo incomodo: «Allora io vado, vi lascio un po' da sole.»

«Bye bye, sceriffino.» Helen lo salutò con la mano e l'uomo ridacchiò per poi uscire dalla stanza. Si rivolse nuovamente ad Hallie «Come ti senti? Ti tratterrano in ospedale?»

«No, mi dimettono. Devo fare gli ultimi accertamenti.»

«C'era da aspettarselo.»

Hallie alza lo sguardo, allarmata da quelle parole: «Come?»

«Lascia stare, non importa.»

Helen si sedette ai piedi del letto e strinse la mano non ferita nella sua. Entrambe restarono a sorridere, guardandosi negli occhi.

All'esterno dell'ospedale, un furgone si fermò davanti all'edificio e da esso uscirono in fretta e furia Gale Weathers e il suo cameraman.

«Ti prego, dimmi che non sto sognando!» disse lei, eccitata come non mai.

Si fece spazio tra la folla, lasciando involontariamente il cameraman indietro, e tutti gli altri giornalisti la fulminarono con lo sguardo.

Quando arrivò davanti all'entrata, però, si trovò faccia a faccia con la persona che meno si sarebbe aspettata di rivedere.

«Linus...» era senza parole

«Gale... wow, non sei cambiata affatto.» c'era un tono aspro nel suo tono di voce e la sorpassò.

«Ehi, aspetta!» lei si affrettò a seguirlo. Non se ne sarebbe andata a mani vuote «È questo il tuo modo di salutare quando rivedi una persona dopo tutto questo tempo?»

«La prego di chiamarmi sceriffo Riley, signorina Weathers.»

«Andiamo, non fare lo stupido.»

Linus si fermò, voltandosi per guardarla negli occhi e ciò gli fece uno strano effetto, tuttavia non perse la sua compostezza: «Venticinque lunghi anni. Dopo la nostra breve storia, sei voluta a tutti costi ritornare a New York.»

«Oh Linus...»

«Top Story con Gale Weathers! Lo sai, continuo a vedere quel programma soltanto perché ci sei tu.»

Gale sorrise spontaneamente, prendendolo quasi come un complimento: «Mi sei mancato.»

«Beh, a me no.» lei roteò gli occhi, sapendo perfettamente che stesse mentendo «Fammi indovinare, sei tornata a Woodsboro soltanto per arricchirti con queste nuove aggressioni?»

«Sono una giornalista, che ti aspetti che faccia?»

«Non lo so ma magari potresti essere un po' più empatica e avere un cuore, una volta tanto. Ora, se mi vuoi scusare, avrei una cittadina da proteggere.»

Lo sceriffo girò i tacchi e si allontanò dalla donna di cui era stato innamorato per anni, la stessa donna che gli aveva fatto provare emozioni indescrivibili venticinque anni prima.

Scream H25 - Venticinque anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora