Capitolo 11: Sopravvissuti riuniti

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Linus era seduto alla scrivania del suo ufficio, gli occhi fissi sullo schermo del computer. Batteva rapidamente le dita sulla tastiera e sembrava essere molto concentrato.

Qualcuno bussò alla porta e lui diede a chiunque fosse il permesso per entrare. Sbucò Andy.

«Mi scusi, sceriffo, ma c'è una persona che vorrebbe vederla.» gli comunicò.

«Non può aspettare? Avrei cose più importanti da fare.» ribatté.

«Dice che è urgente, molto urgente.»

«Okay okay, lo faccia entrare.»

Linus sbuffò e il vicesceriffo scambiò qualche parola con qualcuno nel corridoio per poi andare

Lo sceriffo chiuse gli occhi, affiorando le mani nei capelli. Si sentiva come se lo stress lo stesse pian piano divorando.

«Linus.» la voce femminile che udì era familiare.

Alzò lo sguardo e un largo sorriso apparve sul suo volto. Si alzò di scatto dalla sedia, a bocca aperta: «Sidney...»

Sidney Prescott lo raggiunse e si strinsero in un caloroso abbraccio. Colei che aveva ucciso Billy Loomis e Stuart Macher. Colei che aveva salvato la sua cittadina.

«Mio Dio, ma dove sei stata? Credevo fossi...»

«Morta? Nella giungla? Rapita? Ho sentito tutte le versioni possibili.»

Si staccarono, concedendosi cinque secondi per guardarsi negli occhi. Sembrava un momento quasi surreale: «Ma perché sei sparita per tutto questo tempo?»

«Per poter avere una vita normale, senza giornalisti né Ghostface.»

«E ha funzionato?» lei annuì ed entrambi si sedettero alla scrivania «Perché sei tornata? Eri più al sicuro via da Woodsboro.»

«Ero costretta. In questa cittadina abita la mia famiglia e ho guardato i notiziari; Hallie è stata aggredita. Io voglio vederla e devo proteggerla.» lo sceriffo sospirò profondamente e lei si accigliò «Cosa c'è?»

«Non credo che questa notizia ti farà impazzire, ma lei abita al 261 di Turner Lane.»

Sidney restò paralizzata, ferma come una statua. Non appena sentì quell'indirizzo, il mondo le crollò addosso per la millesima volta quella settimana.

«La vecchia casa di Stu Macher.» specificò Linus, nonostante non ce ne fosse bisogno, e lei si alzò dalla sedia, raggiungendo un angolo e voltandosi di spalle «Sid...»

«Voglio soltanto catturare quel bastardo.» affermò con gli occhi lucidi.

«Anch'io lo voglio, sul serio... ma non abbiamo nulla che possa darci una pista da seguire.»

Calò silenzio. Entrambi abbassarono lo sguardo e Sidney fece un respiro profondo per calmarsi.

* * *

Un furgone era fermo davanti all'ingresso della stazione di polizia e Gale si trovava con la schiena appoggiata alla portiera.

Si guardava in un piccolo specchietto mentre applicava un rossetto rosso sulle labbra. Doveva a tutti i costi essere presentabile.

Sentì la porta aprirsi e gettò lo specchietto e il rossetto all'interno del furgone per poi affrettarsi a raggiungere lo sceriffo.

«Linus, ho bisogno di parlarti.»

«Non ora, Gale.»

«È importante! Senti, lo so che la nostra storia è stata più breve delle relazioni di Taylor Swift, ma vengo qui come amica... e testimone.»

«Testimone?»

«Esatto. Lo sai che c'ero anch'io venticinque anni fa.»

«E con questo che cosa vorresti dire?»

«Voglio aiutarti a scoprire chi c'è dietro tutto questo.»

«Cosicché tu possa renderlo un libro?»

«Che cosa?! No! Ovvio che no!»

Linus restò a fissarla con sguardo dubbioso. Non le avrebbe creduto neanche per un milione di dollari.

«Okay, forse quello è uno dei motivi.» ammise infatti lei «Ma principalmente voglio farlo per non vedere altre persone soffrire.»

«Da quando ti interessa dei sentimenti delle persone?»

«Troverai mai un lato positivo in me?»

«Ho cose più importanti a cui pensare.»

Gale sospirò e rivolse lo sguardo verso la porta d'ingresso dell'edificio, notandola aprirsi. La persona che uscì la fece restare a bocca spalancata.

«Sidney?» riuscì a mormorare a voce bassissima.

Sid scattò non appena udì il suo nome e incrociò lo sguardo di Gale. Entrambe restarono a fissarsi intensamente.

«Gale Weathers.» anche lei era esterrefatta. Trovare quella giornalista lì era l'ultima cosa che si sarebbe aspettata.

Gale sorpassò Linus e la raggiunse. Entrambe si trovavano a pochi centimetri di distanza.

Lo sceriffo si aspettava che Sidney le desse un altro pugno, ma inaspettatamente la strinse in un caloroso abbraccio.

Gale venne presa completamente alla sprovvista ed era indecisa se ricambiare l'abbraccio o no, quindi restò ferma.

Quando si staccarono, un sorriso apparve sul suo volto: «Sto sognando o Sidney Prescott mi ha appena abbracciata?»

«Sono passati molti anni dall'ultima volta che ci siamo viste.»

«Sì, ma... non sei arrabbiata con me? Per il libro sugli omicidi e il film.»

«È inutile portare rancore, Gale. In più mi hai salvato la vita quella notte.»

La reporter non aveva la minima idea di come comportarsi, quindi si limitò a sorridere.

«Andiamo, Sid.» Linus, il quale era già entrato nella pattuglia, la chiamò.

«Dammi solo un secondo.» ribatté, successivamente si rivolse nuovamente a Gale «Mi ha fatto piacere rincontrarti.»

Sidney sorrise per poi sorpassarla, raggiungendo la pattuglia e sedendosi nei sedili posteriori. In pochi secondi l'auto sfrecciò via.

Gale sospirò mentre guardava la pattuglia farsi sempre più lontana, successivamente rientrò nel furgone, richiudendo la portiera.

Scream H25 - Venticinque anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora