Capitolo 23: Buon lavoro

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Hallie ritornò alla casa dato che era l'unica scelta che poteva fare: la città era troppo lontana, in più doveva assicurarsi che Sidney stesse bene.

La prima cosa che notò fu la porta d'ingresso spalancata, quindi corse sul portico ed entrò in fretta e furia nell'abitazione.

Si guardò intorno, posando subito gli occhi sul corpo di Gale. Si inginocchiò davanti a lei e cercò di vedere se si poteva fare qualcosa.

Venne spaventata, tuttavia, da un urlo. Alzò lo sguardo, notando Sidney cadere dal corridoio al piano di sopra e atterrare poco distante da lei.

«Oh mio Dio, Sidney!» Hallie si rialzò e la raggiunse rapidamente, aiutandola a rialzarsi «Ce la fai?»

«Sì...» la donna tossì e barcollò all'indietro per poi riuscire a stabilizzarsi. Si massaggiò la fronte, sentendo un mal di testa atroce.

«Ce ne andiamo da qui.» subito dopo aver detto questo, Ghostface diede un pugno a Sidney e saltò addosso ad Hallie.

L'assassino le strinse le mani al collo e lei iniziò a dimenarsi disperatamente, nella speranza di prendere ossigeno.

Sidney si massaggiava ancora la fronte, sentendola sempre più dolorante, e non riusciva affatto a rialzarsi.

Il killer stringeva sempre di più le mani attorno al collo di Hallie, la quale gli tolse la maschera, trovandosi faccia a faccia con Helen.

«Non c'è nessuno a salvarti! Siamo soltanto io e te!» disse quest'ultima, con un malvagio ghigno stampato sul volto.

«Esatto, stronza!» Hallie prese coraggio, capendo che quella non era più l'amica dolce e premurosa che conosceva, e iniziò a tirarle i capelli più forte che poteva, facendola urlare dal dolore e inevitabilmente le tolse le mani dal collo, cadendo a terra.

La ragazza si rialzò e aiutò Sidney a fare lo stesso. Entrambe restarono a fissare Helen, la quale si trovava a terra con la schiena al muro che si lamentava dal dolore.

Sidney afferrò il coltello dal pavimento e lo porse ad Hallie, la quale lo afferrò subito: «Buon lavoro.»

La ragazza raggiunse colei che aveva ucciso alcune delle persone più care che aveva e si inginocchiò davanti a lei, senza provare alcuna pietà: «Qual è il tuo film slasher preferito?»

Helen rise di gusto. Era comw se non le importasse più di nulla, poi Hallie le infilzò il coltello al lato del collo per poi estrarlo.

L'assassina sbarrò gli occhi, a bocca aperta, e si tenne una mano sulla ferita da cui schizzava una miriade di sangue.

Hallie, con tutta la rabbia che provava, le infilzò la lama del pugnale nello stomaco più e più volte, imbrattandosi lei stessa di sangue. Continuò ad accoltellarla come se non ci fosse un domani.

Quando smise, respirando affannosamente e restando a guardare il suo corpo sanguinante ancora in vita, si rialzò e raggiunse Sidney. Entrambe restarono a fissarla.

«Sei stata... brava.» si complimentò Sid, un po' sorpresa da ciò di cui era capace Hallie.

«Grazie. Vuoi dare tu il colpo di grazia?»

«Ne sarei onorata.»

Hallie le porse il pugnale e lei lo afferrò senza esitazioni. Si inginocchiò davanti a sua figlia.

Lo sguardo che si scambiarono fu quasi commovente. Era come se Sidney provasse quasi compassione per quel mostro.

«Mamma... Ma... mma...» riuscì a mormorare la donna in fin di vita, ma quella parola non fece alcun effetto su Sid.

«Sei esattamente come tuo padre.» Sidney alzò in alto il coltello e le infilzò la lama nel petto per poi estrarla e guardarla morire.

Helen esalò i suoi ultimi respiri per poi restare a sanguinare sul pavimento.

La donna tornò da Hallie, gettando il pugnale a terra. Entrambe non riuscivano a distogliere lo sguardo dal cadavere.

«Hallie...» sentirono una voce e si voltarono verso il salotto, notando Troy raggiungerle.

«Troy...» la ragazza si avvicinò a lui e si abbracciarono calorosamente. Era un abbraccio che durò per molti secondi «Credevo fossi morto...»

«Credevi male, allora.»

Entrambi ridacchiarono e interruppero l'abbraccio. Hallie si voltò verso Sidney, sorridendo: «Sidney... grazie. Senza di te non ce l'avrei mai fatta.»

La donna ricambiò il sorriso, senza replicare. Hallie la raggiunse e si abbracciarono istantaneamente. Era tutto finito.

«C'è ancora una cosa che devo fare.» affermò Sid e restò a guardarla negli occhi.

* * *

Sidney gettò un accendino sul portico ricoperto di benzina e la casa andò subito in fiamme. Com'è giusto che sia.

Lei, Hallie e Troy si trovavano fuori a guardare lo spettacolo e inaspettatamente c'era anche Gale, la quale era sopravvissuta.

«Da questa sera in poi, il 261 di Turner Lane non esisterà mai più... e Woodsboro tornerà forse ad essere la cittadina tranquilla e noiosa di un tempo.» recitò Sid e tutti e quattro restarono a guardare la casa mentre bruciava.

Qualche ora dopo, alle prime luci dell'alba, il cortile era ricolmo di ambulanze, pattuglie e agenti di polizia. La villetta era ormai distrutta ed era stata contrassegnata come scena del crimine. Al suo interno, un via-vai di poliziotti.

Gale si trovava seduta sul retro di un'ambulanza con una benda avvolta attorno alla vita e Sidney, quasi come un'amica fidata, era proprio accanto a lei.

La giornalista, però, aveva uno sguardo spento, perso nel vuoto. Lo sceriffo della città occupava ancora i suoi pensieri.

«Ehi... ce l'abbiamo fatta.» disse Sid e lei si sforzò di sorridere ma tornò subito malinconica.

«C'è un altro superstite!» enunciò un agente gli occhi di Gale si illuminarono di speranza.

«Linus...» uscì dall'ambulanza e l'altra restò a guardarla, sorridendo, mentre Gale correva da Linus che veniva trasportato su una barella.

Hallie e Troy, invece, erano intenti a dare al vicesceriffo tutte le informazioni necessarie mentre lui appuntava tutto su un taccuino.

«Io e Sidney abbiamo ucciso Helen. Credo di averla pugnalata almeno quindici volte.» a quella testimonianza, Andy sbarrò gli occhi, sorpreso.

«Okay, credo che possa bastare. Parleremo meglio in ospedale.» detto questo si allontanò dai due, i quali salirono su un'altra ambulanza.

Gli sportelli vennero chiusi e le due ambulanze sfrecciarono via, abbandonando per sempre il 261 Turner Lane.

Scream H25 - Venticinque anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora