«È arrivata la tua ora, dolcezza.» Helen provò ad accoltellare Hallie ma Sidney si intromise e le tenne fermo il braccio.
«Hallie, scappa!» urlò e la ragazza fece come le era stato detto, rialzandosi e correndo via.
Helen cercò di raggiungerla ma Sidney la teneva ferma: «LASCIAMI, PUTTANA!» le diede una gomitata sulla guancia e la donna andò a sbattere contro la televisione, facendola cadere.
Hallie aprì la porta del garage e schiacciò un pulsante. Grazie ad esso si aprì la saracinesca ma si bloccò subito dopo, restando aperta per metà. Ci voleva soltanto questo.
«Merda!» imprecò
Corse alla saracinesca e si abbassò, strisciando sotto. Sorprendentemente riuscì a passarci perfettamente.
Helen, tuttavia, la raggiunse e le afferrò le caviglie, facendola gridare a squarciagola.
Hallie scalciò più che poteva, riuscendo a liberarsi e a strisciare fuori dal garage, correndo via.
Intanto, Gale si dimenava, cercando di liberarsi dalla corda che la legava alla staccionata, ma non ci riusciva. Diede un'occhiata a Linus, il quale non sembrava dare segni di vita.
I suoi occhi diventarono ucidi e stava per piangere. Lei lo amava, lo aveva sempre amato... e adesso non c'era più.
Spostò lo sguardo verso il taschino dell'uomo, notando che la pistola era sparita. L'assassino l'aveva rubata.
Hallie, invece, correva a tutta velocità in strada, urlando e guardandosi spesso indietro. Non c'era alcuna traccia di Helen.
«AIUTO! AIUTATEMI, VI PREGO!» raggiunse una staccionata e la scavalcò agilmente, correndo verso un fienile.
Nel mentre, Gale ebbe un'idea: tirò più che poteva le mani via dalla corda che le teneva legate. Si sforzava in tutti i modi, facendo pressione, finché non riuscì miracolosamente a liberarsi.
Aveva i polsi segnati di rosso, ma ne era valsa la pena. Si affrettò a slegare anche la corda che la teneva ferma alla staccionata e si mise in piedi.
Guardandosi intorno, non le sembrò di scorgere alcuna traccia di pericolo, quindi raggiunse Linus e gli aprì la giacca, notando nella tasca interna un'altra piccola pistola.
«Lo sapevo!» sorrise, fiera di sé, e afferrò l'arma per poi ammirare la casa degli orrori, sospirando profondamente. Una miriade di ricordi le inondarono la mente.
Salì i gradini del portico e raggiunse la porta. Girò il pomello, ma si rese conto che era stata chiusa a chiave. Merda, ci voleva solo questa adesso.
Allora decise di raggiungere una finestra e provò ad aprirla, ma era chiusa anch'essa.
«Fanculo.» senza pensarci due volte sparò un colpo alla vetro, distruggendo la finestra.
Entrò in casa facendo passare prima una gamba e poi l'altra. Si trovava ufficialmente nell'inferno.
Si guardava attentamente intorno, pistola puntata in avanti. Diede un rapido sguardo in cucina manon c'era nessuno. Che fine avevano fatto tutti?
«Sidney?» non giunse alcuna risposta, quindi iniziò a camminare in direzione del salotto «Hallie?»
Fece un respiro profondo prima di entrare nella stanza e le prime cose che notò furono la televisione distrutta sul pavimento e il corpo senza vita di Jamie.
Si coprì le labbra con la mano, sconvolta. Non le capitava di trovarsi davanti a uno spettacolo del genere da un quarto di secolo.
Si voltò di scatto non appena udì un rumore dietro di lei e strinse la presa alla pistola per poi uscire dal salotto.
* * *
Hallie continuava a correre a perdifiato finché non venne abbagliata da dei fari. Gli occhi le si illuminarono di speranza.
«LA PREGO, MI AIUTI!» si diresse verso il pickup «SONO STATA AGGREDITA!» inaspettatamente, l'autista fece retromarcia «NO, NO, ASPETTI! NON SE NE VADA!»
La persona al volante non le diede ascolto e sfrecciò via, a tutta velocità. Hallie restò ferma, senza parole. Ma che razza di essere umano era?! Si voltò e corse via.
Intanto, il telefono fisso riposto sul tavolino del salotto squillò. Gale lo raggiunse e alzò subito la cornetta, agitata.
«Pronto.»
«Ciao, Gale. Ci risentiamo.»
«Dove sono Sidney ed Hallie? Che cosa gli hai fatto?»
«Non ho ancora fatto del male a nessuna delle due, prima voglio fare un gioco.»
«Non potresti essere più inventivo? Questa roba mi sta annoiando.»
«Sei pronta per giocare?»
Gale venne spaventata da qualcuno e fece cadere il telefono a terra. Era soltanto Troy.
«FERMO, MANI IN ALTO!» gli intimorì, puntandogli la pistola contro.
«NO, NO, IO SONO UNO DEI BUONI! ABBASSA QUELLA PISTOLA!» la implorò le lei fece come le era stato detto, sospirando di sollievo «Dov'è mio fratello?» si sporse per guardare dietro Gale e gli occhi gli si inumidirono «No... nooo...» scoppiò in lacrime, inginocchiandosi davanti al cadavere della persona più importante della sua vita.
«Mi dispiace.» era tutto quello che Gale era capace di dire.
«Jamie...» Troy gli accarezzò i capelli mentre continuava a piangere a dirotto. Nonostante tutti gli enormi sbagli che aveva commesso, lui non aveva mai smesso di volergli un mondo di bene.
«ATTENTO!» urlò d'un tratto Gale e il ragazzo alzò lo sguardo ma fu troppo tardi dato che Ghostface gli diede un calcio in pieno viso.
La donna gli sparò ripetuti proiettili al petto ma senza ottenere risultati. Ma che cazzo?! Era disumano!
L'assassino iniziò a proseguire lentamente nella sua direzione e lei si rese conto di aver finito i colpi.
«Merda!» imprecò e il killer alzò la tunica nera che indossava, mostrandole il giubbotto antiproiettile che stava indossando «Brutto figlio di puttana...»
Ghostface inziò a correre verso di lei ma Gale scappò all'ingresso, raggiungendo la porta e togliendo la catena di sicurezza.
Riuscì ad aprirla ma l'assassino fu più veloce e la scaraventò a terra. Lei cercò di strisciare via, ma il killer la fece voltare per poi infilzare la lama del pugnale nella pancia. Quando venne estratta, Gale chiuse gli occhi, senza muoversi più.
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Scream H25 - Venticinque anni dopo
FanfictionPRIMO VOLUME DELLA TRILOGIA "SCREAM H25" Il passato verrà a cercarti. SEGUITO DIRETTO DEL PRIMO FILM Sono passati venticinque anni dal massacro di Woodsboro e Sidney Prescott è scomparsa dalla circolazione, nessuno sa nulla di lei o di dove si trovi...