21 gennaio 1987
Le ore passavano lentamente quella notte.
Louis, rannicchiato sotto il piumone, era caduto ormai da qualche ora nel mondo dei sogni.
Ricontrollando e ricontrollando di nuovo il proprio diario era finito per addormentarsi con quello fra le mani.--
"C'è nessuno qui?" Urló Louis seduto sull'ormai conosciuto verde prato d'inverno.
Si alzó lentamente e si spolveró i pantaloni sporchi di terra, poi inizió a guardarsi in giro.
"Hey Louis" quella voce.
Il ragazzo si voltó di scatto verso il luogo da cui proveniva il suono e vide in lontanza il Riccio avvicinarsi.
Un sorriso si fece largo sul suo viso.
"Ciao, Riccio"disse sorridendo ancor più di prima.
due fossette si formarono agli angoli della bocca del ragazzo, Louis era incantato da quella visione.
Rimasero in piedi per un po' a fissarsi sorridenti.
Quanto avrebbe voluto Louis abbracciarlo forte in quel momento, tenerlo fra le braccia e non lasciarlo andare mai, ma qualcosa di più forte lo tratteneva.
Nessuno dei due parlava, nessuno dei due si muoveva, eppure era come se fossero entrati in una sorta di comunicazione.
Il primo a distogliere lo sguardo fu il Riccio, che inizió a fissare un punto preciso alle spalle del ragazzo.
"E lei, chi è?"
Il sorriso di Louis scomparve dando spazio ad una smorfia.
Voltandosi, la vide.
"Eleanor? Cosa ci fai qui?" Louis non riusciva a capire; come mai Eleanor era proprio li, davanti a lui, quando di solito nei suoi sogni l'unica persona che riusciva a vedere da ormai lunghe settimane era il ragazzo dagli occhi verdi?
La solita serenità della ragazza innervosì Louis, fino a quando l'altro ragazzo non lo raggiunse per prendergli la mano.
"Lasciagli la mano"
"Perchè dovrei?"
"Non puoi continuare ad apparire nei suoi sogni, tu non esisti, sei solo folle fantasia."
Il cuore di Louis crolló in mille pezzi; era come se ció che il Riccio aveva potuto costruire per lui era appena stato demolito dalle parole dolorose della mora; Louis non voleva pensare a quel suo nuovo amico come un'inutile fantasia, Louis credeva nella sua esistenza.
"Cosa stai blaterando El?"
"Louis, non capisci? Questo è soltanto un tuo stupido sogno dove immagini di vivere felice e contento con persone inventate."
--"EL"urló saltando dal letto.
Si guardó in torno respirando con affanno e trovó la ragazza in piedi a leggere il suo diario.
"Ah, ti sei svegliato, cosa è quella faccia preoccupata, triste, anziosa, depressa, nostalgica, spaventata e pallida che ti ritrovi?"
sospirando, Louis la fulminó con lo sguardo.
"Cosa ci fai nella mia stanza a quest'ora?"
"Niente, ho semplicemente letto ció che hai scritto ieri sera, e poi hai appena urlato il mio nome"disse lei stranita"che cosa hai sognato sta volta?"
"Il solito"Louis non disse ad El di averla sognata, forse era semplicemente stato un errore, avrà sicuramente sentito i suoi passi rumorosi che entravano nella stanza e ha iniziato a fantasticare.
"Qualcosa mi dice che non è cosi"
Il ragazzo si alzó dal letto e uscì dalla camera evitando lo sguardo della psicanalista, così si diresse in cucina.
"Buongiorno"disse la madre guardandolo con attenzione.
"Buongiorno" versandosi il caffè bollente nella tazzina bianca posta sul tavolino, Louis ribadì alla madre.
Sorseggió con fretta la bevanda e tornó nella sua piccola stanza a vestirsi.
"Dove vai Louis William Tomlinson?"
"Vado a fare una passeggiata, madre"
"Beh e non porti con te Eleanour? Su, andate insieme" la signora Tomlinson sapeva dove Louis volesse andare, e voleva cercare di impedirglielo, mandando con se una specie di spia.
Richiamó la ragazza e si chiusero in cucina a parlottare silenziosamente.
"Senti tesoro, quando tornerai dall'uscita con mio figlio, dovrai assolutamente dirmi dove ti ha portata, questo dovrai farlo a insaputa sua... okay?"
"Certo signora, non si preoccupi" le due donne si sorrisero e raggiunsero Louis poggiato allo stipite della porta già aperta.
i due giovani salutarono e uscirono spensierati dalla piccola casetta nella periferia londinese.
"Allora Louis, dove mi porti di bello?"
"Senti, dovrei passare da un amico, ma prima devi giurarmi di non dire niente a mia madre, lei non vuole che mi frequento con questo ragazzo, non mi farà uscire più per mesi" spiegó Louis nervosamente.
Non si fidava molto di quella ragazza, qualcosa di nascosto in lei allontanava lui.
"Si, non devi neanche chiedermelo; non diró niente a tua madre" lei sapeva che era una delle sue solite menzogne, tornata a casa avrebbe sicuramente raccontato tutto alla signora Tomlinson.
Camminarono per qualche minuto sotto i nuovoloni neri che occupavano e oscuravano il cielo, poi arrivarono davanti casa Horan.
Bussó con fretta per il freddo che iniziava a sentire e aspettó un po' l'arrivo del nonno.
"Buongiorno Louis"
"Buongiorno signore" Louis si era dimenticato della presenza di Eleanor, cosi salì gaio le scale per raggiungere la stanza di Niall.
Sentì come sempre un dolce suono di chitarra provenire dalla stanza dell'amico, dove ci si precipitó poco dopo.
"Hey amico!"
"Niall!"
"Anche oggi qua! Tua madre proprio non riesce a fermarti eh?"
"Beh n-"
"Louis? Dove sei?" La voce femminile di Eleanor catturó l'attenzione dei due amici che si voltarono di scatto verso la porta.
"Ah ecco ti ho trovato, cerca di non lasciarmi più da sola in posti sconosciuti" affermó lei gettandogli un'occhiata di rimprovero, mentre Niall inizió a non capirci molto.
"Scusa, posso esserti d'aiuto?" Chiese lui fissando incerto la moretta che inizió a camminare verso di loro.
"Sono un'amica di Louis" si presentó così lei, allungando la mano per stringere quella di Niall.
Quest'ultimo guardo Louis non capendo la situazione, non gli aveva mai parlato di questa amica.
"Non è una mia amica, è la psicanalista che mi ha rifilato mia sorella Lottie"
"Beh ma ormai abbiamo stretto amicizia no?"
"Certo certo... non è che mi lasceresti qualche minuto a parlare con lui?"
"Okay, ma solo perchè devo assolutamente scappare in bagno"la ragazza si alzó di fretta e chiese a Niall dove fosse il bagno, poi scappó come un razzo verso quella direzione.
Durante la sua assenza, Louis poggió il capo fra le mani con disperazione e si lasció andare "è qui solamente da ieri pomeriggio e già ne ho la nausea... non posso neanche dormire in pace che appena mi sveglio me la ritrovo ai piedi del letto"
Niall si fece scappare una risatina e abbracció l amico dopo aver finalmente posto la chitarra nella sua custodia di pelle.
"Con il ragazzo come va?"
"Bene! Ieri pomeriggio sono riuscito a sentire il suono della sua voce... musica per le mie orecchie... sta notte peró è successo un qualcosa che mi ha turbato..."
Nel frattempo Eleanor, uscita dal bagno silenziosamente, era poggiata al muro di fianco alla stanza del biondino, così da poter sentire tutto e segnare tutto sull'agendina che sempre portava con se.
"Cosa?" Replicó Niall
"Sta notte ho sognato Eleanor... ero insieme al Riccio quando l'abbiamo vista... e ha iniziato a dirci cose come «lui è solo un tuo stupido sogno, è fantasia che nella realtà non esiste» lei non sa niente di questo sogno, probabilmente l'ho sognata per caso"
"Umh... domani mattina torna qua a farmi sapere il sogno che farai sta notte..."
"Nessuna perla di saggezza oggi?"
"Penso di no, dovrei accompagnare mio nonno dal dottore fra esattamente 5 minuti, non ho molto tempo da dedicarti oggi, spero tu possa perdonarmi"
"Certo Niall, ci vediamo domani"
"Bravo ragazzo, ricorda: i tuoi sogni diventeranno realtà soltanto se inizierai a crederci veramente; tu credi in quel ragazzo?"
"Si che ci credo"
Niall poggió le mani sulle spalle dell'amico e lo guardó dritto negli occhi "lo troverai, vedrai"
Louis sorrise e uscì dalla stanza gioioso, trovando El seduta a terra a scrivere sulla sua agendina.
Facendole cenno di andare, lei si alzó e poso l'oggetto nel suo zainetto, salutó l'amico di Louis e uscirono all'aperto.
Camminarono silenziosamente per tutto il tragitto, quando arrivarono dinanzi la casa Tomlinson, Eleanor sorrise a Louis, che ricambió accennando una smorfia.
"Siamo tornati" disse a gran voce Louis correndo verso la sua stanza.
La ragazza aspettó di sentire il tonfo della porta sbattere per poter andare dalla madre di Louis a raccontarle tutto.
Non aspettó molto per sentire quel rumore,così entró precipitosamente in cucina, dove trovó la persona che cercava.
"El, già di ritorno? Allora... dove ti ha portata mio figlio?"
La ragazza prese una sedia e si sedette dinanzi la donna di mezz'età che stava mescolando con impegno la minestra di verdure,quella stessa minestra che El disgustava ma si faceva piacere per far felice quella povera donna.
"Siamo andati a trovare un certo Horan"
"Sai di cosa hanno parlato?"
"Si, ho segnato tutto su questa agendina"disse lei porgendogliela.*******
Spazio autrice
*******Eccoci qua con un nuovo capitolo!
Finalmente dopo una settimana ho aggiornato ahah, spero possa piacervi.Chissà cosa farà la madre dopo aver letto l'agenda...
Queste due non me la raccontano giusta mmmh.
Fatemi sapere cosa ne pensate e lasciate un commento!!!:)
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same dream,same time.||larry
Fanficnon ci fu niente fra i due. nessuna parola, nessun tocco. solo due semplici ragazzi seduti sul freddo prato d'inverno immobili a guardarsi. nessun altro apparte loro avrebbe mai potuto vedere la bellezza di quei due colori messi assieme; quel verde...