lui.

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20 gennaio 1987

La neve candida riempiva le strade Londinesi,quella triste mattina d'inverno.

Erano solo le 5:30 del mattino, quando Louis aprì gli occhi dopo aver passato un'altra notte insonne ad aspettarlo.

Non dormiva ormai da lunghe settimane, quelle notti si facevano sempre più complicate. La luce intensa della sua lampada illuminava la piccola stanza da dove si poteva benissimo ammirare il panorama di Londra, e questo Louis lo sapeva bene; ogni pomeriggio che passava chiuso in camera si rifugiava vicino alla grande finestra che si affacciava sulla grande città, chissà magari un giorno sarebbe potuto scappare via da quella gabbia che intrappolava la sua esuberante personalità.

Avrebbe potuto cercarlo, avrebbe potuto girare tutto il mondo solo per cercare quel ragazzo che ogni notte vedeva in sogno.
Quel ragazzo...Louis non lo conosceva, non aveva mai visto una tale bellezza in tutta la sua lunga vita.
E se fosse solo frutto della mia immaginazione? Pensava spesso fra se e se.

Quella mattina, Louis si sveglió diversamente.

Preso dalla solita tristezza, decise di alzarsi e di raggiungere la madre in cucina, poi sarebbe andato a cercare il suo migliore amico Niall, l'unico che sapeva di quel ragazzo che ogni notte incontrava.

Strusciando con apatia le pantofole sul lucido pavimento, aprì la porta che conduceva alla grande cucina, dove il ragazzo trovó sua madre concentrata ad inzuppare i suoi quotidiani biscotti nel suo tè bollente.

"Buongiorno" disse accennando un sorriso, provando con scarso successo a nascondere le borse evidenti sotto gli occhi azzurri come il mare in un giorno d'estate.

"Non hai dormito neanche oggi?" Rispose lei fissando l'innocente viso del figlio.

Il semplice negare di Louis la fece sospirare pesantemente.

"Ti ho spiegato che la notte dovresti dormire; la notte non è fatta per pensare, è fatta per riposare per poi farti ragionare il giorno dopo... ti ho avvertito:se continuerai così mi toccherà prendere dei seri provvedimenti"

Il tono freddo della donna raggiunse presto il piccolo cuore in subuglio di Louis, che raffreddó.

Il ragazzo prese una tazza rimasta nel lavandino e ci versó il suo tè, poi raggiunse la madre al piccolo tavolo che occupava il centro della sala.

Louis non avrebbe mai raccontato alla madre quello che ogni notte passava, lo avrebbe preso per pazzo e lo avrebbe mandato sicuramente da uno psicopatologo, e Louis non aveva bisogno di uno psichiatra.

L unica persona di cui aveva bisogno in quel periodo era quel giovane, che ogni notte incontrava e che ogni mattina perdeva fra miliardi di sguardi.

Sorseggió avidamente la sua bevanda e corse in camera a cambiarsi.

Infiló un semplice maglioncino di lana ricamato dalla sua anziana nonna e mise dei pantaloni neri, poi corse verso l'abitazione del suo amico.

Suonó svariate volte al campanello, quando poi un anziano uomo, nonno di Niall, spalancó la porta.

Il suo solito accogliente sorriso lo fece entrare "è di sopra" disse poi indicandogli le scale.

Louis accennó un sorriso all'uomo e corse su per le scale, raggiungendo l'immensa camera del suo amico.

La dolce melodia che veniva dal lungo corridoio della casa lo affascinó e lo indusse dal suo grande compagno.

"Buongiorno Louis"disse continuando a strimpellare dolcemente la sua chitarra.

Niall era un vero prodigio con gli strumenti musicali, potevi porgli fra le mani qualsiasi strumento, lui riusciva a comporre sempre e comunque una dolce melodia, semplice ma che poteva riempirti veramente il cuore.

"Buongiorno Niall" il ragazzo si guardó intorno, e camminando fra gli oggetti sparsi sul pavimento, giunse da lui.

Spolveró delicatamente con la mano il bianco divano su cui era seduto il suo amico e si mise al suo fianco, incitandolo a continuare la melodia interrotta.

"La continueró dopo, raccontami un po'... è successo di nuovo?"

"Si"

"Ed è accaduto qualcosa mai successa prima?"

Louis negó e saldó lo sguardo sulle sue mani, che giocavano freneticamente sul grembo"non sono ancora riuscito a sentire il suono della sua voce"

Lo sguardo di Niall si incupì, da buon migliore amico quale era, vedere la tristezza scorrere rapidamente negli occhi di Louis lo rendeva debole.

"Arriverà quel giorno"

"Ne sei certo?"

"No, non ne sono certo. Lo spero e basta. La vita è fatta di incertezze e desideri, e noi cosa sappiamo di questo?Noi possiamo dire quello che non siamo, perchè noi sappiamo cosa non siamo... ma tu lo sapresti spiegare quello che veramente sei? Non è certo che tu sia ció che pensi di essere ora, neanche io conosco bene me stesso... spero di essere un ragazzo umile, ma questo chi lo puó dire? Anche noi siamo delle piccole incertezze"

il commento di Niall fece pensare il suo piccolo amico, Louis non si era mai posto domande come chi sono? Cosa voglio?, non aveva idea di cosa Niall stesse dicendo.

Chi era Louis? E cosa voleva veramente?

"Sai, queste incertezze aumentano quando le persone si nascondono dietro ad una maschera, una maschera che ti imporre la società, una maschera che risente di ció che tutti si aspettano da te, ma che ti impedisce di vivere spontaneamente come vuoi tu...senza questa peró, è come se non esistessi. E noi appariamo diversi, la nostra certezza ci sfugge di mano, l'uomo è come un personaggio: che sia di un libro o di un film, vive solo se gli altri lo guardano e ascoltano la sua vita. Insomma, ció che siamo è solo l'apparenza che nasconde il nostro vero io, che è complicato da comunicare agli altri"

Niall sospiró e riprese a suonare la chitarra, mentre Louis sprofondó nei suoi pensieri.

Anche Louis aveva una maschera che portava in pubblico, lo rendeva accettabile agli occhi della massa,ma lo rendeva anonimo a se stesso.

Eppure con il giovane dei suoi sogni si sentiva diverso, sentiva qualcosa di diverso scorrere nel suo sangue.

Si sentiva se stesso.

same dream,same time.||larryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora