Capitolo Sesto

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Non si erano più rivisti.

Dopo quella notte del secondo giorno, Draco e Ginny non si erano più rivisti né parlati.

Draco avrebbe tanto voluto il contrario. Tra la gente della sua Casa, figli di Mangiamorte come lui che però a differenza sua godevano di quello stato di cose, tra i Mangiamorte stessi, tra tutti i Serpeverde che all'improvviso gli parevano così supponenti ed estranei, Draco avrebbe avuto un tremendo bisogno di Ginny Weasley. Delle sue parole sempre così giuste; del suo modo di vedere le cose, idealista ma anche estremamente realista, in qualche strano modo; di un suo abbraccio.

Ogni volta che la incrociava nei freddi corridoi non poteva far altro che pensare a quanto avrebbe avuto bisogno di un contatto fisico con lei. Sarebbe stata la sua cura, ne era certo.

Ma dopo quella notte, non si erano più visti. Solo incrociati, e ogni volta che era successo anche i loro sguardi si erano incontrati; ormai il loro istinto notava la presenza l'uno dell'altra prima che gli occhi potessero individuarsi.

Draco osservava Ginny, non poteva farne a meno; cercava i tratti del suo aspetto fisico che aveva rievocato per tutta l'estate, i suoi gesti e modi di muoversi che conosceva a memoria e che erano familiari, capaci di fornirgli un senso di tranquillità che nient'altro riusciva a dargli. Man mano che le settimane passavano, però, la osservava con sempre più attenzione, e lentamente il suo modo di scrutarla iniziò a mutare, perché aveva il sentore che le stesse accadendo qualcosa, che per qualche motivo non stesse bene.

Ne ebbe la certezza un lunedì mattina di inizio Novembre.

Nella luce brillante delle dieci, il livido rosso sullo zigomo sinistro della ragazza non poteva passare inosservato, né tantomeno la ferita ancora fresca che le spuntava dalla manica della camicia.

Malfoy rallentò il passo e aguzzo lo sguardo per essere certo di non aver visto male.

No, aveva visto benissimo.

Nella sua mente balenò l'idea di un duello illegale, ma si diede immediatamente dello stupido per quell'ipotesi inverosimile.

Allora le voci erano vere, pensò.

Aveva sentito alcuni compagni parlare di studenti che si immolavano per evitare ai più giovani le punizioni degli insegnanti Mangiamorte, che si alzavano a sfidarli, che sembravano aver creato una sorta di fronte della resistenza; ma non vi aveva dato peso, valutando le voci un'esagerazione di qualcosa che sarebbe presto finito nel nulla. E poi non se n'era preoccupato, pensando che, anche fosse stato vero, chiunque facesse qualcosa del genere doveva essere uno stupido e basta.

E invece era vero.

E come aveva potuto credere che Ginny Weasley non fosse parte di una battaglia simile? Di nuovo si diede dello stupido. Doveva saperlo che sarebbe stata in prima linea. E difatti eccola lì, con addosso i segni della sua ribellione.

La ragazza spostò lo sguardo da Luna Lovegood verso di lui, come sempre, e inarcò leggermente le sopracciglia di fronte all'espressione turbata di lui. Malfoy aggrottò le sue, scuotendo il capo, sicuro che lei l'avrebbe capito, e Ginny per tutta risposta alzò il mento in un fiero cenno di orgoglio. "Non smetterò" dicevano i suoi occhi, e Malfoy lo sapeva bene. Sospirò, e Ginny sorrise a malapena prima di sparire all'interno dell'aula di Incantesimi.

Sembrava voler sminuire ciò che lui aveva appena visto, pensò il ragazzo, ed era una stupida a farlo. Malfoy non smise di pensarci per tutto il giorno. Quella sciocca ragazza, non aveva idea di quanto fosse pericoloso il suo comportamento. Per lei, per la sua famiglia, per i suoi amici. Per tutti. Attirare l'attenzione così... poteva perfino costarle la vita, e pareva non rendersene neanche conto.

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