Capitolo Quarto

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Durante l'estate, Ginny non era uscita molto; anzi, ad essere sinceri non aveva abbandonato il perimetro della Tana praticamente mai. Il binario 9 e 3/4 era il primo posto che vedeva dalla fine dell'anno scolastico precedente, e ciò che vedeva non le piaceva per nulla.

La banchina non era affollata e allegra come di consueto, l'atmosfera era cupa, e i ragazzi accompagnati dalle famiglie si muovevano in fretta, ansiosi di dimostrare la totale mancanza di perdite di tempo nei loro gesti.

Bill, che aveva accompagnato Ginny al binario non solo in veste di fratello maggiore ma anche di membro dell'Ordine della Fenice, le indicò uno dei vagoni centrali. "Questo?" le domandò, e lei annuì salendo sul terzo gradino con un piccolo salto agile. Bill sollevò il baule e glielo tese, aiutandola a caricarlo. "Buon viaggio" le augurò senza l'ombra di un sorriso. "E fai attenzione. Mi raccomando" aggiunse stringendole un braccio con affettuosa apprensione.

"Anche tu" replicò la ragazza con un tono altrettanto grave; l'attimo dopo Bill era scomparso dalla banchina, smaterializzato in un attimo.

Ginny si prese un momento per osservare la gente; dalla sua posizione elevata riusciva a sondare comodamente il mare di teste, mantelli e cappelli che le sfilava di fronte. Intravide Xenophilius Lovegood allontanarsi con passo nervoso, inconfondibile tra la folla grazie al suo abbigliamento appariscente; scorse Padma e Calì, sole, con il loro bauli al seguito; distinse alcuni conoscenti non Purosangue e si scoprì ad ammirarli per l'audacia che dimostravano con il loro semplice essere lì quell'anno. Seguì la chioma corvina di Cho Chang che ondeggiava al ritmo del suo passo, e poi il suo sguardo cadde sulla figura slanciata di Draco Malfoy che, insieme a sua madre, si faceva strada in mezzo a un nutrito gruppo di Serpeverde.

Non si era resa conto che lo stava cercando, eppure se ne accorse in quel momento in modo chiaro e inequivocabile. Era così strano vederlo dal vivo dopo tanto tempo, e soprattutto dopo ciò che era accaduto la notte del 30 Giugno precedente. Le sembrava fosse passata una vita intera, invece erano solo due mesi. Eppure lei si sentiva completamente un'altra persona alla luce dei fatti che si erano avvicendati durante quella strana estate. Aveva presenziato al funerale del professor Silente, preso parte seppur in modo marginale al trasferimento di Harry dalla casa degli zii babbani alla Tana, missione durante la quale Alastor Moody era morto e suo fratello George era rimasto mutilato, e poi era stata damigella al matrimonio di Bill e Fleur, aveva aiutato Ron e i suoi a camuffare il ghoul in soffitta (*), aveva visto Harry, Ron e Hermione fuggire dal matrimonio all'arrivo dei Mangiamorte, e non aveva avuto nemmeno il tempo per salutarli. Da allora la paura era stata una compagna fissa e fedele a casa Weasley. Non avevano avuto più notizie di Ron e degli altri, e si auguravano di continuare a non averne visto che con tutta probabilità il riceverne sarebbe stato sinonimo di cattive notizie. Un modo di dire babbano recitava "Nessuna nuova, buona nuova", e Ginny doveva farsi sostenere dalla convinzione che fosse vero.

Malfoy si voltò nella sua direzione, e quel gesto la riscosse. Tirò il baule più vicino a sé, pronta a spostarlo all'interno del vagone, ma i loro sguardi si incontrarono ugualmente nonostante lei, per qualche motivo, avesse tentato di evitarlo. Avvenne di sfuggita, durò un solo secondo, ma bastò a far mancare un battito al cuore di entrambi; mentre Ginny si ritirava dentro al vagone, Draco ancora fissava il punto in cui la figura di lei era scomparsa.

L'atmosfera all'interno del treno non era troppo dissimile da quella che si respirava fuori; Ginny si infilò nel primo scompartimento vuoto che trovò, spinse il baule sulla cappelliera, e si lasciò sprofondare nel sedile più vicino alla porta in attesa di veder passare qualcuno dei suoi amici. Dovette vedere sfilare almeno una trentina di persone prima che il viso di Neville, quel giorno più serio del solito, comparisse tra gli altri. Velocemente Ginny aprì la porta e richiamò la sua attenzione con un cenno del braccio.

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