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Arrivò l'alba di un nuovo giorno, qui tra le montagne, il primo.
Il sole batteva forte fuori dalla finestra e mi aiutò ad aprire leggermente gli occhi, ma non li lasciai aprire del tutto e continuai a dormire, come del resto, facevano le mie compagne. Dopo poco sentì un forte rumore venire dalla porta, sbarrai gli occhi e vidi una figura che mi sembrava essere Kamala. Saltò su uno dei letti singoli urlando :"Ben svegliate dormiglione." Era già lavata e vestita, a quanto pare era una ragazza mattiniera. Beata lei.
Iniziammo a scacciarla con lamenti incomprensibili. Scoppiai a ridere al suono pari a quello di mucche che scacciano dei moscerini e mi alzai.  Sentii Katerina lanciarle insulti a bassa voce.
Accesi il telefono, erano le otto, alla fine a quell'ora ci saremmo dovute svegliare tutte, quello che mi chiedo è come ha fatto Kamala a trovare la forza di alzarsi prima dopo tutto quello che abbiamo fatto ieri e l'ora in cui rincasammo.
Si alzarono le altre e iniziammo a preparare le cose per la passeggiata di  oggi.
Scendemmo tutte insieme, facemmo colazione e partimmo alle volte delle montagne.

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Ci indicarono il percorso e seguimmo a gruppi le animatrici per il percorso scosceso e apparentemente lunghissimo verso la vetta.
Io e Luisa passeggiavamo a passo svelto, mentre Kamala e Gloria ci seguivano un po' più doloranti dietro.
Durante la salita parlammo del più e del meno, dalle cose più intime, alle più divertenti.
"Raga qualcuno di voi è fidanzata?" improvvisò Luisa.
"Io no, sono sola come un cavallo" disse Kamala con fare sarcastico. "L'unico ragazzo che mi piace non mi fila per niente" dissi io.
"Io si".
No aspetta.
Ci girammo tutte sconvolte verso Gloria. Lei se ne accorse e ci guardò con aria interrogativa.

"No aspetta, sei seria?" chiese Kamala sconvolta.
"Si, perchè?". "Non crediate che sia una cosa seria, è solo una relazione giusto perchè ci stiamo simpatici, mi sento con altri sei ragazzi e non mi faccio problemi." dice "abitiamo troppo lontani per vederci, sono sicura che anche lui si senta con altre, o altri." La guardai sconvolta, invece Luisa e Kamala iniziarono ad avere un colorito normale. Pensai di essere io il problema, ho sempre avuto un'idea dell'amore molto romantica, questo tipo di relazioni sono davvero incomprensibili per un cuore come il mio. Quando mi prendo una cotta per qualcuno, diventa qualcosa di davvero molto profondo, mai qualcosa di superficiale; anche se so perfettamente che in questo modo, a lungo andare, il mio cuore soffrirà molto, alla prima crepa potrei davvero uscirne distrutta.
Forse avevo paura.

Luisa mi risvegliò dai miei pensieri e con aria sfottente : "Che c'è? Stai pensando al principe azzurro?".
Mi fermai a pensarci un attimo.

Eppure sarebbe così bello se davvero fossi sicura che esista e che mi sta aspettando come io aspetto lui; che ,come narra la leggenda, ci sia davvero un filo rosso legato al mio mignolo sinistro. E,dio, se ci fosse davvero arriverei a tagliare il mondo in due solo per vedere dove arriva.  Vedere lui.
"Se solo esistesse davvero" dissi.
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L'ora di pranzo non tardò ad arrivare, così percorremmo il sentiero di nuovo e ci avviammo verso l'hotel. La capa era particolarmente preoccupata perché diceva che eravamo terribilmente in ritardo.
Arrivammo in hotel e raggiungemmo tutto il resto dei ragazzi nella sala pranzo. Arrivò al nostro tavolo anche Katerina. Non ci aveva rivolto molte parole da stamattina, ma non m'importò , finché era gentile era sempre un piacere parlare con lei. Appena seduta esclamò : "Raga avete sentito la novità?".
"Ciao Kate, come stai? bene? Si anche noi grazie" disse Kamala sarcastica. "Tutto bene grazie, comunque scherzi a parte, è arrivato un nuovo cameriere, avete visto? Ne parlano tutti e tutti cercano il suo nome su instagram, ma sembra tutto inutile." continuò "anche se alcuni dicono che Antonio ci ha fatto amicizia e che sa il suo nome, dobbiamo ricattarlo, ci state?"
"Io passo, non vado dietro ai ragazzi più grandi" dico.
"Scusa ma come lo vediamo questo cameriere?" chiese Kamala
"Oh beh, oggi non è di turno, ma stasera ci dovrebbe essere.
"Inoltre c'è un'altra novità, dato che aveva perso l'aereo ieri, oggi è arrivato un nuovo ragazzino, lo hanno messo in camera con dei ragazzi che hanno detto che non lo vogliono perché è un tipo strano."
Già sapevo  chi è erano quei ragazzi e mi sentii in pena per il povero ragazzino, chissà come si sentiva.
"Chi è?" chiese Luisa "magari possiamo dargli una mano ad inserirsi"
"Ho pensato esattamente la stessa cosa, perché lasciarlo in pasto a quei ragazzini pieni di loro? Inoltre immagino siano dei bambinetti, nel vederlo con noi che siamo più grandi non potranno dire niente e magari moriranno di invidia." dissi.
"Ehi ragazze calma," disse Kamala "non trattatelo come un cucciolo sperduto, noi presentiamoci e poi vediamo come va."
"Hai ragione come sempre."
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Il pomeriggio avevamo un po' di tempo libero prima dell'inizio delle attività pomeridiane, così io e Kamala prendemmo subito la palla al balzo e andammo a cercare il ragazzo nel cortile o nelle camere dell'Hotel.
Decidemmo di vedere cosa faceva appena lo invitassimo, almeno per vedere se gli facesse piacere di avere amiche femmine oppure no.
Lo trovammo in un angolo del giardino a giocare al telefono.
Io e Kamala ci scambiammo uno sguardo e decidemmo di parlarci subito senza aspettare.
Lo raggiungemmo e lo salutammo con un semplice "ciao".
Lui ricambiò
Io e Kamala ci sedemmo sul muretto facendo finta di esserci messe lì per caso e non perché volessimo aiutarlo.
Lui ci lanciò un paio di occhiate infastidite e sospettose.
"Sei qui da solo, non giochi con gli altri?" chiese io con il tono più gentile possibile.
Lui si prese confidenza facilmente e disse: "Gli altri sono tutti antipatici e non riesco a stare con loro, preferisco stare da solo."
Apprezzai che si aprì così facilmente a noi, per fortuna non ci vide come due ragazzine antipatiche in cerca di qualcuno da prendere in giro.
Allora Kamala disse:
"Fai bene sai?"
La guardai curiosa.
"Non farti mai condizionare da nessuno che ti tratta come niente solo perché hai paura della solitudine, tu vai avanti perchè questo è il modo più diretto con cui abituarsi alla vita di tutti i giorni. Spietata e crudele."
La guardai in modo interrogativo, leggevo nei suoi occhi la sua esperienza. Aveva lo sguardo serio e fisso nel vuoto, come se stesse ripercorrendo un ricordo.
Poi il suo sguardo si addolcì e si girò verso di lui.
"Sai, tu sei un ragazzino molto coraggioso, alla tua età non ti fa paura niente e sai quello che vuoi, ma cosa più importante conosci il valore di te stesso e sei a conoscenza che chi non ti merita, non ti merita. Punto."
Lui la guardò stupefatto, quasi commosso. Era felice di essere quello che descriveva.
Inopportunamente chiesi il suo nome.
"Giacomo" esclamò contento e fiero "mi chiamo Giacomo Liviero"

Anche se io non ti conoscoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora