Diventammo amiche subito con il piccolo che ci raccontò tutta la sua esperienza con i "cattivi ragazzi" della sua classe, diceva che riuscì a scansarli solo quando fece vedere loro un suo disegno che rappresentava lui che li uccideva con un fucile, ma era disegnato così bene che si spaventarono e lo lasciarono stare.
Ci mostrò alcune foto di suoi disegni e ci raccontò tutte le storie dietro ad essi. Non mi sorprese il suo modo intelligente e preciso di raccontare ogni vicenda e storia.
Era così carino. Lui è Kamala sembravano davvero due migliori amici. Lei sembrava essere tornata bambina.
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Suonò la campana delle attività pomeridiane e ci avviammo verso la hall.
Ci consegnarono la merenda e ci portarono in pineta. Un'enorme parco pieno di verde e di giostre. C'erano altalene, piccoli bar, campi da calcio e da basket e uno da beach volley sul quale affacciava una bassissima collinetta su cui c'era una panchina. Tutti posammo gli zaini lí e ci disperdemmo per il parco, in cerca di qualcosa da fare. Gloria andò a giocare a beach volley e io, Kamala e Luisa facemmo lunghe passeggiate sulla riva del fiume lí vicino. Ci sedemmo sulla sponda in mezzo alle rocce e ci facemmo tante foto.
Verso le sei tornammo all'Hotel per farci una doccia e cenare.
Alle otto scendemmo in sala e ci sedemmo ai nostri tavoli.
Katerina ad un certo punto cacciò un leggero urlo che fece balzare tutte. Alzammo tutte lo sguardo di scatto. Io e Luisa interrompemmo il nostro discorso sulle fasi lunari. Boh a noi piaceva parlare di tutto.
Ci rivolvemmo a Katerina in modo del tutto sconvolto.
"È lui, l'avete visto, è qui. Madonna quanto è bello!"
Ci girammo tutte di scatto. Lui se ne accorse.
Era un ragazzo alto, dal lungo ciuffo, indossava un abito elegante come il resto dei camerieri e la mascherina copriva il resto del volto.
Non rimasi sorpresa che piacesse a tutte queste ragazze. Si era carino, ma ecco non è che fosse così interessante visto da qui.
Luisa fece un cenno di approvo, sospetto che lei sia troppo intelligente per andare dietro ad un ragazzo così banale come quello. Io sarei anche capace, ma lei mi sembra fin troppo saggia. Gloria finí per sclerare del tutto alla sua vista e Kamala lo guardò disgustata: "Troppi capelli, non vedo niente."
"Bea tu? che pensi?" mi chiese Kamala.
"Boh si carino, ha il suo perché."
"Sinceramente non capisco come faccia a non piacervi, vabbè meno concorrenza." disse Katerina.
La guardai ridendo appena.
"Scusa Kate ma questo quanti anni ha? Mi sembra strano che faccia il cameriere, sembra troppo giovane." chiese Luisa. Domanda lecita.
"Ecco appunto, è uno 05, non è un vero e proprio cameriere, ma questo lo rende interessante. Si vede che non è come il resto dei camerieri, o dei ragazzi. Ha una marcia in più."
Come se lo conoscesse, pensai.
Quella sera serví al nostro tavolo, mi sembrò di incrociare il suo sguardo almeno un paio di volte, aveva degli occhi color nocciola, profondi come un buco nero, stranamente dolci. Gli occhi sono lo specchio dell'anima, infatti non erano i primi che notavo, ma i suoi sembravano un muro nel quale potevi vedere attraverso, fissi e solidi, ma profondi. Un vero e proprio dilemma.
Mi girai spesso a guardarlo servire, si vedeva benissimo che fosse un cameriere poco esperto, ma ce la faceva.
Finita la cena uscimmo e andammo a fare una specie di festicciola nel cortile. C'erano bevante, dolci, patatine, una grande torta e un'ermo schermo su cui avrebbero proiettato i testi delle canzoni che preferivamo per cantare con il karaoke.
Invitai Giacomo a stare con noi e a cantare con noi. Lui era molto timido, quasi quanto me che sono un riccio, appena qualcuno prova a toccarmi mi chiudo in me stessa. Quella sera però eravamo entrambi troppi aperti per chiuderci, grazie alla compagnia di entrambi e di Gloria, Luisa e Kamala.
Cantammo a squarciagola un sacco di canzoni, scelte da Gloria, ed erano le migliori. A noi si unirono quasi tutti quando cantammo "Thinking out loud" di Ed Sheeran, fú un momento stupendo, davvero, sentii l'emozione scorrermi nelle vene e nelle tempie che pulsavano all'impazzata.
Quando finimmo la canzone vidi il cameriere.
Che stava facendo? Non capivo.
Era con le braccia conserte appoggiato a cornicione del portone dell'Hotel a guardare dalla mia parte. Sembrava guardare da questa parte, ma non stava guardando me, si capiva, ma non capivo proprio chi o cosa stesse guardando con quella faccia fiera e serena. Forse guarda -lo scrutai con lo sguardo, capii che stava guardando alla mia destra- guarda Giacomo, pensai. Abbassai lo sguardo verso Giacomo, che in quel momento mi stava tenendo la mano divertito. Gli indicai il cameriere e gli chiesi: "Lo conosci?"
Lui rispose: "Certo, è mio fratello più grande Daniele."
—-
La mattina dopo mi svegliai senza il buongiorno di Kamala, ma mi sentivo particolarmente stanca, non avevo voglia di far niente.
La mattinata passò molto velocemente, la passammo a fare tiro con l'arco, uno sport che ho sempre amato e il maestro se ne accorse. Che soddisfazione.
A pranzo c'era la lasagna. Andai in bagno prima di entrare in sala perché non mi sentivo bene. Appena tornata nella hall dove pensavo ci fossero ancora tutti, andai di corsa in sala da pranzo e avevano già servito tutti. Mi sedetti e aspettai un cameriere per chiedere. Nemmeno il tempo di alzare la mano che il fantomatico cameriere mi portò il mio piatto. Ricordo che me sentii particolarmente lusingata. Lo guardai per ringraziarlo e lui mi fece gli occhi dolci. Capii subito che voleva in qualche modo ringraziarmi per aver fatto divertire suo fratello ieri sera, o almeno speravo di non sbagliarmi.
Fatto sta che mentre passavamo in tutta tranquillità la nostra ora di riposo, Giacomo mi chiese di accompagnarlo in bagno perché lui non aveva idea di dove fosse e le camere erano inaccessibili per quell'ora. Lo presi per la mano e lo accompagnai giù. Gli stavo raccontando una vicenda che mi accadde in bagno. Per la strada incontrammo suo fratello.
"...Allora praticamente arrivò anche quella tipa che odiavo che andava diet-"
"Ehi ciao fratellone!" mi interruppe Giacomo.
"Ehi ciao campione!"disse lui.
Rimasi un attimo impalata non sapendo cosa dire. Lui mi salutò:
"Comunque ciao, grazie di...ehm... dare uno sguardo a mio fratello." Capii che se avesse detto "occuparti" sarei apparsa come una babysitter e il fratello si sarebbe infastidito per essere trattato come un bambino.
"Prego figurati, è un piacere, è un ragazzo così in gamba. Piacere, io sono Beatrice." mi presentai.
"Io Daniele, piacere."
"Perdonaci ma dobbiamo trovare il bagno, Giacomino deve andare a fare i bisogni."
"Oh, si certo, allora io vado. Ciao Giacomino. Beatrice."
"Ciao, buon pomeriggio."
Lo salutai e accompagnai Giacomo. Che soddisfazione fare amicizia con le persone. Ci pensai a lungo.
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Anche se io non ti conosco
RomanceBeatrice, ragazza timida e imperfetta, sta per affrontare un viaggio pieno di avventure, esperienze e passeggiate in montagna. Alloggierà insieme al suo gruppo di compagni in un Hotel molto grande e lussuoso. Proprio lì lavora lui, l'unico ragazzo d...