Capitolo 1

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Era il 20 giugno, io ero lì a scuola al corso di recupero. Avrei voluto scappare, non meritavo di essere lì.
Mio fratello Giacomo e mio padre avevano avuto un incidente d'auto a metà maggio.
Mio padre riportò varie fratture mentre mio fratello da quel giorno era in coma.
Non riuscì più a studiare, avevo la mente altrove, dormivo pochissimo pochè ero assalita continuamente da incubi e mangiavo molto poco.
Arrivai con i miei soliti dieci minuti di ritardo, il solito passo stanco che non mi abbandonava da più di un mese, gli occhi stanchi ma con un grande sorriso. In fondo se dovevo stare lì era meglio farmi degli amici al più presto.
Mi sedetti all'ultimo banco, vicino una ragazza che sembrava simpatica. Aveva dei capelli castano scuro liscissimi e molto lunghi, la pelle molto chiara e sul viso aveva un accenno di lentigini.
-Piacere Chiara- le dissi porgendole la mano.
Ricambiò il gesto:-Piacere Anastasia.-
Appena mi sedetti si voltò il ragazzo che sedeva alla fila davanti. Era un bel ragazzo: capelli castano chiaro, molto magro e grandi occhi azzurri. Si presentò anche lui, il suo nome era Matteo.
Iniziammo a parlare finchè non arrivò la nostra professoressa di matematica. Entrò in classe, era sulla cinquantina con i capelli biondi e ricci.
Dopo due lunghissime ore di lezione uscimmo nel cortile della scuola, mi sedetti su un marciapiede e accesi una sigaretta, era la prima volta che lo facevo a scuola, avevo iniziato da qualche giorno e per me era come sfidare la vita.
-Quanti anni avete?- chiese Anastasia a me e Matteo.
-14- rispondemmo entrambi.
-Io 15- rispose lei.
Ci scambiammo i numeri di telefono e continuammo a parlare. Ridemmo molto e iniziai a fare battute come non facevo da tempo.
-Sei fidanzata?- Chiese ad un tratto Matteo.
Mi prese il panico, non lo ero mai stata per cui accennai al fatto di sentirmi con un ragazzo molto popolare.
Poi aggiunsi:-E voi?
Matteo disse ironico:-Ma mi hai visto?
Si, lo avevo visto anche troppo bene.
Anastasia disse:- Si da 7 mesi, volete vedere una foto?
Annuimmo e ci mostrò una foto sul suo cellulare mentre era abbracciata ad un ragazzo molto più grande di noi.
-Siete una bella coppia!- mentì, quel ragazzo non mi piaceva per niente.
Tornammo in classe passando daventi ad una libreria, mi specchiai nel vetro, vidi i miei anfibi neri, un vestito bianco e nero, le gambe molto magre, i capelli biondi disegnati in un taglio asimmetrico che risaltavano il collo. Tornai in classe e assistetti ad altre due ore di noiosissima lezione mentre il caldo afoso del mezzogiorno soffocava la mia attenzione.
Alla fine della lezione uscì velocemente e mi diressi da mia madre che mi aspettava in macchina, salì evitando di fare rumore poichè parlava al telefono.
Sentì un:- Claudia sbrigati che dobbiamo andare!- la voce di mio padre risuonava lontana nel telefono ma risultava comunque molto preoccupata.
Mia madre riattaccò e le chiesi cosa fosse successo.
-Le possibilità che Giacomo si risvegli sono quasi nulle- disse. Solo allora mi accorsi che aveva il viso rigato dal pianto e i singhiozzi le soffocavano la voce.


Scusate eventuali errori ma il mio telefono non ha una tastiera eccezionale. Spero vi piaccia questo primo capitolo perché ci tengo particolarmente a questa mia opera. Grazie e buona lettura ❤

Il tuo sorriso mi ha salvato la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora