Capitolo 6

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Il giorno seguente mi svegliai presto e l'unica cosa che mi dava la forza di alzarmi era la speranza di poterlo rivedere. Era ormai il mio unico pensiero.
Come era solito quel periodo non trovai nessuno in casa, inviai un messaggio di per augurare il buongiorno a mio fratello nel caso stesse dormendo ancora e lo avrei svegliato chiamandolo.
Mi preparai per le lezioni, quel giorno non c'erano Matteo e Anastasia e decisi di sedermi sola in un angolo.
Finì la prima lezione ed andai nell'atrio a mangiare qualcosa, passò velocemente la pausa e nel corridoio incontrai i suoi occhi, il sorriso stampato sul volto come sempre mentre parlava con un ragazzo.
Il sorriso mi si impresse nel volto, mi vide e disse: -ehi ciao bella!-
-ciao!- dissi timidamente ma sempre sorridendo
-ci vediamo a pomeriggio vero?- disse.
-Sisi ciao- dissi
Rispose con la mano.
Camminai verso la classe mentre il cuore mi batteva fortissimo e sudavo freddo.
Mangiai al bar lì vicino, era un posto moderno, con tavolini neri in stile design. Non mi andava di restare lì e perciò rientrai nell'edificio della scuola utilizzando il retro. Passai vicino il muro dietro le macchine, forse non volevo essere vista da docenti e bidelli. Mentre ero arrivata a metà strada sentì due voci urlare, riconobbi quella femminile, era Anastasia. Si trovavano dall'altra parte del cortile, riconobbi il ragazzo vestito con una tuta estiva, era il suo ragazzo. Entrai velocemente senza farmi notare e seguì la scena dall'interno osservando dalla finestra. Litigavano perché lei lo aveva sorpreso con una ragazza più grande, una certa Francesca, che a suo dire era solo un'amica. Le tirò uno schiaffo. Non riuscivo a stare lì a guardare mentre quella ragazza subiva, in fondo eravamo diventate amiche ma non volevo peggiorare la situazione. Scappo dentro. Mi passò davanti correndo e uscii dall'altra parte, la pausa era finita, mi voltai un'ultima volta a guardare quel tale che mi faceva un tale ribrezzo, era stata giusta la mia prima impressione... quanto avrei voluto essermi sbagliata!
Tornai alla lezione e inciampa nel piede di Gianmarco, e caldi su qualcosa o qualcuno, sollevai lo sguardo e rividi i suoi occhi, così perfetti, del colore del muschio. Mi alzai velocemente e mi aggiustai i vestiti.
Sorrisi e dissi:-Grazie ancora una volta... quante damigelle salva ogni giorno?-
-Solo lei madamigella- rispose
Scoppiammo a ridere, ed era proprio vera una frase che avevo letto da qualche parte "... quando lui scoppia a ridere, io scoppio a vivere...". Quella risata mi dava vita. Mi appoggiai alle sue spalle con le mani e lo spinsi ridendo verso il suo posto. Mi sedetti sulla sua stessa fila e ogni volta che alzato lo sguardo durante la lezione incrociavo i suoi occhi e ci scambiavamo sorrisi.

Il tuo sorriso mi ha salvato la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora