Capitolo 6.

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Sono nervosa, troppo nervosa, e nemmeno guardare Luca e Dylan sembra funzionare.

Cammino verso la mia postazione, dove era precedentemente seduto Niccolò, e mentre rivolgo un timido saluto al pubblico fumogeni e luci a LED decorano lo spazio a me circostante.

Prendo posto davanti al pianoforte e avvicino leggermente il microfono alle mie labbra, augurandomi che non faccia brutti scherzi.

Okay, ora devo solo stare calma e tranquilla.

"E se dovessi stonare proprio adesso?" mi viene da pensare, ma scaccio immediatamente questo pensiero negativo e cerco di rilassarmi: non posso permettere che le mie paranoie mi facciano fare una figuraccia.

Appoggio delicatamente le dita sui tasti del pianoforte, sperando di non sbagliare nessuna nota, ma questa paura svanisce non appena il pubblico smette di bisbigliare e mi dedica la sua totale attenzione.

"Che stupida che sei,
Tu non impari mai
Il tuo equilibrio è un posto
Che tu passi e te ne vai
E più stupida di te
Sappi non ne troverai
Quelle tue paure inutili
Non finiranno..."

Una me fragile e insicura si prospetta nella mia testa e poi, inaspettatamente, appaiono anche alcuni ricordi nei quali è presente Myke.

Li ignoro.

"Ma che stupida che sei
Stupida un'altra volta
Che parli ad uno specchio
E mai alla persona giusta
E da stupida che sei
Tu non farai mai niente..."

Tutte le volte che sentivo qualcosa non andare dentro di me, evitavo sempre di rivolgermi ai miei migliori amici, a mamma o ai miei fratelli.

Mi sono sempre imposta di farcela da sola credendo fosse la cosa giusta, ma in realtà così facendo ho sempre e solo marciato verso la mia autodistruzione. Era come parlare ad un vero e proprio specchio, uno specchio nel quale mi riflettevo a pezzi, uno specchio che giorno dopo giorno riempivo di crepe.

"Sei una persona tra la gente ma
La gente mente sempre
Imparare da sempre
Camminare da sempre
E non capirai niente
Hai sbagliato da sempre
Ed è inutile adesso
Che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
A uno specchio che non sa chi sei..."

Sollevo per un attimo lo sguardo dal pianoforte e dedico la mia totale attenzione al pubblico il quale, prontamente, riempe questo breve silenzio con qualche fischio.

In maniera del tutto istintiva lancio uno sguardo fugace verso la mia destra: mi sento osservata e di fatti Niccolò mi sta osservando attentamente, ma non gli do peso e torno a concentrarmi, anche se non nego mi faccia piacere.

"Che stupida che sei, che non ti sprechi mai
Le tue poesie sono coriandoli, che non seminerai
Se poi per ironia prendessi quota
Partendo da un palazzo punteresti in alto..."

Mentre canto sento di star diventandone diventando tutt'uno con questa canzone, sento di starne diventato la protagonista assoluta e questo fa diffondere in me un senso di pace, grazie al quale smetto di osservare i tasti del piano forte e inizio a guardare il pubblico.

"Ma che stupida che sei
Stupida un'altra volta
Nuda di fronte allo specchio e mai alla persona giusta
E da stupida che sei, fai pure finta di niente
Lui si riveste soddisfatto e intanto sai che mente, sempre..."

"Lui si riveste soddisfatto" : questa frase si ripete nella mia mente e il ricordo di quando io e Myke stavamo per spingerci oltre si impadronisce del mil cervello. Ho avuto la fortuna di sapermi controllare e di essermi fermata in tempo; anche se ci è rimasto male, sapevo di non essere pronta, sapevo che un giorno me ne sarei potuto pentire e, inevitabilmente, mi viene spontaneo chiedermi cosa sarebbe successo se, invece, mi fossi concessa.

Sarebbe stato diverso?
Staremmo ancora insieme?
Avrebbe forse evitato di andare con un altra?

"Sempre, imparare da sempre
Camminare da sempre
E non capirai niente
Hai sbagliato da sempre
Ed è inutile adesso
Che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
A uno specchio che non sa chi sei..."

Trasportata dal momento, dalla canzone e dall'atmosfera chiudo nuovamente gli occhi e, giuro, mi sembra di star volando.

Una scarica di brividi mi attraversa tutto il corpo e ad essa si aggiunge anche la solita pelle d'oca.

È davvero così potente l'effetto della musica?

Cerco di riprendere fiato al meglio e di raddrizzare la schiena, in maniera tale da prepararmi alla parte che verrà. So già che non riuscirò a farla esattamente come Alessandra Amoroso, ma voglio rischiare, mi sento pronta a farlo.

Respiro a fondo e lancio una rapida occhiata a mio fratello e al mio migliore amico, i quali mi stanno filmando con i propri telefoni e stanno sorridendo come due ebeti.

Li amo e sono fortunata ad averli, su questo non ci piove.

"Stupida, stupida.."

La mia voce sale di qualche ottava e mi complimento mentalmente con me stessa per il risultato. Pensavo peggio, ed invece sono riuscita persino a farla meglio di quando la provavo sola in cameretta.

Urla, fischi e applausi.
Sorrido al tutto, chiedendomi se ciò che sta accadendo sia reale, e la mia superficie oculare si inumidisce un po'.

L'emozione è forte e, stavolta, posso dire di essere fiera di me stessa.

"Hai sbagliato da sempre
Ed è inutile adesso
Che ti guardi ad uno specchio che non sa chi sei
A uno specchio che non sa chi sei.."

Respiro a fondo, senza mai smettere di sorridere. Mi verrà una paralisi facciale ma, fanculo, ne vale la pena.

"Una stupida.."

Smetto di suonare e nonostante le mie dita abbandonino il pianoforte, l'adrenalina che ho in corpo sembra non volersene andare.

Inizio a ridere come una demente, coprendomi la bocca con entrambe le mani, nel momento in cui il pubblico inizia a fare baccano e se devo essere sincera ancora non riesco a realizzare.

Veramente li ho fatti esaltare io così tanto?

Mi alzo, urlo un "Grazie" a pieni polmoni e non perdo tempo a correre dietro il tendone, dove però ad attendermi c'è una sorpresa poco piacevole.

Tentenno. Mi sento male, mi manca l'aria e l'ansia è alle stelle. Sto ferma e lo guardo, immobile.

Il mio corpo ha smesso di rispondere ai miei comandi, sono praticamente immobile e non riesco nemmeno a fare un passo.

Tremo e il cuore va a mille.

Che cazzo ci fa Myke qui?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 31, 2022 ⏰

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