Potrei definire Ed Sheeran la voce della mia infanzia perchè, ogni volta che accendevo la radio o la televisione e passavano le sue canzoni, mi ritrovavo imbambolata a fissare lo schermo.
Inizialmente mi dava il nervoso, volevo vedere solo quel figo di Enrique Igliesias oppure quel sogno italiano di Tiziano Ferro, ma poi ho iniziato ad amarla quella voce cosi' melodiosa, che è diventata poi la colonna sonora di momenti belli e brutti della mia vita.
Ed ecco perchè adesso mi ritrovo qui, da sola, a suonare il pianoforte cantando "Thinking out loud".
La musica per me è semplicemente un ancora di salvezza; è davvero indescrivibile la maniera nella quale smuove il mio stato d'animo, ma mi fa stare talmente bene che evito di pormi ogni tipo di quesito e continuo a bearmi di questa sensazione positiva, che si diffonde in me, annullando quelle negative.
"When your legs don't work like they used to before,
And i can't sweep you off your feet
Will your mouth still remember the taste of my love?
Will you eyes still smile from your cheeks?"
Ho iniziato a cantare quando avevo circa otto anni, ero piccola, eppure mi sforzavo di cantare le canzoni di Eros Ramazzotti o di Mia Martini, per i quali entrambi i miei genitori andavano pazzi.
Mio padre, nonostante fosse un grande amante della musica, non mi ha concesso di frequentare un liceo musicale, perché lo riteneva un perdita di tempo.
"Perché il liceo musicale?" sbottava. "Puoi seguire dei corsi di canto anche senza frequentarlo e fare invece una scuola che ti possa garantire un lavoro, un futuro".
Era la sua parola contro la mia, appena quattordicenne, ma credo che se allora avessi permesso alla sua testardaggine di influenzare il mio futuro avrei forse fatto la stronzata più grande della mia vita.
Ho provato a iscrivermi al liceo delle scienze umane, ma dopo nemmeno un mese mi sono resa conto che, per quanto potessi essere brava in quelle materie, non era il mil campo, ciò che volevo fare; studiavo a memoria, senza interessarmi realmente a quegli argomenti.
Ho cambiato scuola, andando in contro a mio padre che non si capacitava della mia scelta. Eppure, quella scelta che lui reputava totalmente sbagliata, mi ha portato a fare quello che mi piace davvero fare: mi ha portato a vivere il mio sogno.
Non permettete mai a nessuno di influire sulle vostre scelte personali, perché solo voi potete sapere cosa è meglio per voi.
Solo voi vi conoscete.
"When my hair's all but gone and my memory fades
And the crowds don't remember my name
When my hand don't play the strings the same way, mmh..
I know you will still love me the same'Cause honey your soul can never grow old, it's evergreen
Baby your smile's forever in my mind and memory.. "Canto, come se fosse la cosa più spontanea del mondo, canto come se fosse l'unica cosa di cui ho bisogno, canto per dimenticarmi di tutto ed immergermi nel mio universo.
Chiudo gli occhi e respiro a fondo. Perdo la concezione dello spazio, del tempo: mi sembra di volare.
"But baby now
Take me into your loving arms
Kiss me under the light of a thousand stars
Place your head on my beating heart
I'm thinking out loud
That maybe we found love right where we are, oh.."La musica ha un potere sovrumano. Nel momento in cui si canta una canzone è assurdo vedere come cuore e mente si focalizzino solo su essa.
"SKY, FERMATI UN ATTIMO, TACI!"
Tentenno per lo spavento e schiaccio un po' ovunque sul pianoforte, facendo uscire da esso un suono tutt'altro che piacevole.
Mi riprendo, respiro a fondo e mi rimetto composta.
"Spero per te che ci sia un motivo più che valido per avermi interrotto", sbotto spostando lo sguardo sul mio migliore amico che mi sorride innocentemente e mi raggiunge, per poi abbracciarmi.
"Piccola bomba ad orologeria.." ridacchia, posando un bacio tra i miei capelli.
Corrugo la fronte e faccio una smorfia, per poi spingerlo scherzosamente ed alzarmi.
Mi chiama così perché ogni volta che perdo il controllo, secondo lui, divento una bomba ad orologeria.
Vorrei negarlo, davvero, però purtroppo è così; perdo il senso della misura e sento la vena chiudersi, successivamente inizio a dire tutto quello che mi passa per la testa senza fermarmi.Il mio unico obbiettivo diventa divorare il nemico.
"Sta volta ero calma!" mi difendo e raggiungo il tavolino, che si trova a pochi passi dal pianoforte.
Osservo attentamente le pareti bianche che mi circondano e butto un'occhiata fuori dalla finestra, constatando che fuori c'è un sole decisamente abbagliante ed io non sono ancora uscita di casa, non ho fatto nemmeno colazione e sono ancora in pigiama.
Per il mip diciottesimo compleanno i miei fratello hanno deciso di sistemare questa stanza, che in principio era destinata ad essere la stanza di James, e farne un luogo dove io possa cantare e suonare liberamente.
Qui vi è un pianoforte, una chitarra e una batteria, con la quale Luca spesso mi accompagna.
Al centro della stanza si trova un divano letto e un enorme tappeto nero morbidissimo, sul quale io mi ci butto spesso.
Lo so, le persone normali si butterebbero sul divano, ma io sono speciale e mi butto sul tappeto peloso, ok?
Appese per le pareti vi sono delle lucine natalizie che io stessa ho messo per dare un'aria timberline alla stanza; che poi, non le accendo quasi mai perché di notte evito di suonare, ma vengo qui semplicemente per canticchiare qualcosa e non accendo nemmeno le luci.
Sento Luca avvicinarsi e, dopo avermi praticamente strappato via la bottiglia dalle mani, ne beve un lungo sorso, finendola.
"Sei venuto fin qui solo per scolarmi la bottiglia d'acqua, cammello ingordo biondo?" domando divertita, lui mi guarda male e mi espone il suo medio.
Luca, tutto sommato, è veramente un bel ragazzo: ha una corporatura muscolosa, i capelli di natura castani con il ciuffo biondo tinto, due occhioni dolci tendenti al nero ed è basso, poco più di me e questo mi fa sorridere.
"Hai presente il nuovo bar che hanno aperto?" domanda ed io annuisco, facendo mente locale.
So dove si trova, non è molto lontano da casa mia e da quel che ho sentito è anche molto carino.
"Cercano una cantante, per fare qualcosa di diverso. Sono molto innovativi, rispetto ai soliti locali.." mi guarda, poi sposta lo sguardo fuori dalla finestra.
"Dovresti andarci".
Sbuffo e faccio una smorfia di disapprovazione; ho già fatto dei piccoli live nei locali e non sarebbe una cattiva idea, ma la verità è che ultimamente non ho voglia di condividere la musica con nessuno.
Ho bisogno che, prima, aiuti me a salvarmi.
"Non fare quella faccia" mi rimprovera, alzando gli occhi al cielo.
"Insegui i tuoi sogni e mettiti in gioco".
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Come Wendy e Peter Pan - Ultimo.
FanfictionTrama: E, probabilmente, quei due avrebbero continuato a cantare fino all'indomani, dimenticandosi che fuori da quelle mura li attendeva la vita noiosa e seccante di tutti i giorni. E probabilmente, si, se ne dimenticavano, continuando a perdersi ne...