Capitolo 5.

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Ciao amici, la canzone soprastante si intitola "Wendy". Fatela partire quando ve lo dirò io. Buona lettura :)

Quando il proprietario di questo bar/ristorante, Giacomo, mi ha parlato di Nicolò, non mi sarei mai aspettata di trovarmi davanti un ragazzo così bello.

Lo osservo mentre parla con Giacomo e resto letteralmente incantata dalla sua bellezza: è alto, poco più di me e ha un fisico che rientra nella norma, né troppo scolpito, ma nemmeno trascurato.
I lineamenti del suo viso sono alquanto dolci e un lieve filo di barba è distesa in maniera omogenea sul suo viso.

I suoi occhi color nocciola, di tanto in tanto, si posano sulla mia figura facendomi distogliere rapidamente lo sguardo per l'imbarazzo.

Devo assolutamente riprendermi, questa è una competizione e io sto praticamente gareggiando contro di lui, non posso permettere che mi distragga.

Tendenzialmente non mi importa nulla di questo lavoro, essendo che lavoro già ogni mattina come commessa nel negozio di strumenti di mia zia, quindi non ho bisogno di soldi e di fare extra, ma l'idea di avere l'occasione per uscire allo scoperto dalla mia cameretta e arrivare al cuore della gente mi rende entusiasta.

Stringo il ciondolo della mia collana portafortuna per farmi forza e avanzo di qualche passo, per poi scostare leggermente il tendone blu con una mano, in maniera tale da poter osservare Niccolò mentre si esibisce.

Premete play e fate partire il brano!

Non appena si incammina verso il centro del palcoscenico, alcuni ragazzi si alzano in piedi, invitandolo a fare del suo meglio e a spaccare tutto. Lui sorride semplicemente, per poi alzare il pollice.

Mentre Giacomo lo presenta al pubblico, una parola cattura particolarmente la mia attenzione: si fa chiamare "Ultimo", ma perché?

Farsi chiamare "Primo" suonava troppo egocentrico?

Mi schiaffeggio mentalmente per la battuta scadente e i miei rimproveri verso me stessa cessano solamente nel momento in cui Niccolò, Ultimo o come cavolo si fa chiamare, inizia a cantare.

Questa canzone l'ha scritta lui, è un suo inedito, e dopo nemmeno 10 secondi mi ritrovo all'interno di quella piccola storia raccontata tramite una canzone: una storia a me troppo importante.

La sua voce, che giunge calda alle mie orecchie, mi teletrasporta in una sorta di universo parallelo, quello al quale di solito accedo solamente quando canto io o sento cantare le mie icone della musica.

Se devo essere sincera certi brividi non penso di averli mai sentiti in vita mia assistendo ad una live.

Abbasso lo sguardo e mi scappa un sorriso non appena realizzo di avere ancora la pelle d'oca, ma tutto ciò dura ancora per poco poiché la mia attenzione torna immediatamente sul palco: il mio sistema nervoso non riesce a scollegare nemmeno una parte del mio corpo da quel ragazzo.

Resto immobile, a fissarlo.

Niccolò è seduto davanti a un pianoforte e si tiene leggermente distante dal microfono, che poco prima il tecnico ha sistemato. Sembra un angelo sceso in terra, in questo momento: il suo volto è illuminato dalle luci a led e non distoglie quasi mai l'attenzione dal pianoforte, se non ogni tanto per guardare il pubblico e regalare esso qualche sorriso, che sembra mandare in palla molte ragazzine con gli ormoni a mille.

Chiude gli occhi, continuando a cantare e a suonare, come se la sua voce fosse una cosa sola con quello strumento.

Mi focalizzo sulla dolcezza con la quale preme le dita sui tasti e, a dirla tutta, non sembra nemmeno premerli ma semplicemente sfiorarli.

Sembra un contatto così reale, ma al tempo stesso così astratto, non so spiegarlo.

Le sue braccia sono scoperte, dato che indossa una semplice maglietta a maniche corte nera, abbinata a dei semplici jeans del medesimo colore. Riesco ad intravedere parecchi tatuaggi, che sembrano essere particolari rispetto a quelli che vedo di solito in giro.

Anche Myke aveva un tatuaggio, ma ho sempre pensato fosse privo di significato dato che era un semplice disegnino che ritraeva dei triangolini neri sopra una striscia, anch'essa nera: lo ha fatto solo perché gli andava ed, infatti, credo che a breve se ne pentirà.

Personalmente parlando, io amo i tutuaggi e ho sempre sognato di farmene uno, nonostante io sia agofobica.

La canzone termina e con essa anche gli effetti speciali, le luci si riaccendono e un insieme di applausi meritatissimi prendono vita. Senza rendermene conto sto applaudendo anche io e smetto di farlo solo quando mi ritrovo Niccolò fermo, a un paio di metri da me, che mi osserva come se mi stesse studiando.

Credo sia piuttosto imbarazzante trovarsi davanti una ragazza totalmente sconosciuta, che ti fissa in maniera inquietante, quindi non lo biasimo.

"S-se-ei stato davvero bravo" balletto inizialmente, ma quando vedo che le sue labbra si increspano in un sorriso sincero, sento una sensazione di tranquillità diffondersi nel mio corpo.

Mi ricompongo e punto i miei occhi sui suoi notando che, fortunatamente, anche per lui il contatto visivo è importante.

"Grazie" mi sorride nuovamente e non so per quale motivo ricambio il suo sorriso con forse troppo entusiasmo.

Fa un passo verso di me e mi porge la mano, che io inizialmente mi limito ad osservare. Ha delle belle mani.

"Comunque piacere, Niccolò, tu devi essere Skylar giusto?"

Annuisco e gli stringo la mano, sentendo un brivido attraversarmi la spina dorsale.

"Piacere mio" ribatto, sorridendo.

"Ora è il tuo turno, quindi, in bocca al lupo!" mi fa l'occhiolino e si allontana andando non so dove, mentre io mi preparo psicologicamente a quello che dovrò fare.

Questa è la mia occasione e non posso deluderlo un'altra volta, anche se non è qui.

So che ce la posso fare.

Respiro profondamente e cammino a passo deciso verso il centro del palcoscenico, pronta a prendermi tutto.

Come Wendy e Peter Pan - Ultimo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora