Capitolo 35

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Anita's pov

Infilo il giubotto, pronta per uscire, mentre Ivan recupera le chiavi dell'auto dal mobile e apre la porta.

"sei pronta?"

Mi prende la mano, conducendomi alla macchina.

"io sì, tu invece?"

Lo osservo in attesa di una risposta, ma si limita ad accendere l'auto e partire.

Sospiro, spero che la giornata non vada a rotoli.

Poggio una mano sulla sua coscia, per dargli conforto, sapendo che il posto dove stiamo andando non lo mette di buon umore.

"sto bene"

Mi sorride, voltandosi per poco nella mia direzione, non appena torna a guardare la strada però il sorriso sparisce.

Scendiamo dalla macchina, quando davanti a noi appare il cancello del cimitero.
Recupero la mano di Ivan e ci dirigiamo alla cappella della sua famiglia.

Eccola lì, una delle donne più belle che io abbia mai visto.

È identica ad Ivan, gli stessi occhi azzurri e lo stesso sorriso non permettono di avere dubbi sul fatto che sia sua madre.

Mi avvicino alla tomba, che riporta il suo nome, Анастасия Сергеевна Иванова
(Anastasia Sierghievna Ivanova, il secondo è un patronimico, il terzo il cognome).

Appoggio i fiori sulla lapide, prima di girarmi verso Ivan e sorridergli, mentre gli porgo la mano.

Titubante entra anche lui nella cappella, accarezza la foto di sua madre perdendosi ad osservarla.

Lo lascio un secondo da solo, per andare a recuperare, da qualche parte, degli utensili per pulire un po'.

Cammino fra le stradine del cimitero spaesata, finchè non riconosco una chioma bionda, accasciata sulla tomba di una persona, scossa dai singhiozzi.

Sbuffo, è pur sempre la sorella di Ivan e sarebbe da persone orribili lasciarla sola in questo momento.

Mi abbasso di fronte a lei, per non spaventarla, solleva il capo forzando un sorriso e asciugando le lacrime.

"penserai che sono una piagnucolona"

Fa una risata amara, mantenendo lo sguardo sulla foto di quella che presumo sia sua madre.

"no, non penso che tu sia una piagnucolona;
anche io ho perso mia madre e so che cosa vuol dire.

Ti ritrovi all'improvviso spaesata, ti sembra di aver perso una parte di te e forse è davvero così, ma mio padre mi ha insegnato che lei rimarrà sempre qui"

Porto una mano al cuore.

Annuisce spostando, a questo punto, lo sguardo su di me.

"mio padre invece, mi ha insegnato che piangere i morti è da deboli, e sono quasi convinta che abbia riempito di cavolate anche la testa di Ivan"

Ripensando a lui, mi viene in mente che l'ho lasciato da solo, in balia dei suoi sentimenti.

Dovrei tornare da lui, ma allo stesso tempo non mi va di lasciare Kartina da sola.

Che cosa faccio?

Se lascio solo Ivan sarò una pessima fidanzata, se però lascio da sola Kartina sono una pessima amica, sempre che lei mi consideri tale.

"parlando di Ivan...l'ho lasciato solo davanti alla tomba di sua madre, per cercare qualcosa per pulire.

Ti dispiace se torno da lui un secondo?
Poi tornerò subito da te...se vuoi"

Un Amore Costretto...forse [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora