𖦹 𝐋𝐨𝐧𝐞𝐥𝐲 𝐄𝐲𝐞𝐬 𖦹

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"Ragazzi, seduti." la profonda voce del professore scosse Han dai suoi pensieri ed egli alzò lo sguardo.

Ci fu un minuto di silenzio in cui tutti fissarono il ragazzo in piedi di fianco alla cattedra.

"Abbiamo un nuovo studente."

"Buongiorno, sono Lee Minho, spero di andare d'accordo con tutta la classe." si inchinò, sorridendo imbarazzato, per poi andare a sedersi in uno dei banchi in ultima fila, non troppo lontano da quello di Jisung.

Quest'ultimo lo fissò, forse troppo a lungo.

Sorrise istintivamente, pensando che fosse molto carino.

Nel momento in cui lo fece, l'altro girò la testa e incrociò il suo sguardo, fece un cenno con la mano, sorpreso.

Jisung, non sapendo come reagire, tornò a fissare il suo banco con il cuore che scalpitava.

Sentiva le sue guance scaldarsi, non capiva perché si fosse emozionato così tanto per una cosa minima.

Forse perché era abituato a essere ignorato da tutti.

Nessuno lo aveva mai guardato con quello sguardo, sembrava curioso.

Lui era sempre stato quello 'strambo' della classe, nessuno osava parlargli, nemmeno per chiedere gli appunti.

Ma Minho questo non lo poteva sapere, perciò al suono della campanella, quando tutti furono fuori dalla classe, si avvicinò.

"Hey." disse soltanto.

"Hey.." sospirò Jisung.

L'altro ragazzo rimase sospeso, a guardarlo con la testa piegata di lato, come se stesse riflettendo su quello che doveva dire, poi finalmente parlò.

"Sai dov'è l'armadietto 126?" gli mostrò le chiavi che gli avevano dato "sai, non voglio cercarlo tutta mattina."

Jisung esitò.

"Ventisei? È vicino al mio." lo guardò negli occhi, cercando di sembrare il più tranquillo possibile nonostante non lo fosse affatto.

"Oh- bene!" sorrise il ragazzo nuovo.

Si diressero agli armadietti insieme, camminando fianco a fianco, Minho con lo zaino in spalla e la mano che grattava il suo collo e Jisung con i libri al petto e le spalle strette.

Era imbarazzante per entrambi. Si chiese a cosa stesse pensando l'altro ragazzo.

Poi improvvisamente, Minho sfiorò la mano dell'altro, le loro dita si toccarono per un attimo.

"I tuoi occhi parlano. Da quant'è che sei solo?" un sussurro, un sospiro impercettibile.

E Jisung non riuscì a rispondere, aveva perso l'uso della voce in quel momento.

Stava annegando nei suoi occhi, il suo sguardo lo stava uccidendo, ma dolcemente.

Stavolta fu lui a sfiorare la mano dell'altro, tremando.

"Chi diavolo sei tu?" sussurrò, poi realizzando di aver pensato ad alta voce.

"Lee Minho, il mio nome è così facile da dimenticare?" la sua risatina lo fece tornare alla realtà.

"Oh, no. Affatto. Come- hai-?"

"Hai il mio stesso sguardo."

E nonostante le mille cose da dire, bastavano quelle parole.

Tornò a camminare e finalmente arrivarono agli armadietti.

𝐒𝐜𝐚𝐫𝐬 || MɪɴSᴜɴɢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora